repubblica.it, 29 aprile 2025
Saigon è caduta, la guerra è finita, gli americani se ne sono andati. Mezzo secolo dopo quel 30 aprile 1975, in Vietnam si combatte però ancora una lunga battaglia: quella contro l’Agente Arancio, veleno silenzioso che continua a distruggere la vita di milioni di persone
Saigon è caduta, la guerra è finita, gli americani se ne sono andati. Mezzo secolo dopo quel 30 aprile 1975, in Vietnam si combatte però ancora una lunga battaglia: quella contro l’Agente Arancio, veleno silenzioso che continua a distruggere la vita di milioni di persone.
Il Paese asiatico si prepara a grandi festeggiamenti mercoledì in occasione del 50° anniversario della caduta di Saigon (oggi Ho Chi Minh City), che il governo definisce “giorno della riunificazione” tra il Nord comunista e il Sud filoamericano. Per Nguyen Thanh Hai, 34 anni, anche semplici gesti quotidiani come abbottonarsi la camicia rimangono ancora sfide quasi impossibili.
Durante la guerra le forze armate statunitensi hanno spruzzato 72 milioni di litri di defolianti tossici, più della metà era Agente Arancio. Ancora oggi tre milioni di persone, tra cui molti bambini, soffrono di gravi problemi di salute associati all’esposizione a questa sostanza. Con l’aiuto – tardivo – proprio degli americani, negli ultimi decenni si è lavorato per ripulire gli orrori di quella guerra tossica: ora, però, con i tagli dell’amministrazione Trump agli aiuti internazionali, in molti in Vietnam temono che la bonifica possa fermarsi. “A Da Nang, dove vive il 34enne e dove una base aerea è stata contaminata durante lo stoccaggio e il trasporto dell’Agente Arancio, gli Stati Uniti hanno completato nel 2018 una bonifica da 110 milioni di dollari, ma un’area grande quanto 10 campi da calcio rimane ancora fortemente contaminata”, scrive l’Associated Press.
I tagli di Donald Trump all’Usaid “hanno bloccato progetti chiave in Vietnam e, sebbene molti siano stati ripresi, permangono dubbi sull’affidabilità degli Stati Uniti”, continua l’Ap. “Abbiamo sempre creduto che il governo degli Stati Uniti e i produttori di questa sostanza chimica tossica abbiano la responsabilità di sostenere le vittime. Spero che qualsiasi interruzione dei progetti in corso a causa dei cambiamenti politici a Washington sia temporanea”, afferma Nguyen Van An, presidente dell’Associazione per le vittime dell’Agente Arancio. Come riportava il New York Times la settimana scorsa,
L’amministrazione Trump ha chiesto ai suoi diplomatici di alto rango in Vietnam di non partecipare agli eventi che commemorano il 50° anniversario della fine della guerra”.
L’Agente Arancio – così chiamato per la striscia colorata sui fusti e noto per contenere il 2,3,7,8-tetraclorodibenzo-p-diossina, una delle sostanze più nocive mai create – fu utilizzato per oltre 10 anni, tra il 1961 e il 1971, per distruggere le aree verdi che davano riparo ai Viet Cong e per distruggere i raccolti costringendo il “nemico” alla fame. L’esposizione all’Agente Arancio è considerata la causa di un’incidenza anormalmente elevata di aborti spontanei, malattie della pelle, tumori, difetti alla nascita e malformazioni congenite.
“Gli effetti sulla salute dureranno per generazioni, minacciando i figli, i nipoti e persino i pronipoti delle persone esposte alle sostanze chimiche con complicazioni di salute che vanno dal cancro ai difetti che colpiscono la colonna vertebrale e il sistema nervoso”, continua l’Ap. Gli ultimi americani a Saigon decollarono alle 8 del mattino del 30 aprile di cinquant’anni fa. Le immagini dell’evacuazione divennero il simbolo dell’umiliazione della superpotenza. Alcuni le avrebbero poi paragonate al caotico ritiro americano da Kabul, in Afghanistan, nel 2021. Mezzo secolo dopo in Vietnam si combatte però ancora una lunga battaglia.