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 2025  maggio 13 Martedì calendario

Addio ai voltagabbana, spariti dalla scena con la fine dei governi tecnici

Voltagabbana, “responsabili” o cambiacasacca, nella storia del trasformismo italiano i parlamentari che hanno cambiato opinione e schieramento sono sempre stati una costante. Devoti cultori dell’articolo 67 della Costituzione, quello che garantisce ai parlamentari la libertà di voto e di scelta, senza vincolo di mandato, e quindi naturalmente anche la libertà di cambiare gruppo e partito. Dai tempi del connubio di Cavour fino a Scilipoti e De Gregorio, la schiera dei “soccorritori” dei governi, in genere partiti dall’opposizione, è sempre stata vasta. Una legione.
Pagella politica ha calcolato che dal 2018 al 2022, c’è stata una girandola impressionante, più di 400 cambi di gruppo parlamentare che hanno coinvolto quasi 300 politici. Un fenomeno di malcostume che, improvvisamente, è cessato. Puf. Gli scienziati della politica si interrogheranno sulle ragioni di questo improvviso cambiamento, intanto la società di consulenza Bistoncini Partners ha presentato ieri i risultati di una ricerca impressionante che fa vedere “per tabulas” questa estinzione del voltagabbana, a destra e a sinistra.
«Al contrario delle passate legislature – scrivono gli autori della ricerca -, in cui si osservavano picchi di cambi di gruppo parlamentare proprio a ridosso delle transizioni tra i diversi governi (tecnici, di scopo, di unità nazionale, ecc.), nella XIX legislatura si osserva una notevole stabilità, con cambi sporadici, a riflettere la natura “politica” dell’attuale esecutivo, sostenuto da una maggioranza coesa, uscita compatta dalle elezioni del 2022». Come se fossero proprio i governi tecnici la causa che alimenta il trasformismo e allenta i legami di partito. “Il quasi annullamento dei cosiddetti cambi di casacca – afferma Fabio Bistoncini, fondatore della società – è il segnale di una stabilità politica frutto dell’assoluta corrispondenza tra la maggioranza uscita vincitrice dalle elezioni dell’ottobre 2022 e la compagine dell’attuale Governo”. Un cambiamento della prassi politica ottenuto peraltro senza toccare la Costituzione e picconare le Istituzioni parlamentari.