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 2025  maggio 10 Sabato calendario

Intervista ad Andrea Pezzi

Da Mtv a Mediaset alla Rai (ultimo programma Il tornasole vent’anni fa su Rai 2), Andrea Pezzi colsuo sorrisone è stato un volto tv popolare. Storia da prima pagina nel 1999 con Claudia Pandolfi, l’attrice più famosa del momento grazie a Un medico in famiglia, che lascia il marito dopo un mese di matrimonio. Paparazzi alle costole, nel 2000 si lasciano. Altro amore da copertina, quello con Cristiana Capotondi. Oggi Pezzi ha 51 anni, è diventato imprenditore, presidente di Mint, è a capo della fondazione che porta il suo nome, si occupa del mondo digitale. Il 27 maggio debutta al Teatro Carcano di Milano con lo spettacolo Intelligenza naturale, con la regia di Clemente Pernarella «e l’amichevole supervisione di Davide Livermore.
Con me in scena ci sarà la cantautrice Giua».
Com’è nata l’idea?
«La mia vera passione è la filosofia. Il confronto tra uomo e tecnologia è il tema del momento, il futuro fa paura perché tutti si fanno la stessa domanda: una macchina sostituirà il mio lavoro? L’impatto dell’intelligenza artificiale sulle nostre vite sarà devastante? L’argomento è sentito, al progetto collabora la Scuola Holden; Livermore, genio, fa la supervisione dello spettacolo. Esploro il nostro mondo, sempre più virtuale».
Cos’è rimasto del veejay inseguito dalle ragazzine?
«Sono stati anni molto belli, il problema dell’ego esiste. Fai i conti con la finzione. Però è stato costruttivo, sono vaccinato».
Perché ha lasciato la televisione?
«Da ragazzino non ho mai pensato: voglio fare il personaggio. Lavorando a Radio Deejay, a Mtv, in Rai e a Mediaset ho mantenuto la mia famiglia. La mia promessa era quella di dedicarmi allo studio, avere due lire e essere libero. La tv non era la mia ambizione, non mi immaginavo a firmare autografi. Chi arriva al successo da giovane, spesso non capisce che la vita è lunga. Devi lavorare per la persona che diventerai. A 51 anni mi sto disegnando il futuro, so che a 60 avrò bisogno di cose diverse».
La tv le ha dato tanto: quando ha capito che non faceva più per lei?
«A un certo punto è diventato un luogo in decadimento. All’inizio del 2000 stava succedendo qualcosa di pazzesco, l’arrivo del Grande fratello. Per me finiva tutto, il mondo stava cambiando, ho fatto una scelta drastica. Non ho l’indole di quelli che capitalizzano».
La sua famiglia?
«Sono romagnolo, coltivo la leggerezza. Vengo da Ravenna, mamma casalinga, papà faceva il tubista, aveva una sua ditta e lavorava per gli impianti delle raffinerie. Purtroppo per una serie di vicende è fallito. I miei due fratelli gli sono rimasti vicino e mi hanno consentito di essere più libero. Ho aiutato la famiglia, ne sono orgoglioso. Un ragazzo davanti alla comodità combina poco. Io i coetanei li mangiavo a colazione: avevo fame, loro no».
Il salto da personaggio televisivo a imprenditore non è così scontato.
«Ho capito che le nuove rockstar sono gli imprenditori, con SteveJobs, il primo Bezos, era chiaro che stava cambiando qualcosa: l’Italia se n’è accorta poco e in ritardo. Cercavo i luoghi del progresso. Ho una grande ammirazione per Jovanotti, è riuscito a reinventare sé stesso come artista anche in una dimensione imprenditoriale».
Ha rimpianti?
«No, quando guardo un ragazzo penso che non tornerei indietro».
Il rapporto con il denaro?
«Come tutte le cose, non contano quando le hai. Come la salute, che è fondamentale. Le persone sane hanno una corona in testa che vedono solo i malati. Poi il denaro conta: non è che cercassi i soldi ma serve un briciolo di cinismo».
Ha fatto notizia anche per le sue relazioni con Claudia Pandolfi e con Cristiana Capotondi. Vi sentite?
«Claudia è una donna straordinaria, l’ho amata tantissimo e ancora oggi le voglio bene. L’idea che qualcuno mi abbia regalato un pezzo di vita importante mi rende felice. Con Cristiana ci sentiamo ogni tanto, lei ha il potere della dolcezza, è una persona speciale di cui fatico a parlare. L’esperienza con lei mi ha fatto riflettere molto».
Cosa ha capito dell’amore?
«Che va costruito, è l’unica vera promessa che fai a te stesso, con la speranza di non essere deluso.
Invece accettare che quella persona ti deluda è potente, conta la libertà che lasci all’altro. Tante donne superano fasi critiche dei mariti, raramente vedo uomini capaci di farlo. Non ho una relazione stabile, ho vissuto tre anni di sospensione.
Fare un figlio è la cosa più difficile, sono in piena crisi del cinquantenne, sto pensando seriamente di mettere su famiglia. Spero di non fare danni».