Corriere della Sera, 6 maggio 2025
Tutti i meme del presidente
Quando il biologo Richard Dawkins pubblicò nel 1976 la sua teoria della memetica – i meme sono unità portatrici di significato che, come i geni in biologia, si trasmettono da un umano all’altro, mutano, sono soggette a pressioni selettive – Internet non era ancora nato e Donald Trump era un giovane palazzinaro che stava per realizzare il primo grande progetto della sua carriera, il Grand Hyatt nei paraggi della Grand Central Station a New York.
E al netto delle ironie via social media sui «boomer» (nati dal 1945 al 1965) percepiti dai giovani come incapaci di usare la tecnologia, proprio il boomerone Donald Trump nato nel 1946 ha dato e sta dando lezioni al mondo su come si usano i meme, via social media, prima per vincere un’elezione e poi per governare. Tutti i meme del presidente, almeno da un anno a questa parte, fanno largo uso di immagini generate dalla AI (sempre per opera altrui: Trump non usa neanche la tastiera, detta i suoi tweet a un portaborse) che costituiscono già adesso un interessante corpus digitale.
L’altroieri ha twittato quello che pare già un classico dell’opera letteraria del primo presidente-troll di internet: Trump con la spada laser di Guerre Stellari. Per celebrare il 4 maggio che è la festa, non ufficiale ma comunque globale, della saga di Star Wars, l’account ufficiale di X della Casa Bianca ha pubblicato l’immagine AI di un muscoloso Trump che impugna una spada laser tra aquile e bandiere a stelle e strisce. Messaggio chiarissimo: «Buon 4 maggio a tutti, compresi i matti della sinistra radicale che stanno lottando duramente per riportare nella nostra galassia i Sith, gli assassini, i narcotrafficanti, i galeotti pericolosi e i ben noti membri della gang MS-13. Non siete la Ribellione, siete l’Impero. Che il 4 maggio sia con voi».
Le basi della filosofia trumpiana sono qui riassunte: l’Impero è il globalismo, i democratici il suo cavallo di Troia, immigrazione senza limiti e commercio internazionale che sfavorisce l’America le sue armi, con la collaborazione dei media mainstream asserviti. La resistenza? È Trump, e il suo movimento Maga che ha scalato il partito repubblicano che segue bovinamente il leader.
La strategia
Ha capito come la sua base sia eccitata da immagini ritoccate che fanno infuriare i rivali. Così l’uomo solo al comando che oltre all’esecutivo controlla il potere legislativo e sostanzialmente quello giudiziario grazie alla solida maggioranza di destra che lui ha consolidato alla Corte Suprema, continua con successo a dipingersi come il nobile Luke Skywalker braccato dai caccia della sinistra – in tutti i sensi, qui – Morte Nera imperiale dei democratici.
Qualche giorno fa, a partire dal Truth di sua proprietà, era stata la volta del meme con il Trump-papa, Donald I, e annesse polemiche anche se tra i senatori repubblicani c’era chi l’aveva applaudito (il sentimento anti-cattolico nel partito resta forte in certe aree del Paese, al netto del lavoro di quelli come JD Vance che cercano di riformulare un cattolicesimo di destra popolare aggressivo e anti-immigrati più simile al cristianesimo evangelico dominante tra i repubblicani). «Ai cattolici è piaciuta, Melania l’ha trovata carina», ha detto il presidente. «Io non c’entro nulla, è stata probabilmente creata con l’AI».
E tutta la campagna elettorale dell’anno scorso era stata punteggiata dai meme trumpiani. Prima fece finta che Taylor Swift gli avesse dato il suo endorsement: un’immagine della cantante vestita da zio Sam insieme con ragazze che indossavano magliette con la scritta «Swifties for Trump». Satira o fake news? Nel 2025, è irrilevante: fanno engagement, cioè caciara, l’unica cosa che conta nel mondo digitale degli influencer (sarebbe un po’ come chiedersi se acquistare un corso dei fuffa-guru ci renderà davvero ricchi e felici). Swift, seguendo vecchi schemi, fece una smentita ufficiale e poi regalò l’endorsement a Kamala Harris (sappiamo come è finita). Lì per lì Trump apparve in tv, tra gli amici di Fox Business, e definì «pericolosa» l’intelligenza artificiale. Ma aveva visto come la sua base fosse stata eccitata da quelle immagini, e dal disdoro che avevano creato tra i democratici. E da quel punto in avanti, i meme trumpiani si sono moltiplicati.
Il «pontefice»
«Ai cattolici è piaciuta, Melania l’ha trovata carina: probabilmente è stata creata con l’AI»
Prima l’immagine di Kamala Harris a un comizio in stile sovietico tra bandiere con falce e martello, poi Trump come un nobile leone antropomorfo. Trump sul suo jet privato che salva teneri gattini e dolci paperelle (aveva appena accusato gli immigrati illegali di mangiare gatti e cani e altri animali domestici). Xenofobia, dissero i democratici. Ma poco importa, su internet tutto fa brodo, anzi fa meme.