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 2025  maggio 03 Sabato calendario

Stefano Masciarelli: “Lavorare con Maradona il più bel ricordo. Don Matteo? Qualcosa andò storto...”

“Facevo l’investigatore privato da quasi dieci anni, ma mi divertivo con gli amici facendo imitazioni di personaggi famosi. Un giorno vidi un cartellone affisso all’ingresso di una palestra, c’era scritto ‘cercasi ballerini, cantanti, attori, imitatori’ e mi lasciai incuriosire. Cercavano in particolare qualcuno che sapesse imitare Gianni Agnelli e io sapevo farlo alla perfezione”.
Inizia così, quasi per caso, la carriera di Stefano Masciarelli, classe 1958, romano doc, attore, comico, musicista, doppiatore e anche un po’ ballerino. Con un annuncio per provini a Canale 5. “Avevo 29 anni, sentivo che quel provino per me era il famoso treno che passa solo una volta nella vita”, racconta.
Oggi, dopo quasi 40 anni dall’inizio della sua carriera, Masciarelli sta portando in scena tre diversi spettacoli.
Quel famoso treno l’ha portata nel 2008 a impersonare molti personaggi, forse il più audace è stato Tracey, interpretato da John Travolta nel film Hairspray? Un musical nei panni di una donna…
“È stata una delle più grandi prove attoriali che la vita mi ha messo davanti, se non altro per i 12 chili che indossavo ogni sera, tra le protesi al seno, quelle per le ginocchia e per i polpacci, la parrucca, il trucco… Tra il primo e il secondo tempo due sarte mi spogliavano per cambiarmi, non per mettermi un vestito diverso, ma perché avevo ogni cosa doppia: ero così bagnato di sudore che i vestiti erano zuppi e dietro le quinte dovevano asciugarmi con un phon prima di rivestirmi completamente. E alcune volte abbiamo fatto anche due esibizioni in una sola sera, un vero tour de force”.

Tra le varie passioni c’è anche quella per il doppiaggio. Ha prestato la voce a Scorza, la vecchia tartaruga marina tra i protagonisti dei film d’animazione Alla ricerca di Nemo e Alla ricerca di Dory. Cosa vuol dire lavorare soltanto con la voce per un’artista che è abituato a esibirsi con il corpo, addirittura con la danza?
“È sempre stato affascinante, Scorza è un personaggio in cui mi rivedo, ha uno spirito libero, giovanile. Per quella parte sono stato provinato proprio da alcuni dirigenti della Walt Disney statunitensi. Quando mi hanno detto che avevo vinto ero felicissimo. Ma non basta solo il timbro, serve anche la recitazione. Abbiamo potuto conoscere la storia di Nemo prima di tutti e ci siamo accorti subito che quella storia sarebbe entrata nel cuore di tanti bambini. I miei figli, che erano piccolini, lo vedevano e lo rivedevano in continuazione, orgogliosi del loro papà”.
Oltre a programmi come “Avanti” e “Domenica In” è stato anche un personaggio di alcune serie tv italiane più viste, come “Don Matteo” e “Distretto di Polizia”. Cosa ricorda?
“In Don Matteo avevo ottenuto in realtà un ruolo fisso, poi qualcosa andò storto, in questo ambito funziona così, a volte ci sono delle cause di forza maggiore, diciamo così. Per darmi il contentino mi hanno fatto fare il protagonista di una puntata. Il regista mi prese da una parte e mi disse: ‘Io non c’entro nulla, non conto nulla, sono dispiaciuto’”.
Poi arriva un’altra sfida, un’altra occasione per mettersi in gioco: Ballando con le stelle.
“Questo me lo ricordo bene, anche perché sono stato credo l’unico ad aver partecipato a due edizioni. La prima volta da concorrente, me la sono spassata, arrivai quinto, conquistando la finale. L’anno dopo l’ho rifatto ma da capitano di una squadra, il capitano avversario era Fabrizio Frizzi, un mio grande amico di infanzia. Ballando mi ha permesso di fare i musical più tardi. Chi mi vedeva si accorgeva che sapevo recitare, cantare e ora anche ballare, più o meno”.
 
Tra le tante passioni ce n’è una che non passa mai, quella per la Roma. Ha sempre avuto un cuore giallorosso?

“Sono tanto tifoso, ma non mi piace andare lo stadio. Ora voglio vedere la mia squadra dal televisore, perché vedo meglio la partita. Ho appena vinto addirittura un premio al Campidoglio come tifoso, si chiama “Sette colli”. A soli 10 anni avevo la tessera dello junior club, si chiamava così, e andavo in curva. E quando non riuscivo a comprare il biglietto, l’anno in cui mio padre non mi ha fatto la tessera per convincermi a studiare, entravo come ‘bibitaro’, fingevo di vendere le bevande ma in realtà mi sedevo e guardavo la mia squadra del cuore”.
Qual è uno dei ricordi più belli che custodisce della sua carriera?
“Quando Maradona fece Ballando con le stelle insieme a me. Mi portava ogni settimana dei sigari, anche se io non ho mai fumato, perché era in società con il presidente cubano e li producevano insieme e perché io una volta gliene avevo regalato uno. Maradona era una persona che mi sorprendeva sempre, arrivava in studio e mi cercava, anche se io non facevo niente di che per attirare la sua attenzione. Per scherzo una volta si mise a fare dei palleggi con un limone, faceva delle vere e proprie acrobazie, con la spalla, con la testa, era un giocoliere. Mentre a ballare era pessimo. Non veniva mai alle prove: la sua ballerina ballava e lui faceva il palo. Però era Maradona, nessuno poteva dirgli niente, ogni tanto durante le esibizioni gli lanciavano un pallone e lì iniziava il vero spettacolo”.