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 2025  maggio 14 Mercoledì calendario

Pasti gratis ai lavoratori in difficoltà: il volto sconosciuto della Cina

Si chiamano “aixincan”, “pasti amorevoli”. Si stanno diffondendo a macchia d’olio nei ristoranti delle principali città cinesi. Sono pasti a prezzi ridotti o gratis. Per chi ne ha bisogno. Come racconta l’Ap, a usufruirne sono (spesso) i lavoratori che fanno fatica. Tra questi ci sono i fattorini che consegnano cibo a domicilio. Sciamano per le metropoli cinesi anche 13 ore al giorno. Hanno fretta, “pungolati” dalle consegne da effettuare. E sono in difficoltà nel far quadrare il (magro) bilancio. Sono un esercito: 12 milioni di rider che, ha scritto la Cnn, «costituiscono la spina dorsale della vasta rete di consegna di cibo a domicilio». Un mercato, peraltro, in continua espansione: ha raggiunto i 214 miliardi di dollari nel 2023, 2,3 volte il valore del 2020. E si stima che il settore raggiungerà i 280 miliardi di dollari nel 2030. Ai rider restano in mano, però, solo le briciole. Nel 2023, secondo un rapporto del China New Employment Research Center, guadagnavano 6.803 yuan (956 dollari) al mese. Si tratta di quasi 1.000 yuan (140 dollari) al mese in meno rispetto a cinque anni fa, nonostante molti abbiano dichiarato di lavorare più ore. Lu Sihang, 20 anni, ha raccontato alla Cnn di lavorare dieci ore al giorno, effettuando 30 consegne. Racimola dai 30 ai 40 dollari a turno. A questo ritmo, dovrà lavorare quasi ogni giorno per raggiungere la media di 950 dollari. A sedere ai tavoli dove si servono gli “aixincan”, sono soprattutto i lavoratori migranti. Nelle cui fila continua a ingrossarsi il numero degli over 50. Si stima che circa 94 milioni di lavoratori – vale a dire il 12,8% dei 734 milioni di lavoratori cinesi – avevano più di 60 anni nel 2022, in aumento rispetto all’8,8% del 2020. E il trend è destinato a crescere. Un terzo è costituito da migranti rurali. In genere «non possiedono le competenze professionali necessarie per un’economia che aspira a risalire la catena del valore, né possono contare su pensioni adeguate o assicurazione sanitarie». E così sono condannati a lavorare. Il fenomeno della urbanizzazione ha, poi, profondamente mutato il “volto” – e non solo architettonico – della società cinese. Chi lascia la campagna per la metropoli, dopo aver reciso i legami familiari e tradizionali va in molti casi incontro a un destino di solitudine, se non di emarginazione. Secondo Xiang Biao, direttore del Max Planck Institute for Social Anthropology in Germania, «l’esistenza di pasti scontati riflette un cambiamento nel panorama urbano cinese. In precedenza, i lavoratori migranti potevano ritagliarsi i propri spazi aiutandosi a vicenda ma queste reti sono scomparse con l’erosione dei ristoranti informali nelle città per motivi di igiene e sicurezza. Devono così chiedere aiuto agli sconosciuti». Liu Lijie, a metà di una estenuante giornata lavorativa lunga ben 13 ore, parcheggia il suo scooter elettrico davanti a un ristorante di Pechino. Opta per il suo menù preferito: zuppa di noodles di agnello con contorno di sottaceti. Paga 12 yuan (1,65 dollari), grazie a uno sconto di 6 yuan sul prezzo normale. «Da quando sono venuto a Pechino per lavoro, la mia vita è diventata molto stressante, quindi mangiare aixincan è per me sia economico che pratico», racconta prima di consumare (velocemente) il suo pranzo. E risalire a bordo del suo scooter