1 maggio 2025
Biografia di Roberth Sarah
Vito Sibilio, Nuovo Giornale Nazionale
Roberth Sarah è un ex alto funzionario vaticano dalla mentalità tradizionale e ortodossa, la cui testimonianza profetica, la cui santità personale e le cui opere letterarie gli hanno procurato un vasto e devoto seguito in tutto il mondo. Nato il 15 giugno 1945 a Ourous, in Guinea, da genitori convertiti al cristianesimo dall’animismo, dopo la scuola media fu costretto ad abbandonare la casa per proseguire gli studi presso il seminario minore di Bingerville, in Costa d’Avorio. Dopo l’indipendenza della Guinea nel 1958, tornò in patria, completò gli studi e fu ordinato sacerdote il 20 luglio 1969 a Conakry. Dopo l’ordinazione, conseguì la licenza in teologia presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma e la licenza in Sacra Scrittura presso lo Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme. Dopo aver completato gli studi, fu nominato rettore del seminario minore di Kindia e servì come parroco a Boké, Katace, Koundara e Ourous. Nel 1979, all’età di trentaquattro anni, fu nominato arcivescovo di Conakry, diventando il vescovo più giovane del mondo e guadagnandosi il soprannome di “vescovo bambino” da parte di Giovanni Paolo II. Come arcivescovo, visse sotto la dittatura marxista di Ahmed Sékou Touré, che mise Sarah sulla lista nera. Nell’ottobre 2001, Giovanni Paolo II nominò Sarah segretario della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, incarico che ricoprì per quasi un decennio. Lasciando la Guinea per assumere l’incarico, ricevette la più alta onorificenza del Paese dal leader guineano, il generale Lansana Conté, ma l’onorificenza non impedì a Sarah di criticare pubblicamente la corruzione e la cattiva amministrazione del regime. Benedetto XVI nominò Sarah presidente del Pontificio Consiglio Cor Unum nel 2010 e lo elevò a cardinale lo stesso anno. Partecipò al conclave del 2013 che elesse Papa Francesco. Nel 2014 Francesco ha nominato Sarah prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, incarico che ha ricoperto fino al 2021. Sarah è stato per un certo periodo membro delle Congregazioni per l’Evangelizzazione dei Popoli e delle Cause dei Santi e membro del Pontificio Comitato per i Congressi Eucaristici Internazionali. Continua a essere membro dei Dicasteri per le Chiese Orientali, delle Cause dei Santi, dell’Evangelizzazione, del Culto Divino e della Disciplina dei Sacramenti. Parla fluentemente francese, italiano e inglese. Passò a parlare con maggiore autorità dopo che papa Francesco lo nominò prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, da dove poté richiamare l’attenzione su una delle sue grandi preoccupazioni: la perdita del sacro e la necessità di difendere la fede dallo spirito del tempo che l’aveva rifiutata. Come prefetto, favorì la “riforma della riforma” in materia di liturgia, ovvero rivisitare e perfezionare i cambiamenti liturgici attuati dopo il Concilio Vaticano II, affrontando carenze e abusi e mantenendo i principi fondamentali del rinnovamento liturgico del Vaticano II. Attribuì particolare importanza alla promozione della Messa ad orientem, si espresse con forza a favore della Comunione sulla lingua e si oppose all’intercomunione tra cattolici e non cattolici. Mise inoltre in guardia dal pericolo del fariseismo in alcuni ambienti liturgici tradizionali. Il cardinale Sarah ha parlato in modo quasi apocalittico al Sinodo sulla famiglia del 2015 dei mali contemporanei dell’aborto, dell’agenda omosessuale e dell’islamismo. Il suo libro del 2019” Dal profondo dei nostri cuori”, scritto in collaborazione con Benedetto XVI sulla crisi del sacerdozio e in difesa del celibato sacerdotale (il libro è stato pubblicato tra le polemiche poco prima della pubblicazione dell’esortazione apostolica di Papa Francesco sul sinodo amazzonico, che minacciava di porre fine al celibato sacerdotale obbligatorio), ha ulteriormente consolidato la sua immagine di leader fedele e ortodosso della Chiesa. Di solito, di fronte ad alcune profonde preoccupazioni sul pontificato di Francesco, rimaneva in silenzio, rimanendo fuori dalla controversia sui dubia del 2016 e dai dibattiti sui pronunciamenti papali, e offrendo invece avvertimenti indiretti. Questa reticenza a criticare il Papa è in parte attribuita anche alla sua vicinanza all’Opus Dei, che ha gestito alcuni dei suoi rapporti con i media e ha una politica di non criticare pubblicamente il Papa o i vescovi. Papa Francesco ha permesso al cardinale Sarah di proseguire il suo mandato quinquennale, scaduto nel novembre 2019. Ha compiuto 75 anni il 15 giugno 2020 e ha rassegnato le dimissioni da prefetto della Congregazione. La sua esperienza nella resistenza a una dittatura marxista è spesso attribuita alla sensibilità del cardinale nel sapere quando parlare e quando tacere, nonché al suo coraggio nel difendere le verità della fede. Ciò è diventato particolarmente evidente dopo il suo ritiro dalla curia e negli ultimi anni ha iniziato a esprimersi con ancora maggiore libertà e chiarezza attraverso la parola scritta, ma anche attraverso omelie, conferenze, interviste e colloqui spirituali. Già prima di ritirarsi dalla curia, Sarah era noto per aver scritto numerosi libri di grande successo, in particolare la sua serie in tre volumi:” Dio o niente: una conversazione sulla fede” (2015); “Il potere del silenzio: contro la dittatura del rumore” (2017); e “Il giorno è ormai finito” (2019). Grazie a queste opere, molti iniziarono a riconoscere nel cardinale una guida dotata di profondità, intuizione e persino un dono profetico che trovò eco in coloro che si sentivano privi di ascolto delle verità della fede saldamente radicate nella Tradizione della Chiesa. I suoi libri più recenti hanno contribuito a consolidare ulteriormente questa reputazione e includono Coppie, risvegliate il vostro amore (2021); un catechismo della vita spirituale (2022); Per l’eternità: ripristinare il sacerdozio e la nostra paternità spirituale (2023); e Ci ha dato così tanto : un omaggio a Benedetto XVI (2023). Da quando ha lasciato la curia, il cardinale ha svolto un ruolo fondamentale nel sostenere i cattolici che partecipano alla Messa tradizionale in latino di fronte alla crescente persecuzione da parte di Roma, e ha assunto un ruolo di primo piano nel contrastare la promozione della benedizione delle coppie dello stesso sesso, diventando uno dei più accaniti critici della Fiducia Supplicans. Ha anche messo in guardia contro i pericoli dell’attuale “Sinodo sulla sinodalità”.
