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 2025  maggio 03 Sabato calendario

Raid israeliani in Siria: proteggere i drusi Drone attacca nave con gli aiuti per Gaza

Aveva pianificato di «sfidare l’assedio imposto da Israele» per portare aiuti umanitari nella Striscia di Gaza la “Coscience”. La nave, affiliata alla Freedom Flotilla, era da poco salpata da Malta quando, ventitré minuti dopo la mezzanotte, è stata attaccata in acque internazionali da un drone. La parte anteriore dell’imbarcazione è stata colpita due volte. L’attacco, avvenuto a 14 miglia a Est di Malta, ha provocato un incendio e una falla nello scafo. Tutte le persone a bordo sono state messe in salvo: si tratta di dodici membri dell’equipaggio e quattro passeggeri. «Non sono state segnalate vittime» ha precisato Malta che ha pure respinto le accuse della stessa Freedom Flottilla di aver ritardato i soccorsi: dopo un’ora l’incendio era stato domato ed è stato l’equipaggio della nave che si è rifiutato di salire a bordo di un rimorchiatore subito inviato in aiuto.
L’esercito israeliano ha dichiarato di aver aperto una inchiesta, mentre secondo il giornale israeliano Yedioth Ahronoth la nave «faceva parte di un convoglio guidato da Hamas». Freedom Flottilla ha chiesto che siano convocati gli ambasciatori di Israele per «rispondere alle violazioni del diritto internazionale, compreso il blocco in corso e il bombardamento della nostra nave civile in acque internazionali».
L’attacco a Freedom Flotilla, condannato «nel modo più fermo» da Ankara, è avvenuto a due mesi esatti dalla chiusura di tutti i valichi per Gaza impedendo l’accesso degli aiuti iniziato il 2 marzo. «Oggi si compiono due mesi di assedio al popolo di Gaza» ha dichiarato il Commissario generale dell’Unrwa Philippe Lazzarini. «È un assedio contro bambini, donne, anziani e uomini comuni. Sono puniti collettivamente per essere nati e vivere a Gaza, qualcosa che non dipende da loro», ha aggiunto.
Per l’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi il blocco deve finire come pure si deve arrivare al rilascio immediato di tutti gli ostaggi israeliani. L’allarme umanitario è condiviso dalla Croce Rossa secondo cui nella Striscia le operazioni umanitarie sono «sull’orlo del collasso totale». Intanto fonti mediche di Hamas hanno riferito che almeno 31 persone sono state uccise negli attacchi israeliani su Gaza giovedì mentre altri decessi sono stati segnalati nei raid attuati ieri mattina. Si infiamma, intanto, un possibile nuovo fronte. L’altra notte l’esercito di Israele ha bombardato a Damasco colpendo la zona del palazzo presidenziale. L’attacco dopo che nelle 48 ore precedenti un centinaio di persone sono state uccise nelle violenze settarie nei sobborghi di Jaramana e Sahnaya, vicino a Damasco e nella provincia meridionale di Sweida. Secondo l’Osservatorio 71 vittime erano combattenti e civili drusi, gli altri forze di sicurezza di Damasco. «Questo è un messaggio chiaro al regime siriano» a cui non permetteremo «di rappresentare una minaccia per la comunità drusa». Sempre in stallo, intanto, sulle trattative tra Israele e Hamas per un cessate il fuoco a Gaza.
L’ufficio del premier Netanyahu ha smentito la notizia, diffusa da alcuni media arabi, che Tel Aviv avrebbe respinto una proposta egiziana per un cessate il fuoco temporaneo in cambio del rilascio degli ostaggi. Donald Trump, in un incontro alla Casa Bianca, ha confermato che «sono meno di 24», dei 59 non ancora liberati, gli ostaggi vivi a Gaza. Lo aveva affermato nei giorni scorsi la moglie di Netanyahu, Sara, interrompendo il marito per affermare che i vivi «erano meno del numero ufficiale».