Il Messaggero, 4 maggio 2025
Russia, le conquiste costano care al Cremlino: morti 99 soldati per chilometro quadrato
Novantanove soldati russi morti per ogni chilometro quadrato conquistato. La proporzione registrata tra gennaio e aprile 2025 dallo Stato Maggiore ucraino, analizzata dall’Institute for the Study of War e avvalorata dai servizi segreti britannici, sintetizza la strategia di Putin: mantenere una pressione costante, spedire al fronte reclute addestrate da non più di un mese, assalti di fanteria “ad alta usura” per compensare le perdite senza rallentare le operazioni. Avanzate metro per metro. Un’ondata dopo l’altra. Conta la massa d’urto, non la capacità bellica. È la tattica della “carne da macello”, con soldati che provengono soprattutto dalle regioni povere. Il Cremlino attinge a un bacino demografico di 140 milioni di abitanti, circa quattro volte quello ucraino. Ma le dimensioni dei due eserciti più o meno si equivalgono. Gli ucraini compensano con droni e robot, l’età media è 40-50 anni. Il 2025, stando agli analisti americani e britannici, rischia di essere l’anno più sanguinoso per la Russia. Nei primi quattro mesi, specie in marzo con la riconquista del Kursk, i russi sono avanzati per 1.627 km quadrati, al prezzo di 160.600 caduti. Solo a marzo, 1.300 i morti al giorno. Erano 1600 mediamente alla fine del 2024, ma i quasi 3000 chilometri quadrati strappati alle forze di Kiev erano “costati” 175mila caduti. In proporzione, meno di quest’anno.
L’ESERCITO
D’altra parte, l’Ucraina è stata costretta ad arruolare giovani sempre più giovani. A parte le campagne al motto “mamma, mi sono arruolato nell’Azov”, il battaglione leggendario, da febbraio chi ha tra 18 e 24 anni può firmare un contratto di un anno in cambio di 21mila euro, gloria e mutui a tasso agevolato. All’inizio della guerra, tre anni fa, Zelensky aveva pensato di sacrificare i padri e risparmiare i figli con una coscrizione obbligatoria dai 27 ai 60 anni. Ma non è bastata, non c’era più ricambio al fronte. La soglia è stata abbassata a 25 anni e adesso i cadetti si formano a 16 e vanno in trincea appena maggiorenni. Ne ha scritto il Guardian. Luntik, 20 anni, si è arruolato nella 92ª brigata: suo fratello è caduto a Bakhmut. «Non sono venuto qui a giocare al gatto e al topo», dice. «So che potrei non tornare». Volodymyr, 22, ha lasciato il lavoro da Dj ponendosi la domanda: «Se un giorno i miei figli mi chiederanno “papà cos’hai fatto durante la guerra”, voglio poter rispondere con dignità, che stavo difendendo il mio Paese come i nostri padri». Ma è difficile arruolare gli adolescenti. Spesso sono figli di militari. Orfani o affidati. Studiano storia, fisica, armi e strategia militare. Sessantasei cadetti sono morti dal 2022. Yevhen, 16 anni, sogna di pilotare un F-16. «Non starò a guardare». A Poltava, il 3 settembre 2024, due missili russi hanno colpito l’Istituto militare delle comunicazioni e un ospedale vicino: tra i 51 morti, anche cadetti. L’attacco è avvenuto nel corso di un appello all’aperto.
I CADUTI
I numeri ufficiali sui caduti sono un tema delicato: a Mosca come a Kiev, le autorità non vogliono compromettere il consenso alla guerra. Secondo i servizi britannici, morti e feriti russi dall’inizio della guerra sarebbero 950mila, e 105mila quelli verificati da fonti indipendenti come Mediazona. Lo scorso febbraio, Zelensky ha ammesso la morte di 46mila soldati e il ferimento di 390.000. La leva di massa si è esaurita da tempo. Chi voleva arruolarsi, lo ha fatto. Chi è rimasto, valuta se partire, nascondersi o aspettare. Il ricorso ai giovani aumenta. Oleksiy Moskalenko, esperto della fondazione Come Back Alive, descrive una generazione che dal 2014 ha sempre convissuto con la guerra. «Per molti, ignorarla è l’unico modo per andare avanti». Le scuole, gli ospedali, le accademie militari sono bersagli. Le immagini dei corpi coperti dalla polvere, dei rifugi pieni di giovani in divisa, raccontano una normalità deformata. L’addestramento è diventato una corsa contro il tempo. Mentre la Russia immola uomini per pochi chilometri, l’Ucraina prepara ragazzi che hanno appena smesso di essere bambini.