Avvenire, 6 maggio 2025
La desertificazione bancaria prosegue 4,6 milioni di italiani senza sportello
Prosegue anche nel 2025 il fenomeno della desertificazione bancaria. Nel primo trimestre dell’anno le banche italiane hanno chiuso 95 sportelli (lo 0,5%), in linea con la tendenza che ha portato il loro numero sotto quota 20mila. L’ultimo trimestre dell’anno scorso era stato il più drammatico con ben 432 chiusure, il numero più elevato dall’inizio delle rilevazioni nel 2022. È un quadro preoccupante quello che emerge dall’ultimo aggiornamento dell’Osservatorio sulla desertificazione bancaria della Fondazione Fiba di First Cisl, che ha incrociato e ri-elaborato i dati resi disponibili da Banca d’Italia e Istat. Come sempre avviene i tagli alla rete fisica non sono stati omogenei. Le regioni più colpite sono state Liguria (con un calo dell’1,2%), Veneto (- 1%) e Friuli Venezia Giulia (0,9%). In Calabria e in Umbria si è registrata l’apertura di uno sportello, in entrambi i casi dovuto a banche di credito cooperativo. In questo primo trimestre altri cinque Comuni sono rimasti privi di filiali sul loro territorio. Il numero complessivo è salito quindi a 3.386, pari al 42,9% del totale. Continua ad aumentare anche il numero delle persone che non hanno accesso ai servizi bancari o rischiano di perderlo: sono oltre 11 milioni. Di queste, più di 4,6 milioni (con un incremento dello 0,2%) vivono in Comuni totalmente desertificati, quasi 6,4 milioni (+1,3%) in Comuni in via di desertificazione, quelli con un solo sportello. Situazione analoga per le imprese: sono 846 in più rispetto al trimestre precedente quelle che si trovano in Comuni desertificati. Si confermano anche le dimensioni rilevanti dei centri colpiti dalla desertificazione: senza sportello un Comune con più di 20mila abitanti (Trentola Ducenta, in provincia di Caserta). Per comprendere la reale portata del fenomeno i dati vanno letti in parallelo a quelli sulla diffusione dell’internet banking che in Italia è ancora modesta: in Italia lo utilizza solo il 55% degli utenti contro una media Ue del 67,2%. Da ciò si evince che la desertificazione bancaria rappresenta un acceleratore dell’esclusione sociale, soprattutto per le fasce anziane della popolazione, penalizzate dal minor livello di competenze digitali (tra i 65 e i 74 anni solo il 33,9% utilizza l’internet banking contro una media Ue del 44,7%). L’Osservatorio sulla desertificazione bancaria della Fondazione Fiba di First Cisl elabora anche un indicatore (Ipd, Indicatore di desertificazione provinciale) che assegna ad ogni provincia italiana un punteggio tra le province meno desertificate quelle di Barletta-Andria-Trani, Brindisi, Grosseto, Pisa, Ragusa, Ravenna, Reggio Emilia. Le grandi città si collocano in posizioni più arretrate: Milano è al 22esimo posto, Roma al 37esimo, Napoli al 45esimo. Sugli ultimi gradini della classifica troviamo Vibo Valentia e Isernia. «Anche il 2025 si è aperto all’insegna di un forte aumento della desertificazione bancaria. Nel complesso la ritirata delle banche dai territori interessa 100mila persone in più rispetto alla fine del 2024 – ha sottolineato il segretario generale nazionale First Cisl Riccardo Colombani – La situazione sarebbe peggiore, peraltro, se non vi fosse il presidio delle banche di credito cooperativo. In 9 dei 18 comuni parzialmente desertificati l’unico sportello rimasto appartiene ad una Bcc. In questo contesto non può che destare preoccupazione l’ulteriore concentrazione del sistema che si profila come conseguenza delle operazioni di aggregazione in via di definizione, con i probabili riflessi negativi sulle reti di filiali e sulle persone occupate». Colombani ha salutato con favore l’istituzione di un Osservatorio da parte della Toscana e ha auspicato che tutte le Regioni simuovano in questa direzione.