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 2025  maggio 09 Venerdì calendario

Paolo Scarfoglio: "Vogliono oscurare la vera Matilde Serao"

Paolo Scarfoglio porta il nome del nonno, direttore tra l’ottobre del 1917 e il dicembre del 1925 de Il Mattino. Discende da una famiglia che ha avuto un ruolo di peso nella storia del giornalismo, è il pronipote di Edoardo Scarfoglio e di Matilde Serao che fondarono il quotidiano napoletano ed è il testimone di una tradizione di solido antifascismo. Edoardo Scarfoglio morì nel 1917, quando ancora Mussolini era lontano dal potere ma il figlio Antonio scelse di raccontare ai lettori de Il Mattino illustrato il delitto Matteotti senza fare sconti al regime. La bisnonna Matilde che molti conoscono soprattutto per il romanzo d’inchiesta Il ventre di Napoli quando Mussolini si impadronì dell’Italia ne prese rapidamente le distanze e ne subì le conseguenze. Mussolini provò a chiederle di attenuare la sua opposizione. In cambio le offrì pieno sostegno alla sua candidatura al premio Nobel della Letteratura. Altri avrebbero accettato, Matilde Serao rispose aderendo al manifesto degli intellettuali contro il fascismo di Benedetto Croce. Non ottenne il Nobel che andò a Grazia Deledda ma, quando il Duce chiese comunque di incontrarla per chiederle come mai fosse così antimussoliniana, lei si tolse la soddisfazione di spiegargli che non era antimussoliniana ma antifascista.
Cronache di un secolo fa che tornano di prepotenza di attualità ora che ci si prepara all’anniversario dei cento anni dalla morte della giornalista. Il 6 marzo si è tenuta a Caserta una conferenza stampa di presentazione del comitato che per i prossimi tre anni si occuperà delle iniziative che ricorderanno Matilde Serao. Una mossa che ha sorpreso e irritato Paolo Scarfoglio.
Perché?
«Sono rimasto molto sorpreso non dalla iniziativa che è bella ma dalla composizione del comitato che si dovrà occupare del ricordo della mia bisnonna. Non c’è nessuno che abbia una competenza specifica sia in campo letterario sia su Matilde Serao. A Napoli ci sono valenti studiosi che hanno pubblicato opere di critica su di lei che sono stati completamente ignorati».
Come riporta il decreto ministeriale del ministero della Cultura, che ha istituito il Comitato l’11 marzo, a presiedere il comitato è Michele Lanna, ricercatore e professore aggregato di Sociologia del diritto della devianza e mutamento sociale presso l’Università degli studi della Campania Luigi Vanvitelli. Poi ci sono Giovanna Palermo, professoressa associata di Sociologia giuridica, della devianza e mutamento sociale presso il Dipartimento di Psicologia dell’Università degli studi della Campania Luigi Vanvitelli; Pasquale Peluso, professore associato di Sociologia della devianza e Criminologia presso il Dipartimento di Scienze giuridiche e politiche dell’Università degli Studi di Roma Guglielmo Marconi; Raffaella Perrella, professoressa associata di Psicologia clinica e dinamica presso il Dipartimento di Psicologia dell’Università degli studi della Campania “Luigi Vanvitelli”.
«Appunto. Che c’entrano con Matilde Serao? Poi non capisco perché, nonostante la mia bisnonna fosse napoletana abbiano scelto Caserta per la presentazione. Non mi sembra una scelta opportuna. La sua attività si è svolta per il 99 per cento a Napoli, lì ha fondato il suo giornale dopo la separazione con Scarfoglio e mi sembra pretestuoso creare un comitato a Caserta e offensivo nei confronti di una donna che ha amato la sua città e che l’ha raccontata in un modo che ancora dopo un secolo resta indelebile».
Che cosa è successo secondo lei?
«Andreotti diceva che a pensare male si fa peccato ma si indovina. È cambiato il corso politico di questa nazione e sono cambiate anche le valutazioni di opportunità su come organizzare gli eventi culturali da parte del ministero della Cultura».
Ha pesato l’antifascismo di Matilde Serao?
«C’è innanzitutto un dato di fatto, sono stati scelti esperti e docenti di tutt’altre materie, che non hanno mai pubblicato nulla su Matilde Serao. Non li avevo mai sentiti prima di ora mentre a Napoli c’è una folta schiera di studiosi che avrebbe potuto dare un contributo diverso sulla materia. Di sicuro la scelta di spostare tutto a Caserta porterà un minore riscontro perché tutti quelli che a Napoli avrebbero voluto partecipare e assistere a questi eventi sicuramente non andranno a Caserta. Se poi in questa operazione ci sia un revisionismo dell’opera e delle opinioni di Matilde Serao e quindi se si voglia renderla innocua e inventare storie su una sua presunta vicinanza con il regime lo si capirà dallo svolgimento dei lavori di questo comitato. Sia chiaro: nella nostra famiglia tutto possiamo concepire tranne un accostamento fra un certo tipo di regimi e la nostra attività culturale e giornalistica».
Forse i componenti di questo comitato sono stati più rapidi di altri?
«La domanda da parte di un gruppo di persone di Napoli è stata presentata già tempo fa ed è stata respinta perché era troppo presto. Ora invece si dà la possibilità a degli sconosciuti che nella vita hanno fatto tutt’altro di occuparsi di Matilde Serao. È una scelta politica non di coerenza con l’attività della mia bisnonna. È come se si volesse marginalizzare e in parte oscurare questa scrittrice e evitare che vengano fuori alcuni episodi della sua vita».
Per esempio?
«Per esempio che aveva pubblicato un romanzo pacifista, un pamphlet contro la guerra, in un periodo in cui i futuristi inneggiavano alla guerra come fonte di pulizia del mondo. Anche per questo non fu candidata al premio Nobel. Noi Scarfoglio abbiamo una lunga storia di persecuzioni da parte del regime fascista. I soldati di Mussolini andarono a casa di mio nonno, la devastarono e lanciarono i mobili fuori dalla finestra. A tutti gli Scarfoglio fu ritirato il tesserino da giornalista e non potettero esercitare la loro professione fino al 1945. Ora torniamo a essere vittime di una nuova persecuzione, ci vogliono sottrarre la memoria di questa grande personalità per minimizzarla».
Se al potere non ci fosse un governo di destra secondo lei le cose sarebbero andate diversamente?
«Assolutamente si. Abbiamo organizzato tante manifestazioni in passato ma ora il clima è cambiato