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 2025  aprile 30 Mercoledì calendario

93 candidati per 111 anime

Libertà è partecipazione. Quante volte abbiamo sentito la canzone di Giorgio Gaber diventare fanfara in vista delle elezioni. Con maggio arriva una nuova tornata elettorale e in Lombardia saranno 18 i comuni che tra il 25 e il 26 di quello stesso mese dovranno rinnovare il proprio consiglio comunale. Dicevamo 18 comuni sui 1502 lombardi, appena l’1,2%, di cui solamente quattro sopra i 15 mila abitanti. Parliamo di Cernusco sul Naviglio e Rozzano nel milanese, Desio in provincia di Monza e Saronno nel varesotto. I restanti quattordici centri abitati invece sono tutti sotto i 15 mila residenti. Ma quello individuato dalla nostra lente d’ingrandimento è l’unico in provincia di Pavia. L’unico con appena 111 residenti. Siamo a circa una ventina di chilometri da Voghera, la capitale dell’Oltrepò pavese, e tra le colline del monte Ceresino, oltre i 400 metri di altitudine, esattamente a ridosso di Casteggio e Montalto Pavese sorge Calvignano. La naturale scadenza del mandato doveva essere nel 2027, ma la dipartita del sindaco eletto tre anni fa, Marco Casarini, ha costretto il comune oltrepadano a indire una nuova consultazione elettorale. Sulla scrivania del borgo, noto fin dal XII secolo, sono arrivate nove liste per un totale di 93 candidati. Era pronta anche la decima, ma davanti a questi numeri siderali ha desistito. Praticamente un rapporto di 1:1 con la popolazione locale, considerando che gli aventi diritto al voto, compresi quelli iscritti al registro dell’Aire (i votanti italiani all’estero), sono 102. Un fatto quantomeno bizzarro. Nei comuni sotto i mille abitanti, per legge, non serve raccogliere le sottoscrizioni dei cittadini residenti e per questo diventa più semplice partecipare con una lista per far eleggere il proprio candidato sindaco alla guida del comune. In questo modo Calvignano vede, per la prima volta, così tanti aspiranti primi cittadini concorrere l’uno contro l’altro.
Una decina di anni fa si erano presentate tre liste, altrimenti solo e sempre una. Novità che ha messo sotto i riflettori il piccolo centro abitato pavese. Andrea Doria, vicesindaco ai tempi del mandato Casarini e ora facente funzione di primo cittadino, l’ha presa con filosofia. «Quasi più candidati che concittadini», ci dice tra il serio e il faceto. «Una sola lista è fatta al 100% di calvignanesi che saranno guidati da Rossano Gramegna». Gramegna ha lavorato una vita alle dipendenze del comune, esattamente dal 1979, e dopo essere andato in pensione tre settimane fa ha deciso di concorrere alla bagarre elettorale.
«Personalmente, per motivi lavorativi», ci spiega Doria, «ho deciso di non ricandidarmi, ma anche se fuori dai banchi del comune lavorerò al fianco dell’amministrazione anche per il rapporto che mi legava a Marco Casarini». Resta una stramberia. «Ci riteniamo, però, estremamente lusingati dalla cosa. Tutti questi concorrenti al consiglio comunale saranno stati sicuramente attratti dalle colline, dal buon vino e dal buon cibo tipici dell’Oltrepò», ci dice sorridendo. Ma ha avuto modo di verificare la residenza dei candidati? «Dopo una prima occhiata sommaria, tranne qualche candidato della zona, ho visto molti nomi che risiedono a Milano, Verona, Brescia e Bologna».
Stranezze tipicamente elettorali, anche perché basti considerare che la candidatura alle elezioni permette – secondo l’articolo 81 della legge 1° aprile 1981 n.121 – agli appartenenti alle forze dell’ordine candidati di ricevere 30 giorni di licenza per poter adempiere alla campagna elettorale. Ora non sappiamo, ancora, se questo sia il caso di Calvignano, ma a Bisegna piccolo comune in provincia dell’Aquila a fronte di 212 residenti si sono registrate 250 candidature. Di 23 liste registrare 21 risultano presentate da agenti di polizia penitenziaria. In quel di Calvignano, invece, come dice scherzosamente Andrea Doria sarà stato l’agroalimentare ad attirare così tanti aspiranti al consiglio comunale o «il tulipano selvatico locale, che ha raccolto anche le attenzioni dell’Università di Pavia». Non resta, quindi, che attendere il fine settimana del 25 e 26 maggio per scoprire il destino dei 93 candidati, «scontato» secondo il vicesindaco uscente, tra i pendii scoscesi dell’Appennino.