ilmessaggero.com, 6 maggio 2025
Scuola, aumento stipendi: 150 euro lordi per i docenti e 130 euro per il personale Ata. Riprende la trattativa sul contratto
Nuovo incontro domani tra l’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni, l’Aran, che tratta i rinnovi dei Ccnl del pubblico impiego per conto del governo, e i sindacati della scuola. Riprende la trattativa per il Contratto collettivo nazionale di lavoro del comparto Istruzione e Ricerca per il triennio 2022-2024, che interessa circa 1,3 milioni di lavoratori.
Le risorse economiche messe sul piatto dal governo con l’ultima legge di Bilancio per il rinnovo, tre miliardi di euro, assicurano aumenti medi mensili pari a 150 euro lordi per i docenti delle scuole, che diventano 142 euro nelle università e 211 euro negli enti di ricerca. Per il personale Afam (Alta formazione artistica, musicale e coreutica) l’aumento medio mensile previsto è di 174 euro lordi. L’asticella scende a 130 euro lordi per il personale Ata. Cgil e Uil chiedono però maggiori stanziamenti al fine di tutelare il potere d’acquisto del personale coinvolto, dal momento che l’aumento retributivo del 6% non copre l’inflazione degli ultimi anni, superiore al 16%. La Cgil preme affinché le risorse per il rinnovo del Ccnl vengano indirizzate prioritariamente all’incremento della retribuzione tabellare, così da garantire ai lavoratori un ombrello efficace contro il caro prezzi. Per far salire ulteriormente gli stipendi la Uil Scuola propone di detassare gli aumenti contrattuali e di attingere a una parte delle risorse già accantonate per il prossimo triennio.
Tempistiche
Il rinnovo del Ccnl riguarda professori, ricercatori, personale Ata e amministrativo. Il personale scolastico, denunciano i rappresentanti dei lavoratori, sconta un gap retributivo significativo rispetto al resto degli impiegati pubblici: il divario tocca i 6.000 euro l’anno se si confrontano le buste paga dei docenti con quelle dei dipendenti delle Funzioni Centrali e risulta superiore a quattromila euro se si fa il confronto con la media della Pa. L’obiettivo dell’Aran è di raggiungere «un accordo soddisfacente che valorizzi il personale e risponda alle esigenze di un settore complesso e articolato». Il governo conta di riuscire a chiudere la trattativa entro la fine del 2025. Attenzione però perché una volta siglata l’intesa gli aumenti impiegheranno tra i 4 e i 5 mesi per arrivare in busta paga. Questo significa che, in caso di firma a luglio, i docenti vedranno crescere la loro retribuzione non prima di dicembre. Ci sono tuttavia ancora diversi nodi da sciogliere, oltre a quello delle risorse finanziarie considerate insufficienti. Qualche esempio? Le attuali differenze retributive tra insegnanti, secondo i sindacati, non sono più sostenibili. Le parti sociali spingono per l’adozione di un inquadramento retributivo unico dei docenti dei diversi gradi di scuola, fermo restando la progressione per fasce anzianità. E, a proposito di progressioni di carriera, la Cgil chiede di adeguare le retribuzioni dei docenti italiani ai parametri europei, prevedendo una rimodulazione degli attuali scatti di anzianità che consenta di raggiungere il livello stipendiale massimo al 25esimo anno di servizio anziché al 35esimo. Al tavolo della trattativa di domani si discuterà anche della riduzione dell’orario di lezione per i docenti più anziani, affinché possano svolgere attività di tutoraggio a sostegno dei colleghi più giovani. Docenti e personale Ata ambiscono poi a ottenere i buoni pasto giornalieri, dopo che nelle Funzioni centrali è stato riconosciuto il diritto ai voucher anche ai dipendenti in smart working.
Premi e formazione
L’atto di indirizzo firmato dal ministro Giuseppe Valditara all’inizio dell’anno, con cui è stato dato ufficialmente il via alla trattativa per il rinnovo del Ccnl di 1,3 milioni di lavoratori della scuola, contiene diverse novità, in particolare per quanto riguarda i premi da assegnare ai docenti, che avranno un impatto sugli stipendi. In arrivo una stretta. Il provvedimento di Valditara fissa l’elemento retributivo una tantum di carattere accessorio per gli insegnanti di ruolo che svolgono corsi di formazione triennali, ottenendo al termine delle lezioni una valutazione positiva, in una misura non inferiore al 10 per cento e non superiore al 20 per cento dello stipendio. Dopo tre trienni di formazione superati con successo il docente acquisirà il diritto a ricevere un assegno annuale ad personam, fisso e strutturale.
I futuri contratti
Il fatto che il governo abbia già stanziato i fondi per i rinnovi dei contratti dei successivi trienni è visto positivamente dai sindacati della scuola. Per il comparto Istruzione e Ricerca le somme previste per il triennio 2025-2027 sono pari a 1,7 miliardi di euro per il 2025, a 3,5 miliardi di euro per il 2026 e a 5,5 miliardi per il 2027. Per quanto riguarda il triennio seguente ci sono a disposizione 1,9 miliardi per il 2028, oltre 4 miliardi per il 2029 e circa 6 miliardi a partire dal 2030.