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 2025  maggio 05 Lunedì calendario

Veronica Gentili, conduttrice all’Isola: «Adinolfi con cui avevo litigato in gara? Qui c’è un uomo di 220 chili che si mette alla prova»

Nel mondo della tv che eravamo abituati a conoscere fino a ieri Simona Ventura avrebbe fatto la conduttrice, mentre Veronica Gentili l’opinionista. Nell’Isola dei Famosi che parte mercoledì su Canale 5 invece succede il contrario: «In quel mondo magari non sarei nemmeno stata perfetta per fare l’opinionista», sorride Veronica Gentili.
È il mondo alla rovescia anche in tv?
«Il mondo alla rovescia credo che stia nel fatto che, cambiando i momenti storici, si rimodulano anche le esigenze e i tentativi televisivi. Credo che qui l’obiettivo sia rimescolare tutto, giocare a fare cose diverse».
Non ha paura che Simona Ventura, che l’Isola l’ha condotta per tanti anni ed è pure stata concorrente, possa metterla in ombra?
«Negando ogni cliché, io sono una donna che adora le donne forti, le presenze ingombranti: non penso che Simona possa appannare la mia immagine, anzi credo sia un sostegno vitale».
A che tipo di conduzione pensa? Cercherà il consenso dei naufraghi o penserà piuttosto a esaltare i contrasti tra i concorrenti? Empatica o provocatrice?
«Credo che empatica sia la parola giusta. Il mio faro – in tutto quello che faccio – è sempre la curiosità profonda verso le cose e soprattutto verso le persone. In questi giorni ho fatto una full immersion intensa con il cast, ho parlato molto con loro. Credo che il punto centrale sia far venire fuori le storie, le persone: la loro umanità, le loro personalità, le loro individualità».
Sta dicendo che in Mario Adinolfi c’è un’umanità che ci deve commuovere?
«Io e Adinolfi siamo agli antipodi, ci siamo politicamente e culturalmente scornati da sempre, da quando andavamo a Radio 24 a litigare. Quello che io trovo molto affascinante è che c’è Mario Adinolfi, quello del Popolo della famiglia, e poi c’è Mario, un uomo di 220 chili che in tutta la sua mole fisica si mette in gioco con coraggio. Lì, sull’isola deserta, la fama non ti può né schermare né proteggere. Io al suo posto sarei terrorizzata».
Vi siete scontrati anche con l’ex grillino Dino Giarrusso?
«Certo che sì, ho litigato infinite volte con lui, in alcuni momenti abbiamo avuto visioni più simili, in altri visioni più lontane, ma in tutte le sue sfumature e contraddizioni è sicuramente una testa pensante. E mi piace molto l’idea che in questo cast ci siano mondi di provenienza molto diversi tra loro, humus differenti: è una delle cose su cui mi sono più battuta».
Quando accettò Le Iene disse che era diverso da programmi come l’Isola, perché lì si riusciva a fare «qualcosa di bello giornalisticamente parlando». Ora quella dichiarazione suona contraddittoria.
«La vita mi ha stupita molto a livello di esperienze professionali e sono giunta alla conclusione che tutta una serie di ortodossismi e convinzioni sono totalmente astratti e che i percorsi possono cambiare. Credo che la cifra fondamentale sia non tradire mai il proprio modo di essere: fare il giornalista vuol dire essere capaci di osservare, raccontare ed essere in grado di non affrontare in maniera pregiudiziale, strumentale quello che fai».
In questo momento vira dal giornalismo all’intrattenimento?
«No, continuo a scrivere sul Fatto Quotidiano, continuo a occuparmi di politica tutti i giorni esattamente come prima, a fare tutto quello che ho sempre fatto e che è la mia cifra identitaria. In questo senso non vedo nessuna conflittualità. Non c’è meno serietà, meno peso, meno autorevolezza in quello che tu dici e fai seriamente perché poi sei su Canale 5 a condurre un programma di intrattenimento che racconta le persone. Certi dogmatismi, certi snobismi appartengono a una visione novecentesca, ormai anacronistica».
C’è un esubero di reality, gli ascolti in alcuni casi latitano. È preoccupata?
«Certo che sì, sono assolutamente spaventata e consapevole, tesa e ansiosa, allo stesso tempo perfezionista ed entusiasta. Questi programmi sono macchine molto complesse, la nostra idea è quella di riportare la realtà nei reality, alla ricerca di una maggiore verità: guardare le persone che si confrontano in una sorta di esperimento antropologico in cui decidono di mettersi in discussione e provare a vedere che cosa succede se depongono le loro sovrastrutture».
Cosa è successo allo spot cancellato in 12 ore?
«È un caso montato senza motivo, ma come tutte le cose che vanno in hype a noi ha fatto gioco. In realtà abbiamo girato tanti spot, ma siccome tutti parlavano di quello ci siamo detti: facciamo finta che l’abbiamo ritirato. L’eco ha superato la realtà».
Ma lei ci andrebbe sull’Isola?
«No. I miei spazi di solitudine assoluti sono insindacabili: non ce la potrei proprio fare».
Chi lo sa poi se certi dogmatismi sono destinati a durare…