Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2025  maggio 01 Giovedì calendario

Biografia di José Tolentino Calaça de Mendonça

Vito Sibilio, Nuovo Giornale Nazionale

José Tolentino Calaça de Mendonça è un poeta, biblista ed educatore del suo Portogallo natale, nonché un prelato molto vicino all’ala “progressista” della Chiesa e molto vicino a Papa Francesco. Nato a Funchal, Madeira, nel 1965, è uno dei membri più giovani del Collegio Cardinalizio. Ha trascorso i suoi primi anni in Angola, dove suo padre lavorava come pescatore. All’epoca, l’Angola era una colonia portoghese, sebbene la guerra per l’indipendenza fosse già in corso. Dopo la rivoluzione del 25 aprile in Portogallo, alle colonie fu promessa l’indipendenza, il che portò alla fuga in massa della popolazione bianca. La famiglia Mendonça tornò a Madeira quando lui aveva dieci anni, ma l’esperienza africana del cardinale lo segnò profondamente. Dopo essere tornato a Madeira nel 1975, Tolentino entrò nel seminario minore e conseguì la laurea in teologia presso l’Università Cattolica del Portogallo a Lisbona nel 1989. Fu ordinato sacerdote l’anno successivo per la diocesi di Funchal, ma servì come parroco a Madeira solo per tre anni, prima che i suoi studi lo riportassero al Patriarcato di Lisbona. La carriera accademica e pastorale di Tolentino comprende ruoli come professore di seminario, parroco e rettore del Pontificio Collegio Portoghese a Roma. Ha conseguito un master in scienze bibliche presso il Pontificio Istituto Biblico di Roma nel 1992. Il Cardinale Tolentino ha avuto una prolifica carriera presso l’Università Cattolica Portoghese (UCP): dopo aver conseguito la laurea in teologia nel 1989 e il dottorato in teologia biblica nel 2004 presso l’UCP, è stato professore associato dal 1996 al 1999 e successivamente professore ordinario. La sua dedizione al mondo accademico è culminata nella nomina a Vicerettore nel 2012 e a Preside della Facoltà di Teologia nel 2018. Ha ricoperto diversi incarichi accademici a livello internazionale, tra cui professori ospiti presso l’Università Cattolica di Pernambuco, la Pontificia Università Cattolica di Rio de Janeiro e la Facoltà di Filosofia e Teologia dei Gesuiti di Belo Horizonte, tutte in Brasile. Inoltre, è stato Straus Fellow presso la New York University durante l’anno accademico 2011-2012, contribuendo a un gruppo di ricerca incentrato su “Religione e ragione pubblica”. Nel corso della sua carriera, il cardinale Tolentino de Mendonça ha ricoperto anche importanti ruoli ecclesiastici. È stato il primo direttore della Segreteria Nazionale per la Cultura della Conferenza Episcopale Portoghese dal 2004 al 2014, promuovendo il dialogo tra la Chiesa e il più ampio ambiente culturale portoghese. Sebbene la Segreteria fosse nominalmente sotto la tutela di un vescovo, all’epoca era chiaramente Padre Tolentino a dirigere le cose e i vescovi erano lieti di lasciarglielo fare. Nel 2018 Papa Francesco scelse Tolentino per predicare gli esercizi spirituali alla Curia Romana ad Ariccia e, quattro mesi dopo, lo nominò archivista e bibliotecario di Santa Romana Chiesa, elevandolo contestualmente ad arcivescovo. Nel 2019 fu creato cardinale e nominato in diversi dicasteri vaticani. Naturalmente, questo significava che avrebbe dovuto lasciare Lisbona e trasferirsi a Roma. Nel settembre 2022, Francesco nominò poi il cardinale José Tolentino de Mendonça prefetto del Dicastero per la Cultura e l’Istruzione. Tolentino ha suscitato notevoli polemiche durante la sua vita sacerdotale, in particolare per aver simpatizzato con approcci eterodossi e tolleranti all’omosessualità (pur non avendo mai pubblicamente espresso pareri contrari all’insegnamento della Chiesa in materia) e per essersi alleato con una suora benedettina femminista radicale che promuove l’aborto, l’ordinazione sacerdotale delle donne, il “matrimonio” tra persone dello stesso sesso e l’ adozione di bambini da parte di coppie dello stesso sesso. Egli considera tali atti parte di uno sforzo di interazione della Chiesa con la cultura moderna. Parla fluentemente portoghese e italiano e ha un discreto livello di inglese, oltre alle lingue classiche come l’ebraico antico e il greco, essenziali per il suo lavoro accademico. Il suo ruolo nel Dicastero per la Cultura e l’Istruzione e i suoi legami con gruppi influenti come la Comunità di Sant’Egidio, le Nazioni Unite e gli alleati della Curia Romana, rafforzano il suo profilo come figura modernista di rilievo all’interno della Chiesa cattolica contemporanea. In termini di governance, ha dimostrato di essere capace, ricoprendo numerose posizioni di autorità, ma le capacità amministrative di Tolentino sono state messe in discussione. Inoltre, non è noto per il suo spirito di squadra e può essere difficile lavorare con lui. Tra i progressisti, Tolentino è visto come un potenziale candidato di compromesso nel prossimo conclave, soprattutto se altre figure come il cardinale Matteo Zuppi non dovessero avere successo. In effetti, nonostante la sua relativa giovane età, il suo status di papabile all’interno del Collegio cardinalizio non va sottovalutato. È vicino a Papa Francesco su gran parte delle questioni e nutre una profonda stima per il pontefice argentino. Per i cardinali elettori che desiderano un candidato per la continuità, certamente eterodosso e modernista, con forse un impulso rivoluzionario ancora maggiore di quello di Francesco, il cardinale portoghese di Madeira potrebbe essere il candidato ideale.
***
Iacopo Scaramuzzi, Repubblica

