1 maggio 2025
Biografia di Kurt Koch
Vito Sibilio, Nuovo Giornale Nazionale
Kurt Koch è nato il 15 marzo 1950 a Emmenbrücke (diocesi di Basilea), nel cantone svizzero di Lucerna, in una famiglia di commercianti. Studiò teologia a Monaco di Baviera, in Germania, e a Lucerna, in Svizzera. Dopo gli studi, lavorò come teologo laico. Dal 1979 al 1982 fu assistente universitario nel campo della teologia sistematica presso la Facoltà di Teologia di Lucerna. Fu ordinato sacerdote all’età di 32 anni, entrò nel sacerdozio a Berna e sviluppò un interesse per la dogmatica e la teologia morale, nonché per l’ecumenismo e il pensiero protestante. Nel 1987 discusse la sua tesi di dottorato. Rimase affiliato all’Università di Lucerna, ottenendo l’abilitazione nel 1989, e lì divenne professore di dogmatica e liturgia, nonché professore di teologia ecumenica presso l’Istituto di Educazione. Nel dicembre 1995 venne nominato vescovo di Basilea e ordinato personalmente da papa Giovanni Paolo II. Come vescovo, non abbandonò l’attività accademica e continuò a pubblicare articoli e opere teologiche. Dal 1998 al 2006 fu vicepresidente della Conferenza episcopale svizzera e presidente dal 2007 al 2009. Nel luglio 2010, Benedetto XVI lo chiamò a Roma, nominandolo presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani. Nello stesso anno fu creato cardinale. Mentre prima del 2010 aveva pubblicato su vari argomenti teologici, da quando è entrato nella Curia Romana si è concentrato sulle questioni ecumeniche. Tra i momenti salienti del suo lavoro a Roma figurano l’incontro ecumenico del 2016 a Lund, in occasione del 500° anniversario dell’inizio della Riforma, e la pubblicazione di un documento sul primato papale in prospettiva sinodale nel 2024. Il cardinale Kurt Koch unisce una personalità calma ad anni di esperienza curiale. Il cardinale svizzero è noto per il suo forte scetticismo nei confronti del Cammino sinodale tedesco, ma allo stesso tempo è considerato un uomo aperto a cambiamenti cauti, come ha espresso, ad esempio, in uno studio completo sul ministero papale nel 2024. Il fatto che abbia condotto tale studio dimostra anche che Koch è un maestro della materia: conosce il ruolo del Papa nella Chiesa, come si è formata la storia del papato e dove il papato potrebbe o meno dirigersi in futuro. Koch sottolinea l’importanza della centralità dell’Eucaristia, ma non è un sostenitore della liturgia tradizionale, vedendola come un ostacolo all’unità. Il suo background intellettuale teutonico è orientato alla negoziazione e al compromesso, rendendolo una figura piuttosto diplomatica e pragmatica. Come cardinale nella Curia romana, ha anche mostrato un sano conservatorismo. È una combinazione che potrebbe non consentirgli di risolvere tutti i problemi della Chiesa, ma se eletto papa, potrebbe consentirgli di svolgere un importante ruolo conciliatorio e unificante dopo i divisivi anni di Francesco. Il cardinale Koch parla diverse lingue, tra cui tedesco, italiano, francese e inglese. Ad oggi non si ha una sua presa di posizione netta su nessuno dei temi controversi del papato bergogliano.