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 2025  maggio 08 Giovedì calendario

Stelle e novità, è un Giro intrigante

Ci siamo. Domani prende il via l’edizione numero 108 del Giro d’Italia, la corsa più amata dagli italiani. Si parte dall’Albania (dalle 14 tv Rai2/Eurosport), scelta che desta interesse e che riprende la tradizione delle grandi partenze dall’estero. L’ultima fu da Budapest nel 2022, dove Mathieu van der Poel prese la prima Maglia Rosa.
Ancora a Roma l’arrivo (1° giugno) per la terza volta consecutiva. Un evento speciale dedicato a Papa Francesco: 143 km che esaltano la bellezza dei Giardini Vaticani con la sfilata del gruppo.
Ad aprire le danze sarà una frazione di media montagna con partenza da Durazzo e arrivo a Tirana, 1800 metri di dislivello in 164 km. Prima puntata di un Giro classico, equilibrato ma intrigante. Sono 23 le squadre in gara e 21 le tappe per 3443,3 km complessivi. Due le cronometro: la seconda tappa, la Tirana-Tirana di 13,7 km, e la 10ª, da Lucca a Pisa (28,6 km). Dopo l’Albania il Giro sbarca in Puglia: lunedì 12 maggio riposo, poi si riprende con la frazione Alberobello-Lecce. E si sale.
Per tre settimane di spettacolo. Di una corsa sempre più moderna. Lo testimonia l’uso sempre più importante dell’intelligenza artificiale da parte del gruppo. Utile per affinare l’allenamento e per studiare l’alimentazione. Metodo adottato dalle grandi squadre come la Uae di Ayuso e dalla Visma Lease a Bike di Wout Van Aert, il fuoriclasse belga che regala magie e che anche da solo vale il biglietto di questo viaggio stupendo attraverso l’Italia.
Sarà un’edizione aperta, senza un dominatore, un favorito, e chissà che l’Italia non possa sognare con Giulio Ciccone – miglior scalatore (maglia azzurra) nel 2019 – e con Antonio Tiberi.
Si inizia a fare sul serio in salita nella settima tappa, venerdì 16 maggio, da Castel di Sangro a Tagliacozzo: 3500 metri di dislivello, quattro Gpm e poi la salita in Abruzzo. Altra prova impegnativa nella 16ª tappa di martedì 27 maggio, da Piazzola sul Brenta a San Valentino: 203 km, con tre Gpm a Candrai, Santa Barbara e sul traguardo di Brentonico a 1315 metri. Da segnare sul calendario anche la nona tappa, la Gubbio-Siena perché assomiglia a una piccola Strade Bianche e ha lo stesso fascino. Il gruppo affronterà lo sterrato, poi l’arrivo suggestivo in Piazza del Campo.
Il podio però si deciderà nelle ultime due puntate. In Valle d’Aosta, a Champoluc, 4950 m di dislivello attraverso i colli di Tzecore, Saint-Pantaléon, Joux e la salita alla frazione di Antagnod. E poi sulla mitica salita verso Sestriere, con Colle delle Finestre. Che è la Cima Coppi di questa edizione, a 2178 metri di altezza dopo una scalata di 18,5 km con pendenze che variano dal 9,2% al 14%. È la vetta più alta del percorso e sarà ancora una volta il giudice del Giro d’Italia. Come è successo nel 2018 quando Chris Froome (allora Sky), con un’impresa d’altri tempi ha ribaltato la situazione. Scattato da solo a oltre 80 km dal traguardo lungo la salita è andato in fuga arrivando in trionfo sul traguardo di Bardonecchia. Immagini storiche che potrebbero ripetersi in questo Giro democratico. In assenza dell’asso pigliatutto Pogacar (che punta su Tour de France e Vuelta), sono molti i candidati al trono. Tra questi i cinque ex vincitori del trofeo: Nairo Quintana (2014), Richard Carapaz (2019), Egan Bernal (2021), Jai Hindley (2022) e Primoz Roglic (2023).
Ed è proprio lo sloveno – dopo il successo alla Volta a Catalunya – a partire con i favori del pronostico. Perché è esperto, è abituato a gestire tre settimane fatica e si affida ad una squadra – la Bora Hansgrohe – che schiera uomini importanti. La strategia del team è puntare tutto sulla Corsa Rosa, l’unica “accessibile” perché il Tour de France e la Vuelta sono blindate per la presenza di Pogacar e Vingegaard. La squadra tedesca dunque lavorerà per Roglic, capitano di una Bora ambiziosa grazie anche a Hindley e a Daniel Felipe Martinez, secondo classificato nel 2024.
Ma il Giro d’Italia è molto imprevedibile, tutto può succedere e Juan Ayuso con la Uae Emirates non starà a guardare. Per molti lui, il nuovo che avanza, è il favorito.