ilfattoquotidiano.it, 11 maggio 2025
I tagli di Trump alla ricerca (anche cancro e Alzheimer) e alla prevenzione mentre dilagano aviaria e morbillo
Le ultime notizie riguardano l’“Healthcare Infection Control Practices Advisory Committee”, il comitato consultivo che ha lavorato alle linee guida per prevenire la diffusione delle infezioni nelle strutture sanitarie. Con una lettera di inizi maggio, ai membri del comitato è stato detto che il comitato non c’è più, e dunque anche il loro lavoro non c’è più. Tra licenziamenti di massa, tagli impietosi alla sanità, diffusione di malattie infettive che sembravano ampiamente sotto controllo, il bilancio dei primi quattro mesi di Donald Trump in tema sanitario è inquietante. A marzo, nel suo discorso al Congresso, il presidente aveva onorato un bambino del Texas malato di cancro – presente quel giorno a Capitol Hill – promettendo di ridurre i tassi di cancro infantile e di “far tornare sana l’America”. La realtà è diversa da promesse e auspici. Peraltro, la deregolamentazione di emissioni e rifiuti industriali messa in atto da questa amministrazione non sembra esattamente fatta per ridurre l’incidenza del cancro.
IL BILANCIO – Il colpo più duro alla sanità USA è venuto con la pubblicazione, venerdì 2 maggio, del bilancio 2026. Dopo che Trump e i repubblicani hanno per mesi giurato e spergiurato di non voler tagliare l’assistenza sanitaria, quelle pagine mostrano una significativa riduzione dei finanziamenti, in particolare per i programmi gestiti dai Centers for Disease Control and Prevention – che hanno gestito l’emergenza Covid – e dai National Institutes of Health, il principale finanziatore di ricerca biomedica al mondo, definito ora dall’amministrazione “troppo grande e poco mirato” e accusato di promuovere “un’ideologia radicale di genere”.
I tagli sono comunque giustificati soprattutto con le troppe “spese inutili”, le ricerche balzane, le tante frodi. Se approvato, il bilancio 2026 toglierà al Dipartimento alla Salute e ai Servizi Umani il 23 per cento circa dei suoi finanziamenti discrezionali. Verranno cancellati i centri di ricerca sanitaria infantile e delle minoranze, quelli che si occupano di salute delle persone transgender, ma anche quelli dedicati alla ricerca infermieristica, alla salute pubblica e alle medicine alternative. Ad essere colpiti più duramente, all’interno del Dipartimento, saranno proprio i National Institutes of Health, riorganizzati in cinque grandi aree e con 18 miliardi di dollari in meno di finanziamenti.
IL TAGLIO – Non bisogna comunque aspettare l’approvazione del bilancio 2026 per rimirare un paesaggio che, più che a una nuova età dell’oro della sanità americana, assomiglia a un devastato campo di battaglia. In questi mesi l’amministrazione ha portato avanti un piano che prevede 20mila posti di lavoro in meno al Dipartimento alla Salute (i servizi più colpiti dalla riduzione del personale saranno quelli delle malattie croniche), con tagli di 4 miliardi di dollari per la ricerca sanitaria, compresa quella sul cancro e l’Alzheimer.
Intanto i repubblicani al Congresso stanno valutando come ridurre drasticamente il Medicaid, un programma congiunto federale/statale per l’assistenza sanitaria ai più poveri, che copre circa 72 milioni di americani – le ultime notizie che arrivano da Capitol Hill spiegano che lo speaker repubblicano della Camera, Mike Johnson, avrebbe rinunciato a tagliare il Medicaid. L’operazione si rivelerebbe politicamente troppo rischiosa. Il quadro stride clamorosamente con il baldanzoso programma con cui Robert F. Kennedy è arrivato a dirigere il Dipartimento: impegno ad “eliminare le tossine dal nostro ambiente”, lancio di una nuova commissione per lo studio del cancro e di altre malattie, lotta contro le tante malattie croniche che affliggono la vita degli americani e così via.
IL MINISTRO NO VAX – Va detto che Kennedy ha accettato senza fiatare questo massiccio ridimensionamento non solo della macchina amministrativa del Dipartimento, ma anche dei tanti centri federali che si occupavano di ricerca medica e scientifica. Al tempo stesso, non ha mancato di portare a Washington predilezioni e idiosincrasie del suo movimento, il Make America Healthy Again (MAHA). Mentre la scure dei tagli cade su sanità e ricerca medica, l’unico aumento di bilancio previsto riguarderebbe la promozione dell’alimentazione e dell’esercizio fisico, tema caro proprio al MAHA. E l’ideologia del MAHA la si riconosce anche nella decisione di Kennedy, no-vax convinto, di sottoporre ogni nuovo vaccino a studi clinici con placebo prima dell’approvazione. In molti temono che le nuove norme possano rallentare la disponibilità di quelli contro il Covid.
L’AVIARIA E IL MORBILLO – Intanto, mentre l’epidemia di influenza aviaria si diffonde, l’amministrazione taglia decine di posti di lavoro proprio nei settori di risposta a epidemie ed emergenze varie – lo staff del White House Office of Pandemic Preparedness and Responce Policy, creato nel 2022 per non ripetere più gli errori del Covid, era di 20 persone; ne è rimasta solo una. E, sullo sfondo, si profila la possibilità di una vera e propria epidemia di morbillo, che era stato dichiarato eradicato negli Stati Uniti nel 2000. Al 2 maggio, il Dipartimento alla Salute segnalava 935 casi di infezione e due morti (bambini non vaccinati). Gli esperti sanitari avvertono che senza un rafforzamento degli sforzi vaccinali, il morbillo potrebbe diventare endemico negli Stati Uniti, salendo potenzialmente a 850.000 casi nei prossimi 25 anni. Kennedy, che alcuni giorni fa in TV diceva agli americani “fate da voi le ricerche per la vostra salute”, non è forse l’uomo più adatto alla sfida.