ilfattoquotidiano.it, 1 maggio 2025
Istanbul, 400 fermi durante le proteste per il primo maggio a piazza Taksim
Ancora un primo maggio segnato da violenze e arresti a Istanbul: secondo l’Associazione dei Giuristi Contemporanei (Chd), citata dall’emittente Halk Tv, almeno 400 persone sono state fermate dalla polizia mentre cercavano di raggiungere la centrale Piazza Taksim, simbolo storico della Festa dei Lavoratori, ma dal 2013 interdetta alle manifestazioni. Le forze dell’ordine sono intervenute con particolare severità contro alcuni gruppi, soprattutto giovani, che volevano celebrare la giornata in quella zona.
Le autorità turche hanno trasformato gran parte del centro di Istanbul in una zona rossa, con decine di migliaia di agenti dispiegati nei quartieri di Sisli, Kadikoy, Besiktas e attorno a Taksim. Stazioni della metropolitana, fermate degli autobus e interi isolati sono stati chiusi, mentre tutte le vie d’accesso alla piazza sono state sbarrate con barriere metalliche, nel quadro delle misure di sicurezza imposte dalla prefettura.
Nonostante i divieti e il massiccio dispiegamento di forze, vari gruppi di studenti, collettivi e lavoratori hanno tentato comunque di radunarsi nei punti precedentemente annunciati. In particolare, a Mecidiyekoy, numerosi manifestanti sono stati arrestati in modo violento – riporta Haik Tv – bloccati a terra e ammanettati, mentre la zona veniva progressivamente isolata dalle forze di polizia.
Le proteste di quest’anno avvengono in un contesto politico teso, con il governo di Recep Tayyip Erdogan contrapposto al partito d’opposizione Chp, dopo la detenzione del sindaco di Istanbul Ekrem Imamoglu, principale rivale politico del presidente. Amnesty International ha condannato le restrizioni, definendole “pretestuose” e contrarie ai diritti fondamentali. Nonostante il blocco, diverse migliaia di persone hanno partecipato a manifestazioni autorizzate nella parte asiatica della città.