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Giacomo Galeazzi, La Stampa
Tanto per ribadire al mondo da che parte sta, Robert Sarah si è presentato alle congregazioni generali con il confratello tradizionalista Raymond Burke. Responsabilità, dispute e battaglie non lo hanno mai spaventato. Giovanni Paolo II lo chiamò in Curia come segretario di Propaganda Fide, Joseph Ratzinger lo promosse alla presidenza di "Cor Unum, il pontificio consiglio per la solidarietà verso i bisognosi. Il sito della Santa Sede lo presenta come un uomo di Chiesa «maturato in una terra difficile, segnata dalla sofferenza e dal martirio di tanti preti che hanno piantato l’albero della fede tra deserti materiali e deserti spirituali». Noto per il suo approccio rigoroso alla liturgia e per le sue posizioni conservatrici, il cardinale è stato il più indomito oppositore di Francesco che pure gli aveva affidato il prestigioso dicastero del Culto divino. Una nomina di peso, suggerita a Bergoglio dal papa emerito Benedetto XVI. Già durante il settennato da ministro vaticano, l’ex arcivescovo di Conakry (Guinea) era diventato il punto di riferimento delle frange contrarie al dialogo papale con la modernità. Figlio unico di una famiglia profondamente devota, è dovuto espatriare da ragazzo per continuare i suoi studi nel seminario minore di Bingerville, in Costa d’Avorio. Rientrato in Guinea dopo l’indipendenza nel 1958, ha completato gli studi nel seminario dedicato a Giovanni XXIII. Dopo i periodi trascorsi a Nancy in Francia e Sébikotane in Sénégal, si è trasferito a Roma per la licenza in teologia alla Gregoriana e ha approfondito la sacra scrittura all’Istituto Biblicum di Gerusalemme.
Al biennio da parroco di Boké è seguita la nomina a rettore dello stesso seminario che aveva frequentato a Kindia. Poi Karol Wojtyla gli assegnò l’arcidiocesi dove è nato definendolo il «vescovo bambino». A 34 anni ricevette, infatti, l’ordinazione episcopale: il presule più giovane del mondo. Divenne strenuo difensore dei diritti del popolo africano ma al contempo severo fustigatore di un continente che «si vende al migliore offerente». A far scoppiare la bufera è stata l’uscita nel gennaio 2020, in Francia e poi in Italia, del libro, scritto con Ratzinger, "Dal profondo del nostro cuore". Nel testo i due autori proclamavano le loro tesi radicalmente contrarie a ogni innovazione sul celibato sacerdotale. C’era appena stato il Sinodo sull’Amazzonia, in cui i vescovi avevano votato a maggioranza la possibilità di forme di sacerdozio uxorato, cioè il conferimento del presbiterato a persone sposate, per far fronte alle esigenze pastorali nelle impervie e sterminate lande amazzoniche. Ratzinger, però, a un certo punto tolse la sua firma come co-autore. Oggi nella rosa ristretta dei cardinali più accreditati a succedere a Francesco dall’Africa – continente con la maggior crescita di fedeli – spicca proprio Sarah, il porporato più in vista tra i difensori di una Chiesa tradizionalista, favorevole alla liturgia latina. Fermamente contrario all’ordinazione delle donne e a qualsiasi sviluppo in materia di omosessualità, ha consensi in ambienti intellettuali anche laici. Suo il monito conto gli abusi liturgici rilevati soprattutto in Germania. «Il demonio attacca fortemente l’Eucarestia perché essa è il cuore della vita della Chiesa - stigmatizza -. Il problema di fondo è la crisi di fede di chi celebra. Non si può trattare Gesù così. La Chiesa non è una Ong e se c’è qualcosa da chiederle è la verità del Vangelo, la bellezza della liturgia, la grazia dei sacramenti».