La Stampa, 29 aprile 2025
Roberto Bolle: "La danza è una maestra di vita la porteremo anche in carceri e ospedali"
«La morte di Papa Francesco mi ha lasciato senza parole. Sembrava si stesse riprendendo, lo avevamo visto in piazza San Pietro a Pasqua. È stato sconvolgente ma, al tempo stesso, ho pensato che per lui sia stato un bel modo di lasciarci, non si è mai risparmiato ed è riuscito fino all’ultimo a fare quello che più gli stava a cuore: stare in mezzo alla gente, vicino ai fedeli». Roberto Bolle avrebbe voluto conoscere Papa Bergoglio: «Ha portato la Chiesa nel mondo contemporaneo, facendola arrivare a tantissimi giovani» ricorda, ripensando a quattro mesi fa, quando ha ballato in piazza San Pietro in occasione dell’apertura della Porta Santa che ha avviato il Giubileo, «sensazione unica che mi ha connesso a qualcosa di superiore». L’étoile, parlando della seconda edizione di Viva la Danza stasera su Rai1, ha voluto ricordare il Papa del popolo.
Quale eredità ha lasciato?
«Ha modernizzato la Chiesa rispetto ai predecessori, ad esempio Ratzinger era più legato a una tradizione immutabile. Lui l’ha rinnovata, usando nuovi media, un linguaggio immediato, ha provato in tutti i modi a cambiarla. Ha avuto molte aperture, esponendosi concretamente su argomenti delicati: pedofilia, ingiustizie, appelli per la fine delle guerre, oltre a parole forti e necessarie come il genocidio. In un tempo in cui le cose cambiano molto velocemente è riuscito a far sentire questa istituzione vicina alle problematiche del mondo e delle persone, non fuori dal tempo».
Per la Giornata Mondiale della Danza torna Viva la Danza. Cosa vedremo?
«Abbiamo portato la danza in luoghi unici, di una bellezza straordinaria, anche grazie al Ministero della Cultura. Non resteremo solo nel teatro Filarmonico di Verona. A Palazzo Barberini, a Roma, dove c’è la mostra di Caravaggio, ballerò tra i dipinti di questo eccelso artista. Poi danzeremo tra le calle di Venezia, al Teatro La Fenice, Palazzo Ducale e Cà d’Oro».
Gli ospiti?
«Serena Rossi conduce, affiancata da Claudio Santamaria. Ospite musicale è Gianna Nannini. Ci saranno gli artisti del Cirque du Soleil, contributi di Geppi Cucciari e Jacopo Veneziani a illustrare le parti più culturali».
Portare la danza in tv quanto l’ha avvicinata ai ragazzi?
«Credo ne abbia ispirati molti. Le giovani generazioni sono molto influenzate dai punti di riferimento, soprattutto positivi. Se i miei progetti, dal teatro alla tv, li hanno portati a pensare: “mi piacerebbe provare a fare quello che fa lui”, è importante. L’idea di avvicinare i ragazzi alla danza, aprendo loro nuove strade, dà soddisfazione».
I tempi sono cambiati rispetto a quando lei ha iniziato. Da bambino non ha mai detto ai suoi compagni che faceva un corso di danza. Perché?
«Nessuno dei miei compagni e amici la praticava, facevano tutti altro e non me la sentivo di condividerlo. Avevo il timore di non essere capito. All’epoca era una cosa diversa, inusuale. Non c’erano tanti ragazzi che ballavano, erano di più le ragazze. Non ho mai subito atti di bullismo ma volevo evitare incomprensioni. Oggi è diverso, anche grazie ai talent show, in tv ci sono tanti ballerini, è cambiato l’approccio verso la danza».
Intanto lei ha compiuto 50 anni. Come si sente?
«Vivo la mia età con gioia, orgoglio e soddisfazione. Da giovane mai avrei pensato di arrivare fino a qui, continuando a fare cose straordinarie».
Ha festeggiato?
«Ho festeggiato con gli amici e in famiglia. Come tradizione mi sono regalato un viaggio, questa volta al mare. Per il mio compleanno, ogni anno, evito di avere impegni lavorativi per staccare da tutto e viaggiare, è un momento che dedico a me stesso e che mi tengo ben stretto».
Come fa ad avere ancora questo fisico scultoreo?
«Madre natura mi ha aiutato ma il mio corpo è costruito solo con la danza. Servono disciplina, sacrifici, alimentazione e ore di riposo controllate, oltre ad allenamenti quotidiani. Cosa faccio? Alle 10, a teatro, un’ora e mezza di lezione, poi due ore di prove al mattino e tre al pomeriggio, in preparazione degli spettacoli. Infine, stretching e potenziamento».
Alimentazione controllata, quindi, cosa mangia?
«Evito gli alimenti processati, industriali, troppo lavorati. Preferisco quelli semplici, vicini alla natura con più potere nutrizionale. Per mia scelta non mangio carne da tanti anni. Preferisco il pesce, una semplice insalata, riso, quinoa, farro, verdure cotte. E, ogni tanto, mi concedo un gelato al cioccolato».
È vero che beve 7 litri di acqua al giorno?
«Si, bevo tantissimo, è una delle mie caratteristiche oltre che una necessità».
Ritornando alla danza, porta Caravaggio a teatro.
«Un progetto straordinario, tutto italiano, su un genio della pittura mondiale con un coreografo italiano come Mauro Bigonzetti, luci, scene, musica, un grande gruppo. Saremo al Teatro del Maggio Fiorentino e agli Arcimboldi a Milano».
Poi a luglio c’è il tour estivo. Dove sarà?
«Tre Gala a Caracalla, al Teatro Greco di Taormina e all’Arena di Verona. Questo tour ha un sapore speciale, è come un regalo perché, alla mia età, forse, non pensavo di poter ritornare a ballare in luoghi così magici».
Ha creato anche una Fondazione.
«Nata un anno fa, porta il mio nome, è stata creata per diffondere cultura e benefici della danza. L’obiettivo è portarla a chi non ne ha accesso, come nelle carceri, negli ospedali, nelle scuole».
Quando smetterà di danzare, quale ricordo spera di lasciare?
«Aver contribuito a portare la danza a un pubblico sempre maggiore. Il fil rouge di tutti i miei progetti è quest’arte che è una maestra di vita. Indipendentemente da quanto ballerò ancora in palcoscenico, sarà sempre lei a guidarmi in futuro».