Libero, 9 maggio 2025
22 milioni per rifare il tetto della Galleria
Per i milanesi di vecchio e nuovo conio, approdati in città per lavoro o per pura scelta di vita, la Galleria è il vero ombelico di Milano, lasciando al Duomo il compito di far da simbolo, da immagine iconica nel mondo. E siccome anche l’ombelico, come altre parti del “corpo”, necessita di una certa manutezione, l’amministrazione comunale ha stanziato 22,5 milioni di euro per rifare il tetto della Galleria. Un intervento, quello del rifacimento dell cosiddetto salotto buono della città (la gallina dalle uova d’oro per Palazzo Marino, visto gli incassi ottenuti con gli affitti), tanto necessario quanto complicato, attorno al quale gli uffici del Comune stanno lavorando con grande attenzione.
Il nodo da sciogliere sembra esser quello dell’allestimento dei ponteggi per realizzare l’intervento, visto che non dovranno bloccare l’attività degli esercizi commerciali presenti in galleria, così come il lavoro degli uffici dei pieni superiori. Già nel febbraio del 2022 gli uffici del Comune avevano effettuato un check-up sulla copertura della Galleria Vittorio Emanuele II, con prelievi di campioni, analisi di laboratorio, con l’obiettivo di verificare le condizioni e il comportamento degli elementi in ferro e vetro che compongono le volte dei bracci e la cupola dell’Ottagono. Il referto dello studio, elaborato dall’amministrazione comunale, è stato valutato e vagliato con gli esperti della Soprintendenza in modo da arrivare al progetto per gli interventi di consolidamento e restauro. Sulla base di questo documento sarà redatto il bando per l’assegnazione dei lavori.
L’indagine conoscitiva di tre anni fa è stata particolarmente necessaria, visto che dalla rilettura dei documenti del progettista della Galleria, Giuseppe Mengoni, nulla è stato trovato in relazione ai soffitti di vetro, ad eccezione delle immagini scattate in corso d’opera sul cantiere. La realizzazione della copertura era stata avviata nel gennaio 1867. Gli ultimi lavori alle copertura della Galleria sono stati effettuati nell’immediato dopoguerra e sono terminati il 7 dicembre del 1955. L’ultima indagine è servita anche per capire se la struttura è in grado di reggere dei vetri nuovi, più pesanti rispetto a quelli attuali ma più adeguati alle norme di sicurezza di oggi.
Dal punto di storico la genesi della Galleria, sia pur con tutte le variazioni sul tema, ricorda in qualche modo il defatigante dibattito sul nuovo stadio. L’idea di una via che collegasse piazza Duomo e piazza della Scala avvenne in conseguenza di uno dei tanti dibattiti che da tempo animavano la città, promosso nel 1839 da Carlo Cattaneo, circa il rifacimento della zona antistante al duomo di Milano, allora più piccola e irregolare e definita da molti non degna della cattedrale della città. Nel biennio ’59-’60 furono firmati i tre decreti regi che la giunta comunale aspettava: uno per l’esproprio dei palazzi da demolire, uno per la demolizione del coperto dei Figini e del Rebecchino, caseggiati che occupavano allora l’attuale piazza Duomo e che dovevano essere abbattuti per dare alla piazza un aspetto più nobile, e un ultimo decreto per autorizzare una lotteria finalizzata a raccogliere i fondi necessari alla costruzione della nuova via.
Ottenuti i permessi per le espropriazioni, il 3 aprile 1860 il Comune di Milano bandì il concorso di realizzazione per la nuova via, i cui progetti sarebbero stati valutati da una commissione appositamente stabilita: nonostante le polemiche per la scarsa pubblicità al concorso indetto dal Comune, al primo bando furono presentati un numero elevatissimo di progetti. Più graditi, pur senza risultare vincitori, furono i progetti di Gaetano Martignoni, in cui proponeva una galleria a croce greca per collegare le due piazze e infine Giuseppe Mengoni, che proponeva in un primo progetto una via ispirata ai palazzi comunali del XIV secolo.
Fu così bandito, nel 1863, il terzo e ultimo concorso in cui furono valutati solo otto progetti, tre su invito della commissione e cinque presentati spontaneamente, in cui fu decretato vincitore Giuseppe Mengoni, a condizione che fosse disponibile alla revisione di alcune parti del progetto...