La Stampa, 13 maggio 2025
Meloni: "Mosca aderisca al cessate il fuoco" E prepara i bilaterali con Merz e Carney
«Aspettiamo una chiara risposta dalla Russia alla proposta di cessate il fuoco incondizionato, che l’Ucraina ha già accolto». Giorgia Meloni torna a farsi sentire dopo le polemiche per la sua assenza, sabato scorso, nel viaggio a Kiev di Emmanuel Macron, Friedrich Merz e Keir Starmer. Una scelta che, rientrata a Roma dopo una domenica in Brianza per la comunione della nipotina, la premier difende, liquidando come «inutili» le polemiche e rivendicando la volontà di concentrarsi su «cose concrete».
Il contraccolpo mediatico, però, si è fatto sentire. Anche perché questa è un’assenza che si somma a quella della storica foto in Vaticano, ai funerali di Papa Francesco, in cui Macron e Starmer parlano con Donald Trump e Volodymyr Zelensky, prima del faccia a faccia tra il presidente americano e quello ucraino. A Palazzo Chigi si lavora per evitare ulteriori sbavature, a partire dal vertice di venerdì a Tirana della Comunità politica europea, dove dovrebbe fare capolino proprio Zelensky, auspicabilmente di ritorno dall’incontro in Turchia con Trump e gli emissari russi. Sarà l’occasione per Meloni di ribadire il sostegno italiano a Kiev e lo scetticismo nei confronti di Mosca, come già fatto ieri a Villa Doria Pamphilj dopo il vertice intergovernativo con la Grecia in cui sono stati firmati accordi su energia e migranti, con una nuova intesa da 2 miliardi sull’interconnessione elettrica. «L’Ucraina ha accettato subito di incontrare Putin a Istanbul giovedì, chiarendo chi sia a favore della pace e chi il responsabile della guerra» ha detto la premier.
Attorno ai dossier Ucraina, economia e migranti si articoleranno le prossime mosse di Meloni. In agenda sono fissati due bilaterali, con il nuovo cancelliere tedesco Merz e con il canadese Mark Carney, entrambi attesi a Roma per l’insediamento di Papa Leone XIV. Fino a sera, invece, a Palazzo Chigi giurano che la telefonata annunciata da Macron per aggiornare i leader Ue sull’Ucraina, Meloni non l’abbia ricevuta.
La diplomazia della Farnesina, comunque, continua a lavorare. Ieri il ministro degli Esteri Antonio Tajani era a Londra, alla riunione nel formato Weimar+ (con Francia, Germania, Regno Unito, Spagna e Polonia), per poi rientrare a Verona, dove ha incontrato il vice premier ucraino Oleksi Kuleba, presente a un evento che segna un’ulteriore tappa di avvicinamento alla Conferenza sulla ricostruzione che si terrà a Romza il 10 e 11 luglio. Dalla capitale inglese, però, Tajani rientra con sensazioni non positive. Il confronto è stato duro, raccontano. La posizione americana, non più allineata a quella europea, continua a creare difficoltà. «L’Europa deve parlare con una voce sola», dirà infatti Tajani qualche ora più tardi. Nel frattempo, conferma l’invio dell’undicesimo pacchetto di aiuti militari a Kiev e spinge su «ulteriori sanzioni» alla Russia, se non dovesse accettare una tregua.