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 2025  maggio 08 Giovedì calendario

Mafia dell’oro assassina 13 minatori: stop all’attività

L’estrazione illegale di oro, in Perù, è ormai fuori controllo. Il ritrovamento, domenica scorsa, di tredici minatori della società La Poderosa, rapiti, torturati e assassinati da criminali presumibilmente interessati impossessarsi della miniera di Pataz,a nord della capitale, ha costretto la presidente Dina Boluarte a imporre nella regione un coprifuoco di 12 ore e la sospensione di un mese delle attività estrattive. «Le forze armate – ha annunciato Boluarte – prenderanno il controllo dell’area».
Gli addetti ai avori fanno notare che la criminalità legata all’oro, caratterizzata addirittura da estorsioni e omicidi su commissione, è esplosa in Perù, il più grande produttore dell’America Latina, in concomitanza con i picchi del prezzo raggiunti dal metallo prezioso nelle borse internazionali. Le quotazioni sono arrivate intorno ai 3.500 dollari l’oncia. E l’anno scorso, gli omicidi sono cresciuti del 35,9% rispetto al 2023. L’Unità di Intelligence Finanziaria del Perù, ancora, ha stimato che l’estrazione illegale di oro vale nove miliardi di dollari. Un tempo era confinata ad certe zone, oggi invece è diffusa in tutto il Paese segnato, dunque, da violenza e disordini diffusi tanto da costringere alcune società ad abbandonare alcuni siti.
Il ritrovamento a Pataz dei cadaveri dei 13 minatori, tenuti in sequestro per una settimana prima di essere torturati e uccisi (sui social media sono circolati video girati dagli stessi esecutori a testimoniare la ferocia dell’esecuzione), potrebbe innescare una crisi politica mossa dall’opposizione che accusa il governo, retto da una presidente già al centro di numerose inchieste per corruzione, di aver sottovalutato il problema minimizzando le denunce di chi da tempo segnalava intorno alle miniere un clima di grave insicurezza.
La stessa azienda, venerdì scorso, aveva fatto sapere di essere «delusa dal fatto che la polizia non stesse facendo abbastanza per prevenire l’attività mineraria illegale». Va però ricordato che a dicembre scorso migliaia di persone “disperate” erano scese in piazza, al centro di Lima, bloccando pure l’autostrada principale: chiedevano all’esecutivo di non chiudere il registro dei minatori “informali”, noto come Reinfo, che mette al sicuro dai procedimenti giudiziari i minatori improvvisati, quelli che vengono spesso assoldati dalle gang, dai procedimenti giudiziari.