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 2025  aprile 29 Martedì calendario

“Sulla Rai pressioni senza precedenti”, il report europeo sui media. Floridia: “Avvilente”

La libertà di stampa nei Paesi della Ue è “sempre più a rischio”. È quanto rileva il Liberties Media Freedom Report 2025, quarto rapporto annuale sulla libertà dei media nell’Unione Europea (Ue) prodotto dalla Civil liberties union for Europe (Liberties). Le cause sono molteplici. In particolare che “nel 2024 molti governi hanno influenzato i media stanziando fondi statali a emittenti vicine al governo e utilizzando i media di servizio pubblico come strumenti di comunicazione; i giornalisti hanno dovuto affrontare minacce e violenze diffuse, con le giornaliste maggiormente prese di mira, e sono state respinte le richieste di informazioni da parte dei funzionari pubblici; e la scarsa trasparenza sulla proprietà dei media ha portato a una concentrazione della proprietà dei media”. Il report si basa su dati e contributi di 43 organizzazioni membri e partner di 21 Stati membri dell’Ue. Come nelle edizioni precedenti, il rapporto copre quattro aree principali: libertà e pluralismo dei media, sicurezza e protezione dei giornalisti, libertà di espressione e accesso all’informazione e legislazione europea relativa alla libertà e al pluralismo dei media.
Riguardo all’Italia, il rapporto rileva che “il governo deve ancora introdurre riforme per garantire la piena trasparenza sulla proprietà e sui potenziali conflitti di interesse nel settore dei media”. Denunciando “pressioni senza precedenti sulla Rai”.
Il servizio pubblico di informazione italiano “è da tempo soggetto a influenza politica e gli sviluppi dell’ultimo anno sono particolarmente rilevanti per l’applicazione, da parte del Paese, dell’European Media Freedom Act – prosegue il rapporto nel focus dedicato al nostro Paese -. Le principali preoccupazioni derivano dalla governance e dalle strutture di finanziamento dell’emittente pubblica Rai, che attualmente la rendono vulnerabile a interferenze politiche. La governance della Rai rimane regolata dalla legge n. 220/2015,78 meglio nota come legge Renzi (...), legge che conferisce maggiori poteri all’amministratore delegato della Rai, che viene nominato dal governo e può godere di una notevole libertà di spesa”.
Tali disposizioni “violano direttamente l’European Media Freedom Act (Emfa), che deve entrare in vigore entro agosto 2025. Alla luce di ciò, nel maggio 2024 sono stati presentati due ricorsi presso il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio per bloccare la procedura di rinnovo del consiglio di amministrazione della Rai a causa di violazioni dell’Emfa. Un ricorso sosteneva che l’attuale procedura non rispettava i requisiti di trasparenza e non discriminazione previsti dall’Emfa, mentre il secondo sollevava preoccupazioni circa l’indipendenza del candidato dai poteri esecutivi e richiedeva un rinvio alla Corte di giustizia dell’Ue per valutare eventuali violazioni dell’Emfa in merito. Nonostante queste azioni legali, il nuovo consiglio di amministrazione della Rai è stato insediato il 1° ottobre”, aggiunge il rapporto.
Nel documento si sottolinea poi che “i giornalisti della Rai affrontano pressioni senza precedenti e autocensura a causa delle pressioni politiche. Ad esempio, la cancellazione del monologo antifascista dell’intellettuale italiano Antonio Scurati nell’aprile 2024, e il successivo procedimento disciplinare avviato contro la giornalista Serena Bortone, conduttrice del programma in cui il discorso avrebbe dovuto essere tenuto. In risposta alla crescente pressione, il sindacato dei giornalisti della Rai, l’Usigrai, ha organizzato uno sciopero di 24 ore il 6 maggio 2024 e un’ampia maggioranza degli iscritti all’Usigrai (75%) ha aderito allo sciopero per denunciare i tentativi di trasformare la Rai in un organo di stampa del governo.83 All’inizio di novembre 2024, in un possibile segno dell’impegno del Paese a riformare la Rai e ad allinearsi all’Emfa, la Commissione parlamentare di controllo della Rai ha organizzato l’evento ’Stati Generali del Servizio Pubblico’ per discutere le sfide e lo sviluppo futuro della Rai pubblica. L’evento ha riunito rappresentanti politici, istituzionali e dei media, tra cui la Rai. dirigenti e rappresentanti dei sindacati dei giornalisti e dei media, esperti di comunicazione e stakeholder della regolamentazione europea dei media”.
Lungo le 81 pagine del report, si rileva che “in Italia le giornaliste hanno molte più probabilità di diventare bersaglio di campagne diffamatorie sessiste e basate sull’età”, e si fanno riferimenti al giugno 2024, quando “il ministro italiano delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha intentato una causa contro i giornali de Il Foglio e Il Riformista, chiedendo un risarcimento da 250.000 a 500.000 euro” e nel marzo 2024 “Daniela Santanchè, ministro del Turismo e membro del partito Fratelli d’Italia, ha intentato una causa contro la rivista L’Espresso per un articolo che esaminava la sua storia aziendale. Il ministro ha chiesto un risarcimento danni di 5 milioni di euro”.
Floridia: “Report avvilente, subito sblocco riforma e vigilanza”
La presidente della commissione di vigilanza Rai, Barbara Floridia, commenta: “È davvero avvilente leggere il report sulla libertà di stampa 2025, prodotto da Liberties, che ancora una volta presenta un quadro davvero preoccupante per l’Italia. Le problematiche legate alla libertà di stampa e all’indipendenza dei media rimangono tutte lì, anzi in certi casi c’è stato un peggioramento. Le criticità che il report aveva già sollevato lo scorso anno, come la legge Renzi sulla Rai e le sue contraddizioni con il Media Freedom Act europeo, come sappiamo sono ancora ben lontane da una riforma. L’unico elemento positivo citato nel report europeo a riguardo gli stati generali del servizio pubblico che si sono tenuti a novembre 2024, il cui spirito però è stato tradito dai partiti di maggioranza. In commissione al Senato non si è mosso nulla. La situazione è ulteriormente aggravata dal blocco della commissione di vigilanza Rai, che dura ormai da oltre sei mesi, una situazione inaccettabile che sta impedendo il controllo democratico da parte di un organo di garanzia fondamentale per il nostro sistema informativo. Questo immobilismo farà sprofondare l’Italia in una procedura di infrazione, che su questo tema sarebbe un’umiliazione”.
"Ora – prosegue – la domanda è: Giorgia Meloni, di fronte a questo ennesimo monito dall’Europa, come reagirà? Avrà il coraggio di dire alla sua maggioranza che è ora di fare qualcosa di concreto? La violazione del Media Freedom Act europeo che si paleserà ad agosto danneggerà non solo l’immagine internazionale del Paese, ma soprattutto la nostra democrazia. Bloccare la riforma e tenere in ostaggio la commissione di vigilanza significa trascinare il Paese verso un vicolo cieco, sotto gli occhi di un’Europa sempre più attonita. La riforma del servizio pubblico e lo sblocco della commissione della vigilanza Rai devono diventare una priorità per il Parlamento, altrimenti la responsabilità di rendere l’Italia lo zimbello d’Europa sul fronte della libertà dei media continuerà ad essere tutta in capo a questa maggioranza”.