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 2025  maggio 12 Lunedì calendario

Intervista a Federica Pellegrini

Federica Pellegrini, nuotare o ballare?
«Bene tutte e due. Perché scegliere? Nuotare è stata e sarebbe la mia comfort zone. Il ballo ha fatto venir fuori quello che avevo dentro. Ho dovuto imparare da zero. Era tutto nuovo per me».
Allenatori o ballerini?
«Con Pasquale è stata dura, però peggio gli allenatori Sì, il più duro è stato un allenatore».
Lucas, supponiamo: non dirà Matteo
«Nessuno dei due; direi Alberto. Il più severo. Oddio, forse il più severo no, però di sicuro a livello di esigenza nell’allenamento direi proprio Castagnetti».
Prove di ballo all’Auditorium del Foro Italico. A due passi
«A due passi la piscina più bella del mondo; lo dico perché è così, mica solo per quei ricordi bellissimi che ho, Roma 2009. No, quelli ci sono, ma è proprio lo stadio che è splendido, gli spazi aperti: gareggiare all’aperto e qualcosa di molto diverso dalla competizione e basta. Vedi altro, e quello che vedi qui non ha proprio uguale».
E, da mamma, la piccola Matilde ha poco più di un anno, nuotare o ballare come consiglio?
«Matilde per ora nuota, anche se è una parola ancora grossa: sguazza, direi. Ma vedo che le piace. Io qui a fare le prove, lei all’Aquaniene con la sua maestra che ha conosciuto e che le piace molto».
Poi ci sarà l’Academy che Matteo Giunta e lei organizzano per bambini. C’è già una futura Divina? Intravista?
«Ma come si fa a dirlo, sono piccolissime».
Beh, Matilde non era ancora nata e tramite la pancia di mamma promise il record del mondo da riprendere
«Fu una gag, una cosa per sorridere e sdrammatizzare, l’ho pensata di getto».
Una cosa simpatica, da lei che faceva l’antipatica
«Facevo?».
Beh, così sembra a sentirla adesso.
«Ma c’era da competere: la competizione vuole tutto, gli altri sentimenti vanno lasciati fuori. Io sono una ragazza normale, che ama la famiglia, le cose semplici, fuori dalla gara».
Competere con?
«L’avversaria cui penso subito in quei vent’anni di nuoto in cui ho visto l’evoluzione esponenziale di questo sport è Femke: siamo sempre amiche».
Femke Heemskerk, ma non è l’olandese che contro di lei non vinceva mai, che sembrava avere il complesso? Forse la ricorda più volentieri per questo. E se le dico Laure Manaudou?
«Con lei in campo non ci siamo mai scontrate. Sa, quando io ero al massimo, lei si era presa una pausa, sarà stata una fatalità».
Specificare “in campo” magari significa altro. Le questioni di cuore. Ma lasciamo stare quella favola mediatica della Pellegrini mangiauomini: erano amori, era gossip. Poi venne Matteo. Ha detto che se qualcosa non va, lei cucina tiramisù o torta di mele, e tutto passa.
«Sì a lui piace il tiramisù, a me la torta di mele: sono le sole due cose che mi riescono bene quando metto le mani in cucina».

A proposito di mani: non fu la cosa più bella mettere la mano davanti alla Ledecky a Budapest 2017, ancora mondiali?
«Sì, è stato bello davvero; ma non tanto per aver messo la mano davanti a Katie, piuttosto per me stessa: dovevo togliermi dall’impasse che mi aveva lasciato il legno di Rio 2016. Certo che la Ledecky».
La Ledecky?
«Ma ha visto che record ha fatto l’altro giorno sugli 800? Adesso, con il passare del tempo, io tifo tantissimo per i “vecchi”, quelli che fra i 28 e i 30 anni vanno più forte di prima, come sta facendo Katie. È successo anche a me».
Le è successo anche di essere la più giovane medagliata olimpica di sempre per l’Italia ad Atene 2004.
«Ero piccola, ero incosciente; arrivavo con il miglior tempo dell’anno nei 100 ed ho preso l’argento nei 200».
Qualcuno ha ricordato che disse “la prossima volta farò meglio”. A parte che lo ha fatto spesso, vorrebbe rifarla quella gara, magari la Potec
«Rifarla? No. Non ho di questi pensieri o rimpianti: ogni cosa va come deve andare».
E come va il nuoto italiano?
«Benissimo, direi. Pensavo a questo quando dicevo della crescita esponenziale; io li ho vissuti da dentro questi vent’anni ed è stato bellissimo. Ed è bellissimo che sia così in alto. E prima o poi verrà, ed io non vedo l’ora che succeda, una ragazza che farà meglio di me anche nei miei 200 stile libero».
Forse c’è parecchio da aspettare. Intanto Sara Curtis le ha tolto il primato italiano dei 100.
«Sì, e sono contenta di vedere tanti azzurri e azzurre in prima fila; i 200 sarà più difficile, ma prima o poi succederà, e spero prima».
Senza aspettare Matilde? Sarà velocista o da distanza?
«Mi sa che dal fisico e da come si muove sarà più velocista, sempre che voglia fare la nuotatrice».
Adesso che Pellegrini è diventata Federica cosa farà? Televisione, spettacolo, Sanremo?
«Ora sono qui, poi chissà».
Una donna al Cio c’è, ne avremo una al Coni?
«Al Cio sì, ed è magnifico, al Coni sarebbe ugualmente splendido. Ma non io, non ora».
Mai discriminata come donna nel nuoto?
«No no. Il nuoto non è per niente discriminante. Magari dipende anche dal fatto che ragazzi e ragazze partecipano insieme, le gare di maschi e femmine si alternano nello stesso impianto, negli stessi giorni. Non c’è quel divario di interessi ed anche di introiti che c’è in altre discipline. Direi che il nuoto è democratico».
Avete fatto anche per primi o quasi le staffette miste di sesso e di stile.
«Bellissime, l’uomo che magari parte dietro all’ultima frazione e deve inseguire c’è confusione in piscina ed è proprio divertente».
Ora il Coni no: ora cosa?
«Un libro, un film: ma non posso dire di più. Ho detto anche troppo».
A proposito di qui e di dire: c’è Sinner al Foro Italico, lei ha detto la sua e gli haters sui social hanno detto la loro. Lei non molla il competere, e risponde a tutti
«Vede, quanto a Sinner ciascuno ha la propria opinione, ed a me piacerebbe un mondo, anche social, in cui si rispettano le opinioni degli altri; si può non essere d’accordo, ma la decenza e il decoro andrebbero sempre e comunque mantenuti. Competere con gli haters? Ma no, le mie competizioni erano ben altre».
Sempre elegantissima. Più faticoso l’abito di scena o il famoso costumone?
«Mettersi e togliersi quello era un lavoro doloroso».
Però a due passi da qui ci conquistò Roma, il mondo e il mondiale: capito, Matilde?