Corriere della Sera, 12 maggio 2025
Bayesian, un vetro crepato dietro l’affondamento. L’ipotesi: acqua a bordo prima della tempesta
La Spectre, i servizi segreti, l’intrigo internazionale e da ultimo anche la maledizione con la morte del sub olandese fra le lamiere del relitto. Sul naufragio del Bayesian si disegnano trame di ogni genere. Non può che essere così, visto il calibro delle vittime e in particolare del magnate britannico Mike Lynch, uno dei più influenti imprenditori mondiali dell’high tech, unito al mistero di questo suo veliero ipertecnologico inaffondabile che affonda. Ma la verità potrebbe essere molto più banale.
L’indizio
Lo conferma l’ultima ipotesi che sta emergendo sulle cause dell’affondamento: il super yacht potrebbe aver avuto un guasto prima di arrivare nella rada di Porticello dove lo scorso 19 agosto è colato a picco con sette persone. Il guasto avrebbe avuto come conseguenza quella di far entrare dell’acqua in uno dei compartimenti del veliero, forse quello dove c’è anche la sala macchine o quello adiacente di poppa. Secondo questa ricostruzione, alla quale manca però il tassello decisivo del tipo di problema, la tempesta di quella notte sarebbe stata dunque solo una concausa dell’affondamento.
L’ipotesi poggia su alcuni elementi emersi dall’indagine. Uno su tutti: un vetro interno crepato. Si tratta della finestra antisfondamento che separa la sala macchine dalla control room, la stanza nella quale l’ufficiale può verificare che tutto funzioni a puntino. Da un video girato dai sub nei meandri del relitto, si nota che il vetro ha una particolarità: oltre a essere crepato a ragnatela ma non rotto, è bombato verso la control room. Un dettaglio insignificante per i più ma illuminante per l’occhio esperto. Se non è stato colpito da un oggetto, eventualità ritenuta remota anche perché non è stato trovato nulla del genere, l’acqua deve aver invaso la sala macchine e, almeno all’inizio, non la control room.
Caccia al guasto
Tecnicamente si chiama pressione idrostatica e per i pm di Termini Imerese Concetta Federico e Raffaele Cammarano, per il loro consulente, l’ingegnere navale Alessandro Biriaco, e per la Guardia Costiera, che continuano a mantenere uno stretto riserbo sull’indagine, sarà comunque un punto fermo. L’acqua in sala macchine è arrivata presto ma da dove visto che la porta stagna dalla control room è stata trovata chiusa? «C’è un altro ingresso, anche quello stagno», spiega chi conosce bene il Bayesian. Era forse aperto? Le indagini fin qui fatte dicono che tutti i portelloni sembrano chiusi e lo scafo integro, come pure non sono state trovate anomalie alla chiglia basculante sulla quale qualcuno aveva puntato l’indice. Ma la fiancata destra, appoggiata sul fondale, non è stata ancora esaminata. Se esiste uno squarcio emergerà non appena sarà riportato a galla il veliero, non prima del 25 maggio. Se non c’è, si potrebbe pensare a una rottura interna di qualche componente. Gli assi delle eliche e del timone? Qualche presa a mare?
Le testimonianze
Altro elemento importante è l’albero alto 72 metri, uno dei più grandi al mondo. Quella notte era illuminato ma nel corso della tempesta, quando era ancora in piedi, si è spento. «Perché è saltato il gruppo elettrogeno che si trova in sala macchine», spiega chi investiga facendo notare che prima della tempesta, in assenza di vento, non era perfettamente verticale prima della tempesta. Se è così, perché pendeva?
Ultimo tassello: il vicino di ormeggio del Bayesian, il Sir Robert Baden Powell battente bandiera olandese, un vecchio veliero, non ha avuto neppure un graffio. Il comandante, Karsten Börne Borner, l’ha spiegata così: «Io ho consultato l’app Windy, ho visto che stava arrivando, ho svegliato tutti, acceso i motori e messo la prua al vento». E il suo collega del Bayesian, il capitano James Cutfield? «È venuto a svegliarmi Griffiths, sono uscito subito ma non c’è stato il tempo di fare nulla». E la stessa cosa dice l’ufficiale di macchina Tim Parker Eaton che con Cutfield e Griffiths è indagato per omicidio plurimo e naufragio colposo. Perché, dunque, Borner ha trovato il tempo e Cutfield no?
La battaglia legale
«Avremo conferme delle ipotesi dei magistrati... e sono ipotesi tutt’altro che complottiste», ha graffiato l’avvocato Mario Bellavista che assiste i familiari del cuoco di bordo, Recaldo Thomas, il solo dell’equipaggio a non essersi salvato. «Gli accertamenti dimostreranno l’assoluta estraneità del comandante e degli altri membri», ha replicato con forza l’avvocato Giovanni Rizzuti che difende Cutfield. È già battaglia, in attesa che il Bayesian torni a galla. Nel frattempo si piange Robcornelis Maria Huijben Uiben, olandese di 39 anni, professione sub, sceso con entusiasmo nelle acque di Porticello per recuperare il veliero di Lynch e risalito esanime.