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 2025  maggio 01 Giovedì calendario

Rai, Presa diretta accusata di antisemitismo per la puntata su Gaza. Iacona: "È servizio pubblico"

Un esposto contro Riccardo Iacona e la sua trasmissione Presa diretta, indirizzato al coordinatore nazionale per la lotta contro l’antisemitismo presso la Presidenza del Consiglio. La colpa? Aver raccontato con un reportage da Gaza di un’ora, nella puntata del 27 aprile scorso, la completa distruzione ad opera dell’esercito israeliano. E in più, intervistando Francesca Albanese, relatrice dell’Onu sui territori palestinesi, da un anno e mezzo tacciata di antisemitismo dagli ambienti filo-israeliani più radicali per le sue posizioni molto dure rispetto all’operato del governo Netanyahu. Titolo della puntata: “Gaza, cessate il fuoco”. Un augurio, più che un’accusa.
Gli autori della “denuncia” sono l’ex ministro Carlo Giovanardi, l’avvocato Iuri Maria Prado e il semiologo Ugo Volli; ma al contempo il sindacato dei giornalisti Fnsi, quello nella tv pubblica Usigrai, oltre a Pd, M5S e Avs, difendono a spada tratta il lavoro di Iacona. Il giornalista di inchiesta si dice sbigottito per l’accusa «infondata, perché se si allarga l’accusa di antisemitismo a coloro che criticano le azioni di Israele allora milioni di persone che scendono in piazza nella stessa Israele sono tali». Iacona ricorda che nel 2023 Presa Diretta fece un’intera puntata centrata sull’antisemitismo montante: «Nessuno cancella il fatto che sia ripreso con forza, solo che nel reportage non abbiamo parlato di ebrei ma di quel che sta succedendo a Gaza, lo abbiamo fatto dopo molto silenzio dei media sull’argomento. C’è un doppio standard nel racconto mediatico, tra ciò che avviene in Ucraina e quello che vediamo a Gaza e in Cisgiordania, argomento di cui invece Papa Francesco non si dimenticava mai». Iacona aggiunge di essere «molto contento che il lavoro sia andato in onda sulla Rai, c’è bisogno di accendere una luce e la tv di Stato lo ha fatto».
La lettera di Giovanardi, Prado e Volli chiede al generale Pasquale Angelosanto, nominato dal governo a inizio 2024, «di voler intervenire, sulla base delle sue competenze, per ristabilire nella tv di Stato una corretta informazione, in attesa che si realizzi il suo auspicio dell’introduzione nel nostro ordinamento di provvedimenti adeguati e strumenti repressivi per combattere l’antisemitismo». Replica Alessandra Costante, segretaria di Fnsi: «Antisemitismo non è raccontare la tragedia di un popolo, ostaggio di una brutalità senza fine, ma, ad esempio, non prendere le distanze dalla squadraccia che a Dongo, nei giorni scorsi, è sfilata facendo il saluto fascista sul luogo in cui venne fucilato Mussolini». Aggiunge il presidente Vittorio Di Trapani: «Ci aspettiamo un pubblico grazie a Iacona e la sua squadra da parte del vertice della Rai». Anche Stampa Romana, Articolo 21, Controcorrente, Rete No Bavaglio, associazioni e componenti per la libertà di stampa, si esprimono a tutela di Presa Diretta.
Tra le altre cose, da ottobre 2023 oltre 200 giornalisti palestinesi sono stati uccisi a Gaza e alle testate straniere ancora adesso è vietato l’accesso nella Striscia. Altra questione attorno alla quale sia il sindacato che l’Ordine dei giornalisti, in varie forme, da tempo cercano di muoversi in difesa dell’informazione.