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 2025  maggio 07 Mercoledì calendario

«L’obesità è una malattia da curare»: sì alla legge, è il primo passo verso cure e farmaci gratis

La Camera, con 155 voti favorevoli e 103 astenuti, ha approvato la proposta di legge con le «Disposizioni per la prevenzione e la cura dell’obesità»: un testo di soli sei articoli che però può rappresentare una sorta di manifesto per una condizione che oggi riguarda circa 6 milioni di italiani e che ancora viene vissuta come uno stigma di cui portarne la colpa. Ora manca il via libera del Senato per il suo varo definitivo che apre le porte all’ingresso delle cure anti obesità – dalle visite agli esami diagnostici fino alla chirurgia bariatrica e ai nuovi farmaci anti obesità – tra i livelli essenziali di assistenza (i Lea) e cioè tra quelle prestazioni che il Servizio sanitario nazionale deve erogare gratuitamente a tutti i cittadini. Per definire però esattamente quali cure saranno a carico del Ssn sarà necessario una sua formale definizione all’interno dei Lea e soprattutto trovare le risorse necessarie per garantirle a tutti.
Italia primo Paese al mondo a riconoscere l’obesità come malattia
«Con l’approvazione della mia proposta di legge recante disposizioni per la prevenzione e la cura dell’obesità, di cui sono primo firmatario, diventiamo il primo Paese al mondo a riconoscere l’obesità come una malattia. A partire dal 2019, mi sono impegnato a coinvolgere il mondo scientifico e universitario, quello medico e le associazioni dei pazienti e dei cittadini, scrivendo insieme e portando in approvazione unanime una mozione in quest’Aula. Oggi quella mozione e quell’impegno diventano legge». Così Roberto Pella, capogruppo di Forza Italia in commissione Bilancio, intervenendo in dichiarazione di voto sulla pdl per la prevenzione e la cura dell’obesità. Nonostante non ci siano stati votati contrari alla proposta di legge non sono mancate alcune critiche dall’opposizione: «L’obesità è secondo questo Governo una malattia progressiva e recidivante, perciò la pdl è un placebo, senza conseguenze reali sulle necessità del paese, le persone obese restano senza sostegno concreto della Stato che si limiterà ad organizzare qualche campagna informativa in più», così la capogruppo di Avs alla Camera Luana Zanella
Cosa prevede la legge e i passi da fare
Ma cosa prevede la legge che dovrebbe essere varata ed entrare in vigore già prima della prossima estate? Innazitutto come detto, il riconoscimento dell’obesità come patologia con «i soggetti affetti da obesità» che potranno usufruire «delle prestazioni contenute nei livelli essenziali di assistenza erogati dal Servizio sanitario nazionale», recita ancora l’articolo 2 della legge. Il che significa che con l’aggiornamento dei Lea – un passaggio che dovrà prevedere dei fondi ad hoc- dovranno entrare tra le cure gratuite (o dietro pagamento del ticket) tutte quelle prestazioni anti obesità come visite e analisi, i nuovi farmaci che si stanno affermando in questi ultimi anni fino alla chirurgia bariatrica e alle indicazioni mediche sugli stili di vita. E proprio su quest’ultimo fronte il Ddl punta anche a finanziare un «programma nazionale per la prevenzione e la cura dell’obesità» che promuoverà iniziative che andranno dall’allattamento al seno alla promozione delle attività sportive e della conoscenza delle principali regole alimentari nelle scuole e tra i genitori fino a sostenere la formazione e l’aggiornamento in materia di obesità e sovrappeso tra gli studenti universitari, i medici di famiglia, i pediatri e il personale del Ssn. Prevista infine l’istituzione, presso il ministero della salute, dell’Osservatorio per lo studio dell’obesità, a cui sono attribuiti compiti di monitoraggio, studio e diffusione degli stili di vita tra gli italiani.
L’impatto dell’obesità sul Servizio sanitario nazionale
L’obesità è una malattia cronica frutto di molteplici fattori legati strettamente l’uno all’altro tra cui a esempio gli stili di vita sedentari e la ridotta attività fisica, l’alimentazione scorretta, i determinanti socioeconomici, gli aspetti psicologici e lo stress oltre ai fattori genetici e «rappresenta oggi un problema rilevantissimo di salute pubblica e di spesa per i servizi sanitari nazionali, anche in virtù delle sue complicanze», ha sottolineato ancora Pella che nell’ultima manovra di bilancio «grazie anche all’impegno del ministro Schillaci» ha trovato anche le prime risorse per finanziare tra le altre cose campagne di comunicazione e sensibilizzazione fin dentro le scuole dove già tra i banchi c’è bisogno di prevenzione. Intervenire in tempo vuole dire infatti anche risparmiare visto che si stima che tra costi diretti e indiretti (le patologie correlate da curare) l’impatto sul Servizio sanitario superi ogni anno i 13 miliardi, colpendo sin da piccolissimi visto che per l’Istat circa il 19% dei bambini di 8-9 anni di età é in sovrappeso e il 9,8% risulta affetto da obesità, con diseguaglianze territoriali molto grandi che vedono il Sud conquistare il primato e con differenze anche tra Comuni grandi e piccoli.