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 2025  maggio 09 Venerdì calendario

Bruxelles può annullare il golden power su Bpm

L’uso del golden power contro Unicredit per l’Ops su Banco Bpm rischia di provocare uno scontro tra il governo italiano e l’Europa. Almeno per ora, infatti, l’esecutivo non ha notificato alla Direzione generale per la concorrenza della Commissione europea la decisione presa il 18 aprile. Ma l’articolo 21, comma 4, del regolamento europeo sulle concentrazioni specifica che gli Stati membri possono intervenire con le regolamentazioni nazionali solo se queste si basano su interessi pubblici che riguardano la “sicurezza nazionale”. Si tratta, però, di casi eccezionali, mentre all’autorità Ue spetta il compito di autorizzare Unicredit ad acquisire Banco Bpm sotto il profilo dell’Antitrust. Così come spetta alla DgComp stabilire se questi interventi degli Stati siano compatibili con i trattati Ue. «Gli interventi degli Stati membri devono essere proporzionati, trasparenti e indirizzati nel genuino interesse pubblico identificato», ha detto recentemente il vice direttore generale per le fusioni Guillaume Loriot. Se non lo sono possono essere revocate contestualmente all’emanazione della decisione presa a Bruxelles. Un precedente risale al 2022, quando la Commissione ha accertato la violazione dell’articolo 21 da parte dell’Ungheria per aver proibito l’acquisizione di Aegon Hungary da parte di Vig. Anche se il provvedimento di veto del governo ungherese non era stato comunicato a Bruxelles, l’autorità europea è intervenuta lo stesso, in soli 15 giorni, disapplicandolo e adducendo il ragionevole dubbio che quel provvedimento non rientrava nell’ambito della sicurezza nazionale. Il caso Unicredit è molto simile a quello ungherese. Dopo il golden power che ha imposto una serie prescrizioni severe, la banca ha chiesto alla DgComp l’autorizzazione ad acquisire Banco Bpm ai fini antitrust. E ora, nonostante la mancata comunicazione, la Dg-Comp potrebbe confermare o revocare il golden power su Unicredit nel momento in cui decide in merito alla concorrenza, cioè entro il 18 giugno, poco prima che l’Ops si concluda il 23 dello stesso mese.
Intanto si apprende di un incontro Orcel-Caltagirone a Milano che potrebbe aver avuto come tema ladestinazione della quota Generali che andrebbe in mano a Donnet dopo la vendita di Banca Generali, ma anche la scalata di Montepaschi su Mediobanca.
Nel frattempo, il governo si scopre diviso. Forza Italia torna a criticare il golden power. «Bisogna stare molto attenti a inserirsi in logiche di mercato perché dobbiamo evitare che ci sia un’alterazione del mercato», dice il portavoce del partito, Raffaele Nevi. Gli azzurri, riferiscono fonti di maggioranza, starebbero spingendo per un incontro tra Orcel e il governo se non addirittura direttamente con Meloni. L’obiettivo è avviare una trattativa per ammorbidire le prescrizioni. Come dimostra la posizione di FdI: «Il golden power e le relative prescrizioni sono state oggetto di attenta valutazione tecnica, non vedo perché modificarle in corsa, se ci fossero eventuali fatti nuovi che possono determinare scenari diversi, qualcuno li valuterà», sottolinea il responsabile economico del partito, Marco Osnato. Anche la Lega tiene il punto: nessun ripensamento sull’attivazione dei poteri speciali. Intercettato da Repubblicaal Senato, Matteo Salvini taglia corto: «Il golden power? Se ne occupa Giorgetti».