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 2025  maggio 09 Venerdì calendario

Pagamenti digitali la sfida sicurezza

«La fiducia nei mezzi di pagamento è un bene pubblico il cui perseguimento richiede investimenti in tecnologia da parte degli operatori e la definizione di misure e regole volte a rafforzare la sicurezza nell’utilizzo degli strumenti di pagamento». Inizia da questa premessa l’ultimo rapporto della Banca d’Italia sulle operazioni di pagamento fraudolente nel nostro Paese.
I dati relativi al primo semestre del 2024 vedono il tasso di frode rimanere stabile, ma con differenze significative tra i diversi strumenti. Carte e monete elettroniche risultano le più colpite, mentre il valore medio delle operazioni fraudolente è di gran lunga maggiore per i bonifici: 3.500 euro. Le carte di pagamento si fermano a 86 euro.
GLI EFFETTI
Più in generale, secondo il Fondo monetario internazionale negli ultimi venti anni gli eventi malevoli hanno comportato per il settore finanziario perdite dirette per circa 12 miliardi di dollari, di cui oltre un quinto nel solo quadriennio 2020-23.
La crescente digitalizzazione del mercato transazionale comporta numerosi benefici, ma apre anche la strada a nuove minacce cyber. Per respingere gli attacchi, in continua evoluzione, l’industria dei servizi finanziari ha moltiplicato i propri sforzi per trovare soluzioni in grado di garantire, nell’era dell’IA e delle tecnologie avanzate, una maggiore sicurezza nelle transazioni e nella protezione dei dati dei consumatori.
Risultato? I casi di frode con pagamenti elettronici restano rari rispetto al numero complessivo di transazioni al dettaglio nell’economia. Il tasso di frode per i bonifici ordinari si attesta allo 0,001%, evidenzia Bankitalia. Per i bonifici istantanei l’asticella si alza allo 0,048%. Nel primo semestre del 2024 il valore dei bonifici fraudolenti ordinati tramite i prestatori di servizi di pagamento italiani ammontava a circa 50 milioni di euro, una cifra contenuta ma in crescita del 67% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Più nel dettaglio, le operazioni fraudolente con carta e moneta elettronica registrate da Via Nazionale nella prima parte del 2024 ammontano, rispettivamente, a 384mila e 232mila.
Il numero di bonifici colpiti nel periodo preso in esame sfiora invece quota 13mila. Nel frattempo, in Italia la regolamentazione sui pagamenti istantanei si sta gradualmente allineando ai progressi europei.
L’entrata in vigore nel 2024 del regolamento Ue sugli “Instant Payments” ha rappresentato un momento di svolta, perché ha reso pienamente disponibili i pagamenti istantanei in euro per i consumatori e le imprese nell’Unione e negli stati dello Spazio economico europeo, consentendo agli utenti di trasferire denaro, entro dieci secondi e in qualsiasi momento della giornata, anche al di fuori del Paese.
LA MANIPOLAZIONE
Da gennaio i Psp sono tenuti a garantire la ricezione dei bonifici istantanei in euro, assicurando che le transazioni siano elaborate senza costi aggiuntivi rispetto ai bonifici tradizionali. Dal 9 ottobre i prestatori di servizi di pagamento dovranno inoltre introdurre anche per i bonifici istantanei il servizio di verifica del beneficiario, in modo da scongiurare eventuali errori o frodi.
La “manipolazione del pagatore”, secondo quanto rilevato da Bankitalia nella sua indagine, è la tipologia di frode prevalente nel caso dei bonifici. Questo tipo di attacco in cui l’utente pagatore viene indotto dal frodatore a impartire un’istruzione di pagamento al Psp, in buona fede, su un conto che egli ritiene appartenere a una persona fidata, come un parente o un socio in affari assorbe oggi il 74% del valore totale delle frodi registrate nel primo semestre del 2024 e il 65% del numero delle operazioni fraudolente. Le frodi con carte di pagamento, moneta elettronica e prelievi da Atm avvengono invece in larga parte a causa della cosiddetta “emissione del pagamento da parte del frodatore”, avverte la Banca d’Italia.
La “contraffazione” e il furto di dati rappresentano, infine, la tipologia principale di frode nelle operazioni a distanza. Al furto di dati è riconducibile nel primo semestre del 2024 il 35% del valore delle operazioni fraudolente.