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 2025  maggio 06 Martedì calendario

In linea la scelta della diaspora Ma negli Usa è «effetto Trump»

Anche il presidente Donald Trump può dire di aver avuto un’influenza sul voto elettorale rumeno, non però come avrebbe immaginato. Le cifre parlano chiaro e gli analisti non hanno dubbi. Uno dei protagonisti di questo primo turno elettorale è stata la massiccia affluenza di votanti all’estero, un milione sugli oltre nove in totale che hanno esercitato il loro diritto di voto. Una tendenza anch’essa in linea con il voto di dicembre. In molti casi, questi sono stati determinanti per l’affermazione di George Simion. In Francia, Italia, Spagna e Germania, dove la comunità rumena è particolarmente numerosa, la preferenza per il candidato di estrema destra è stata schiacciante. Il capo dell’Aur ha conseguito rispettivamente il 61%, il 73%, il 74% e il 71% dei consensi. Simion avanti anche in Ucraina, con il 72% dei consensi dei romeni, che si sentono relativamente emarginati dalle politiche di Kiev sui migranti, patiscono i rapporti tempestosi del politico di ultradestr con la leadership ucraina, e si ritengono discriminati dalle dispute con la Ue sul grano ucraino, che avvenataggerebbe gli agricoltori nazionali. In controtendenza ci sono gli Stati Uniti e il Canada. Qui a spuntarla è stato il candidato filoeuropeo Nicu or Dan, che ha totalizzato il 48% e il 45% delle preferenze. A favorire questa inversione è stato proprio involontariamente l’Amministrazione di Washington. L’endorsement di JD Vance nei confronti del candidato ultraconservatore e i giudizi del presidente Trump sui migranti, hanno portato parte della comunità rumena a votare per chi la pensa in maniera diversa.