Il Messaggero, 8 maggio 2025
Aerei, tratte 39 volte più sicure rispetto agli anni Settanta grazie anche all’hi-tech. Ecco i Paesi più virtuosi
Viaggiare in aereo non è mai stato così sicuro: le tecnologie e i sistemi ora in funzione in un velivolo permettono voli con una qualità sempre più alta.
E le imprese che costituiscono la filiera produttiva stanno garantendo sempre più dispositivi efficaci e sicuri. La conferma viene da un recente studio del Massachusetts Institute of Technology che è stato pubblicato sul Journal of Air Transport Management secondo il quale i viaggiatori di un aereo sono circa 39 volte più sicuri rispetto a quelli di mezzo secolo fa. Il rischio di morte, infatti, è di uno ogni 13,7 milioni di passeggeri imbarcati. Il lavoro realizzato dai ricercatori statunitensi ha permesso di calcolare precise statistiche sulla base dei dati che sono stati forniti dalla organizzazione internazionale Flight Safety Foundation, dalla Banca Mondiale e dalla Iata, l’Associazione internazionale delle compagnie aeree.
I risultati indicano che nel periodo tra il 2018 e il 2022 il rischio di morte per incidenti o attacchi deliberati è stato, come detto, di 1 ogni 13,7 milioni di passeggeri imbarcati a livello mondiale. È andando a vedere la serie storica del numero delle vittime che si può capire la differenza in modo molto più chiara. Nel decennio tra il 2008 e il 2017 è stato pari a 1 ogni 7,9 milioni di imbarchi, mentre nel periodo 1968-1977 il dato si era attestato a 1 ogni 350.000 imbarchi. Complessivamente, il rischio continua a calare del 7% all’anno e oggi i passeggeri sono 39 volte più sicuri che negli anni Settanta. Un valore, dunque, che conferma come il trasporto aereo sia tra i sistemi più sicuri: un modello che non tocca solo gli aeromobili, però, ma anche gli aeroporti, che hanno fasi di controllo particolarmente rigide e che contribuiscono a mantenere alto il livello di sicurezza durante tutto il viaggio. E i numeri saranno destinati a scendere sempre più, con l’arrivo di nuovi modelli, nuovi apparati, nuovi sistemi in grado di migliorare l’esperienza di volo e la sicurezza degli operatori e dei tantissimi passeggeri di tutto il pianeta, che usano l’aereo non solo per i viaggi intercontinentali ma anche per distanze più ridotte.
Ovviamente, secondo lo studio del Mit, esistono dei Paesi del mondo dove è più sicuro volare e altri dove lo è meno. Secondo il lavoro dei ricercatori ci sono aree del pianeta dove questo valore è maggiore e dove, storicamente, si sono fatti grandi investimenti un po’ in tutta la filiera del comparto della sicurezza aerea. Si tratta di Stati Uniti, Europa, Australia, Canada, Cina, Israele, Giappone e Nuova Zelanda. Solo a seguire c’è un altro gruppo di Paesi come Bahrein, Bosnia, Brasile, Brunei, Cile, Hong Kong, India, Giordania, Kuwait, Malesia, Messico, Filippine, Qatar, Singapore, Sudafrica, Corea del Sud, Taiwan, Thailandia, Turchia ed Emirati Arabi Uniti. In ciascuno di questi due gruppi di nazioni, il rischio di morte per imbarco nel periodo 2018-2022 è stato di circa 1 su 80 milioni. Tutti gli altri Paesi del mondo rientrano invece nel terzo gruppo con un livello di sicurezza inferiore e che, quindi, devono fare investimenti per aumentare i loro standard di qualità del volo.
Proprio a dimostrazione del fatto che i sistemi vengono controllati e ricontrollati (e che sono oggetto di analisi scientifiche), un recente studio dell’Università di Genova (e presentato a Las Vegas e Filadelfia del corso di due incontri) ha passato al setaccio il meccanismo di prevenzione delle collisioni Tcas e ha dimostrato alcune criticità che hanno portato la Cisa (la Cybersecutiry e infrastructure security agency, l’agenzia federale statunitense), a fornire indicazioni su come riconoscere e gestire potenziali attacchi basati proprio su queste vulnerabilità. Il sistema così come era stato impostato, infatti, poteva generare falsi bersagli sui display degli aerei di linea creando l’illusione di aeromobili inesistenti in rotta di collisione e induceva a fare manovre evasive non necessarie.