Il Messaggero, 10 maggio 2025
La maledizione Bayesian Muore un sommozzatore che lavorava al recupero
I morti diventano otto. Quella del Bayesian è una maledizione. La scorsa estate la tragedia delle sette persone rimaste intrappolate nel veliero colato a picco a largo di Porticello, borgata marinara ad una manciata di chilometri da Palermo. Ieri il decesso di un sommozzatore, uno degli operai impegnati nel complesso piano di recupero. La vittima è un olandese, Robcornelis Maria Huijben Uiben, 39 anni, che lavorava per una delle società chiamate in Sicilia per tirare a secco il superyacht che giace a 49 metri di profondità. La prima ispezione cadaverica non avrebbe rilevato la presenza di lesioni né di ustioni. La causa del decesso sarebbe un incidente sul lavoro, ma servono ulteriori accertamenti per escludere l’ipotesi del malore.
LE CAUSE
Il tecnico subacqueo e i colleghi erano collegati alla superficie con la manichetta dell’aria. Una telecamera riprendeva le operazioni, come disposto dalla Procura di Termini Imerese. Ad un certo punto è saltato il collegamento audio e video. È come se si fosse verificato uno spostamento di massa d’acqua spinta da qualcosa. La parte più complicata del recupero riguarda l’albero (alto più di 72 metri, pesa 24,5 tonnellate), il sartiame (l’insieme dei cavi che regge l’alberatura, 5 tonnellate) e il sistema delle vele (boma, randa e vela di prua hanno un peso complessivo di 5 tonnellate e mezzo). Ieri stavano lavorando sul boma, la trave orizzontale incernierata all’albero che sostiene e tiene tesa la base della randa. Il boma potrebbe aver fatto da leva e del materiale, forse un pezzo di metallo, avrebbe colpito la vittima. Sul posto sono intervenuti gli uomini della capitaneria di porto, i carabinieri e il sostituto procuratore di Termini Imerese, Raffaele Cammarano, lo stesso che segue il caso dal giorno del naufragio. Inevitabile uno stop al cronoprogramma del recupero che ha fissato per il 18 giugno la data in cui l’imbarcazione dovrebbe essere mesa a disposizione dei periti.
IL BILANCIO
Diventano così otto le vittime del Bayesian. In sette morirono nella notte di tempesta del 19 agosto: il magnate e proprietario Mike Lynch, la figlia Hannah, Jonathan Bloomer (presidente di Morgan Stanley International) e la moglie Judy, i coniugi Chris e Neda Morvillo e il cuoco di bordo Recaldo Thomas. Erano sette i progetti presentati dal consorzio di assicurazioni P&I British Marine che ha stipulato la polizza con gli armatori del veliero. Alla fine la scelta è ricaduta sul progetto della Tmc Marine che prevede di tagliare l’albero. Gli esperti misero per iscritto che garantisce il più basso livello di rischio per la sicurezza degli operai e l’integrità del veliero necessaria per un’indagine approfondita. Raddrizzare il superyacht senza tagliare l’albero avrebbe potuto provocare un cedimento con conseguenze “catastrofiche”. Non si può valutare in anticipo se l’affondamento abbia causato stress e degrado strutturale dei vari componenti. La testa dell’albero ha colpito il fondale. Il taglio è previsto in prossimità del boma utilizzando un filo diamantato ed evitando l’ingresso all’interno del relitto. Un taglio a distanza, preceduto dal lavoro preparatorio dei subacquei tra cui c’era Robcornelis Maria Huijben Uiben. Una volta riportato in superficie il corpo, il personale medico a bordo della Hebo 2 ed Hebo 10 ha provato invano a rianimarlo.
Se venisse confermata l’ipotesi dell’incidente sul lavoro le operazioni di recupero potrebbe subire uno stop. Il sequestro del cantiere sarebbe inevitabile. Nel frattempo tutto si ferma, innanzitutto per piangere l’ottava vittima.