repubblica.it, 9 maggio 2025
Corea del Nord, test missilistici per simulare attacchi nucleari contro gli Usa e il Sud
Test missilistici per “simulare contrattacchi nucleari contro le forze statunitensi e sudcoreane”. Test supervisionati da Kim Jong-un in persona. Il giorno dopo il lancio di diversi missili balistici a corto raggio, i media di regime della Corea del Nord spiegano ora che quei lanci “miravano a simulare attacchi nucleari contro gli Stati Uniti e la Corea del Sud”.
Le esercitazioni, ovviamente “riuscite” come precisa la propaganda di Pyongyang, sono un modo per Kim di protestare contro le consuete esercitazioni congiunte nella penisola coreana da parte di Washington e Seul, e di mostrare la crescente potenza militare del suo Regno eremita.
L’esercito sudcoreano sosteneva ieri invece che il lancio potrebbe essere stato effettuato anche per testare le prestazioni e la stabilità di volo dei missili destinati all’esportazione (cioè alla Russia). Negli ultimi giorni il Maresciallo Kim ha chiesto di aumentare la produzione di proiettili di artiglieria, mentre il Paese continua a fornire armi e truppe a Mosca. Lo Hwasong-11 usato nelle esercitazioni è un missile a corto raggio noto anche come KN-23 o KN-24, che secondo l’Ucraina Pyongyang avrebbe fornito proprio a Mosca nella guerra contro Kiev.
L’assenza di Kim a Mosca
Kim Jong-un non è nella capitale russa per le celebrazioni in occasione dell’80° anniversario della sconfitta della Germania nazista nella seconda guerra mondiale. Ma, accompagnato dalla figlia Ju Ae, oggi ha fatto una rara visita proprio all’ambasciata russa di Pyongyang. “Pyongyang e Mosca saranno sempre insieme”, dice il leader. Affermando che la Corea del Nord “consoliderà e svilupperà la lunga tradizione delle relazioni con la Russia, le nobili fondamenta ideologiche e l’alleanza invincibile”.
Parole d’amore, mentre Vladimir Putin nella Piazza Rossa stringe la mano e abbraccia Kim Yong Bok, il generale considerato una figura chiave nel dispiegamento delle truppe nordcoreane in Russia. Il generale è sotto sanzioni da parte degli Stati Uniti, della Corea del Sud e dell’Unione europea. Con Kim, nella delegazione di ufficiali nordcoreani mandati a Mosca per l’occasione, c’era anche Sin Kum Chol, un altro generale inserito nella lista nera dal governo sudcoreano per il suo coinvolgimento nella guerra in Ucraina.
Secondo le stime dell’intelligence di Seul, Pyongyang ha mandato 15mila soldati a combattere al fianco dei russi: 600 sarebbero i caduti.