Se vale la legge non scritta che vuole che un Papa venga eletto quando ha già settant’anni, o giù di lì, è senz’altro fuori dalla corsa. Ma la personalità gentile e sagace, la vasta cultura e l’abilità amministrativa, la notorietà mondiale e l’esperienza romana rendono comunque José Tolentino de Mendonça, 59 anni, una delle figure più significative del collegio cardinalizio, e chissà che lo Spirito Santo non faccia uno scherzo posandosi su di lui. Porporato e poeta, il portoghese è un uomo capace di guardare oltre il contingente, di ispirare, di toccare menti e cuori tra i fedeli e oltre il perimetro della cattolicità.

De Mendonça è nato vicino al mare, nell’isola di Madeira, il 15 dicembre 1965, e al mare è rimasto sempre attaccato. Ha ottenuto una licenza in teologia a Lisbona nel 1989 e solo l’anno successivo è stato ordinato prete. Sempre nel 1990 si è iscritto al Pontificio istituto biblico di Roma, dove ha ottenuto una seconda licenza in Scienze bibliche. Si è addottorato a Lisbona in teologia biblica, ha poi continuato la formazione intellettuale facendo ricerca allo Straus Institute for the Advanced Study of Law & Justice di New York. Il suo è un profilo da intellettuale: cappellano dell’università cattolica, professore di teologia, vicerettore dello stesso ateneo, ha svolto attività di docente anche in Brasile. Per un biennio, 2001-2002, ha vissuto a Roma come rettore del Pontificio collegio portoghese. Ha diretto la rivista di studi teologici Didaskalia (2005-2012) e il Centro per studi di religioni e culture (2012-2017) dell’ateneo di Lisbona. Ha pubblicato numerosi volumi e articoli di teologia ed esegesi biblica ma anche varie opere poetiche. Ha curato per anni una rubrica settimanale sul giornale Expresso intitolata Che cosa sono le nuvole, e sempre sul settimanale si è confrontato con José Saramago, lo scrittore, non credente, premio Nobel per la letteratura.

Nel 2018 papa Francesco lo ha dapprima scelto per predicare gli esercizi spirituali per la Curia romana e poi lo ha nominato Archivista e Bibliotecario di Santa Romana Chiesa. L’anno dopo lo ha creato cardinale e nel 2022, quando è andato in pensione il cardinale Gianfranco Ravasi, lo ha nominato alla guida di un mega-dicastero nato dalla fusione del pontificio consiglio per la Cultura e del pontificio consiglio per l’educazione. Un impegno che ha richiesto notevoli doti manageriali, oltre che grande spessore culturale.

Noto per il tono affabile e la grande capacità di ascolto, José Tolentino de Mendonça è un uomo che ama il confronto senza paraocchi con le più diverse espressioni della cultura, con situazioni di confine, personalità non ortodosse. Qualche mese fa, senza farsi troppo notare, ha accettato un dibattito organizzato al Quadraro, in periferia di Roma, dalla associazione culturale Enrico Berlinguer. «Con le beatitudini», ha detto, «Gesù, profeta campesino, è capace di cantare gli anonimi della storia». La Chiesa «cerca sempre alleanze e vie di dialogo, con todos todos todos, come dice papa Francesco, tutti tutti tutti, per proseguire nella sua missione e nella sua testimonianza», ha poi spiegato il cardinale: «Non può escludere nessuno e una relazione franca, aperta, nella quale vediamo i punti di convergenza e anche le diversità di prospettiva penso che sia necessaria e urgente in un mondo troppo prigioniero delle polarizzazioni artificiali e pericolose». È José Tolentino de Mendonça, ancora, che ha organizzato l’esposizione della Santa Sede alla biennale di Venezia nel carcere femminile della Giudecca, chiamando a esporre artisti scomodi come Maurizio Cattelan, lui che ha architettato l’incontro di papa Bergoglio con registi, scrittori, poeti e intellettuali. «Ho trovato in tanti non credenti», ha confidato a Repubblica, «una disponibilità a interrogarsi , una curiosità per la tradizione cristiana, i grandi autori, la mistica, che sono anche una sfida per noi che siamo alle volte troppo comodamente credenti».