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 2025  aprile 30 Mercoledì calendario

Caccia al migrante con la app IceRaid che piace ai fan di Trump: fai la spia sugli irregolari per ricevere crypto

Con il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca, l’immigrazione è tornata a essere un tema prioritario nell’agenda politica americana. Il presidente ha promesso “la più grande deportazione della storia” e dichiarato che nei primi mesi della nuova amministrazione “oltre 200mila persone sono già state espulse”. In parallelo, diversi stati a guida repubblicana, come Texas, Florida e Missouri, stanno discutendo leggi che incentivano i cittadini a segnalare la presenza di migranti irregolari, in alcuni casi prevedendo vere e proprie “taglie” in denaro.
In questo clima nasce Iceraid, un’applicazione che consente agli utenti di caricare informazioni geolocalizzate su presunti migranti privi di documenti. Il sistema, che sfrutta la blockchain e le criptovalute, si inserisce in una tendenza crescente: trasformare cittadini ordinari in vigilanti digitali. “È come l’arresto di un cittadino, ma con il wi-fi”, ha detto l’ex deputato MAGA Matt Gaetz durante il suo show su One America News Network. “Dimentica Uber o DoorDash. Scatta una foto, salva la giornata e guadagna qualche criptovaluta mentre ci sei”.
Il creatore dell’app è Jason Meyers, imprenditore ed ex sviluppatore crypto, che ha dichiarato di aver avuto contatti con “uffici federali, i dipartimenti di polizia locali e altre forze dell’ordine”. Sebbene Iceraid non abbia partnership ufficiali con l’Ice, Meyers ha spiegato via Telegram che l’app “offre l’accesso alle forze dell’ordine. Sono loro a decidere se e quando agire”. In un’email a The Verge ha chiarito: “L’obiettivo è la cooperazione, non le partnership ufficiali”.
Iceraid permette di caricare foto, video, descrizioni e targhe di auto legate a presunte attività di migranti irregolari. Il materiale deve essere prodotto sul posto, in tempo reale. Ogni segnalazione considerata “utile” viene premiata con token digitali che possono essere convertiti in criptovaluta. La logica è quella del bounty hunting, ossia del cacciatore di taglie: utenti comuni ricevono compensi per informazioni che potrebbero essere usate in operazioni di polizia. Il sistema ha già ricevuto “centinaia” di segnalazioni, anche se la maggior parte, ha spiegato Meyers, è stata “automatica­mente rimossa perché inaffidabile”.
Per cercare di filtrare i contenuti falsi o non rilevanti, Iceraid utilizza un sistema di intelligenza artificiale. L’IA, secondo Meyers, è in grado di verificare posizione, sesso, età e persino lo stato emotivo delle persone ritratte nei contenuti inviati attraverso analisi di sentimenti. Solo una “quantità molto limitata” di prove riesce a superare il processo di convalida. Lo scopo, ha spiegato, è “aumentare l’affidabilità delle prove prima di condividerle con chi di competenza”.
L’app è costruita su GovFi, una piattaforma blockchain decentralizzata ideata per “rivoluzionare il modo in cui operano i governi”. Secondo i suoi creatori, GovFi permette di affidare ai cittadini, tramite incentivi economici, attività che normalmente sarebbero svolte da agenzie governative come il Dipartimento della Sicurezza Interna. Uno degli elementi più discussi è il programma di sponsorizzazione incluso nell’app. Meyers sostiene che Iceraid offra una “grande ricompensa” anche a migranti senza precedenti penali che vogliono segnalarsi volontariamente per intraprendere un percorso di regolarizzazione, ma non sono stati forniti dettagli concreti.
A rendere Iceraid una delle applicazioni più chiacchierate del momento è anche la spinta promozionale ricevuta da influencer conservatori e personaggi vicini a Trump. L’app risponde perfettamente a una richiesta esplicita avanzata da alcuni esponenti del Partito Repubblicano: trasformare ogni cittadino in un potenziale “cacciatore di migranti”. A gennaio, per esempio, un deputato del Missouri ha proposto una legge per offrire un compenso di 1.000 dollari a chi favorisce l’arresto di migranti clandestini. La proposta è stata bocciata, ma il messaggio politico resta chiaro.
Organizzazioni per i diritti civili, come l’Aclu, hanno espresso profonde preoccupazioni. Secondo i critici, Iceraid incoraggia la delazione, la discriminazione e il rischio di falsi positivi. “Non ci sono sufficienti garanzie e affidarsi all’intelligenza artificiale per identificare esseri umani è un pericoloso precedente”, avverte un portavoce.
Nel frattempo, esistono anche applicazioni con una funzione opposta. ResistMap e SignalSafe, ad esempio, sono sviluppate da attivisti per allertare i migranti in caso di retate. Ma queste iniziative, spesso auto-organizzate e scarsamente finanziate, faticano a competere con la potenza di fuoco tecnologica e mediatica di strumenti come Iceraid.