corriere.it, 4 maggio 2025
La corsa all’oro è partita anche in Italia: boom di acquisti per lingotti e monete (con i prezzi verso i 100 dollari al grammo)
Non solo gli investitori continuano ad accumulare oro, come testimonia il fatto che il metallo prezioso ha raggiunto per la prima volta nella storia quota 3.500 dollari l’oncia. Ma cominciano a farlo anche gli acquirenti. Comprando oro fisico, sotto forma di monete e lingotti. Sulle piattaforme di aste online, i mesi di gennaio e febbraio hanno visto un boom per lingotti e monete d’oro e d’argento: +60% in Europa e + 33% in Italia, dopo che già nel 2024 si era registrato già un +83% a livello continentale e un +73% nel nostro Paese. L’introduzione dei dazi ha amplificato ancora questa tendenza con i prezzi dei metalli preziosi che continuano a salire con l’oro che sta toccando quota 100 dollari al grammo.
i dazi e le contromosse.
Il suo impressionante rialzo implica che ci troviamo adesso in un territorio inesplorato. «I fattori tradizionali che un tempo influenzavano i prezzi dell’oro, come l’inflazione statunitense e i tassi di interesse, non sono più i principali motori. Al contrario, l’incertezza sui dazi e le preoccupazioni per la crescita economica globale, unite alla reazione del mercato alle critiche rivolte alla Fed, stanno alimentando la domanda di beni rifugio», ha spiegato in un report Kerstin Hottner, Head of Commodities di Vontobel sottolineando che l’oro potrebbe superare presto quota 3.700 dollari.
Il mercato dei futures
Questo interesse all’acquisto, sottolinea l’analista, «è evidente nel mercato dei futures e persino negli afflussi verso gli Etf sull’oro, che hanno registrato un aumento significativo negli ultimi tempi (8% dall’inizio dell’anno). Tuttavia, rimangono ancora circa il 20% al di sotto dei massimi del 2020, quindi c’è ancora ampio margine di crescita. Inoltre, la domanda delle banche centrali, in particolare dei mercati emergenti, rimane solida. Con l’aumento del tasso medio dei dazi statunitensi dal 2,4% nel 2025 a oltre il 20% all’inizio di aprile, i rischi di inflazione sono orientati al rialzo e quelli di crescita al ribasso».
L’attesa della sentenza
In un contesto simile, rileva l’analista, «l’oro dovrebbe trarne vantaggio e riteniamo che qualsiasi calo dei prezzi rappresenti un punto di ingresso interessante. Se la domanda di beni rifugio rimarrà forte nei prossimi mesi, l’oro potrebbe superare i 3700 entro la metà dell’anno, se non prima. L’indipendenza della Fed è minacciata. Si è in attesa di una sentenza della Corte Suprema relativa alla rimozione dei Direttori di altre agenzie indipendenti. Se la sentenza fosse favorevole a tali rimozioni, ciò potrebbe ripercuotersi anche sulla Fed. Questo rischio è attualmente sottovalutato e, se si concretizzasse, potrebbe portare a ulteriori acquisti di oro».
L’ipotesi di contrazione della domanda
È importante notare che l’oro, sottolinea l’analista, «potrebbe dover affrontare alcune difficoltà. Quando il prezzo di una materia prima sale così rapidamente, di solito si verifica una contrazione della domanda. Le vendite di gioielli stanno già rallentando a causa dei prezzi record, con ripercussioni negative sulla domanda di oro. Il mercato dei gioielli rappresenta circa il doppio della domanda di oro da parte delle banche centrali nel 2024 ed è quindi un’importante fonte di domanda. Quando si acquista un gioiello, di solito si ha in mente un budget e non un determinato peso in oro, il che riduce la quantità di oro acquistata. Inoltre, alcune banche centrali, che negli ultimi anni sono state la principale fonte di domanda di oro, stanno adottando un approccio più tattico, rinviando ulteriori acquisti in previsione di un calo dei prezzi».