ilfattoquotidiano.it, 11 maggio 2025
Ad Agrigento è già emergenza siccità: interruzioni dell’acqua fino a 10 giorni e tornano le autobotti
L’acqua due volte nel mese di maggio, nonostante un autunno di piogge prolungate. Ritornano le autobotti ad Agrigento, anche se forse non hanno mai lasciato la provincia. Tra le strade però si fanno più frequenti gli avvistamenti perché in piena primavera la provincia già boccheggia e in alcuni paesi l’acqua è un miraggio. “Siamo disperati”, dicono i cittadini di Aragona, paese in provincia di Agrigento, che in una assemblea pubblica hanno chiesto come sia possibile che i turni dell’acqua saltino così spesso, lasciando le famiglie con i rubinetti a secco. “Non è più possibile tollerare questo stato di cose – spiega l’assessore Angelo Galluzzo che ha organizzato l’assemblea pubblica – Non possiamo, nel 2025, essere costretti a elemosinare un diritto fondamentale. Assistiamo a turnazioni esasperanti di 8-10 giorni e, spesso, a interruzioni ancora più lunghe. L’acqua che arriva è insufficiente perfino a soddisfare i bisogni minimi di una famiglia”.
Tra coloro che assistono anche le famiglie di persone disabili che non hanno la possibilità di garantire igiene alle persone di cui si prendono cura. Quello che preoccupa molti è la situazione in vista dell’estate, considerando che tra i temi al centro della questione c’è anche quello di una distribuzione iniqua tra comuni della stessa provincia. La preoccupazione è tanta perché dall’estate passata alla storia per essere quella delle dighe a secco a quella alle porte è passato un anno, ma gli interventi fattivi per migliorare la situazione della provincia di Agrigento, Caltanissetta ed Enna sono ancora un miraggio. Se l’unica cosa che non può controllare la Regione Siciliana è la pioggia, anche quando questa c’è, dell’acqua che arriva non si salva neanche la metà: se, infatti, una parte si perde nelle dighe mai manutenute, o non collaudate o non sicure, un’altra metà si perde nelle condotte idriche. Le dighe vuote, in cui la scorsa estate sono morti pure i pesci, potevano essere un aiuto per ripulirle dal fango che non permette il riempimento in tempo di piogge, anzi limita di molto la raccolta dell’acqua piovana, nessun intervento del genere è stato fatto.
La dispersione continua nelle condotte: la provincia che più perde l’acqua nelle tubature è Agrigento, capace di sprecare il 50% delle risorse idriche a causa di una rete vetusta. Anche in questo caso dopo anni di stop e presunti illeciti (come il caso di Girgenti Acque) i lavori alla rete idrica, che ridurranno le perdite, sono partiti solo ad aprile e dureranno almeno un anno e mezzo, quindi almeno altre due estati. Di questa situazione carente, però, il governatore Renato Schifani, che ha inaugurato i lavori con tanto di taglio del nastro, ha sempre dato la colpa ai governi precedenti, cioè al suo predecessore, oggi ministro della Protezione civile, Nello Musumeci, che a sua volta dà la colpa della crisi idrica a chi ha amministrato la Sicilia in questi anni, e così via.
La nuova rete, un investimento di 30 milioni di euro, arriverà quindi nel 2027. La Sicilia quindi potrà fare leva solo sui dissalatori, ma per questa estate, però, non saranno pronti neanche questi i cui lavori sono appena partiti. In questo caso, non si andranno a riprendere i vecchi dissalatori arrugginiti che moriranno alle porte del mare cristallino di quella che è chiamata La costa del mito, ma ne sorgeranno di nuovi. I comuni siciliani chiedono la proroga dello stato d’emergenza. Quello che cambia sono però le tariffe, da Enna ad Agrigento, infatti si annunciano aumenti delle bollette che vanno dal 5% al 7%, per una distribuzione che, di fatto, non c’è. “Erano illegittime le tariffe sinora attuate – dice Salvatore Licari, della Consulta di Aica, l’organo di controllo all’interno del gestore del servizio idrico ad Agrigento – Questo aumento dell’acqua è un abuso e un arbitrio non suffragato da norme di legge, un atto di forza illegittimo per cui andremo a lottare in tutte le sedi”. Intanto le strutture turistiche della provincia tremano, pensando di ripetere un’altra stagione come quella dello scorso anno, dove i b&b dovevano ricorrere ad autobotti, proprio nell’anno in cui si attende l’exploit, considerando che proprio Agrigento è capitale della cultura italiana.