corriere.it, 28 aprile 2025
Mauro Corona si presenta a Verissimo con una ferita sul viso: «Colpa della motosega, è partita una scheggia. La patente? Persa per il vino»
Con una vistosa ferita sul volto che si è procurato con la motosega, Mauro Corona domenica 27 aprile si è seduto per la prima volta nel salotto televisivo di Silvia Toffanin a Verissimo. «Mi sono ferito con la motosega, è partita una scheggia e mi è finita in faccia. Ho pensato: fa anche scena», ha spiegato sdrammatizzando l’accaduto, prima di iniziare a parlare della vera ragione del suo invito: l’uscita al cinema del suo documentario «La mia vita finché capita».
Ospite da Silvia Toffanin
Avvezzo a un altro salotto, quello di Bianca Berlinguer, dove ogni martedì affronta i fatti di cronaca e disquisisce di politica, Corona si è sentito subito molto a suo agio anche con Toffanin. Con lei ha affrontato risvolti della sua vita molto intimi. E lo ha fatto di persona, in studio a Cologno Monzese, fatto che gli ha reso spontanea la battuta: «Chissà come sarà gelosa Bianchina?», ha detto riferendosi alla giornalista con il vezzoso soprannome che gli ha affibbiato da tempo. «Preferisco i collegamenti, mi sento più protetto» ha spiegato giustificando il fatto che a «È sempre Cartabianca» sia sempre in collegamento dalla sua Erto e mai in studio. Lo scrittore-scultore-alpinista ha ammesso di aver sofferto di una profonda depressione circa quattro anni fa: «Ho avuto una malinconia di vivere – ha confessato il settantacinquenne – non ho fatto nulla per un anno, ora so che questo mi ha solidificato».
La patente ritirata
Il documentario «La mia vita finché capita», che uscirà nei primi giorni di maggio prodotto da Wanted, è una carrellata di ricordi e dialoghi che Corona intrattiene con alcuni suoi cari amici, con artisti che hanno per lui un valore speciale e soprattutto con i luoghi a lui tanto cari. «A quest’età è difficile ragionare perché credo di avere sempre ragione – ha chiosato lo scrittore – ho commesso molti errori». Uno di questi è stato sicuramente il suo rapporto con l’alcol: «Da un paio di mesi sono senza patente – ha dichiarato – Per l’alcol? Per il vino. L’alcol è tragico, il vino è poetico». Corona si è poi confidato con Toffanin su quella che lui non vuole chiamare dipendenza, spiegandone il perché: «Non mi sono sentito dipendente – ha spiegato lucidamente – ho detto stop e stop è stato. Per l’alcol ho avuto anche processi per ubriachezza molesta, interruzione di funzione religiosa e turpiloquio. Io, su cento sbronze, ne ho una o due in cui divento un demonio e faccio terra bruciata. Per questo ho smesso». Alcuni giorni fa, però, durante un controllo, è risultato con un tasso alcolemico superiore al consentito e gli è stata ritirata la patente. «L’alcol mi ha fatto fare del male a chi mi voleva bene».
Il rapporto con la moglie
Gli ultimi due pensieri sono per sua moglie e per la morte: «Vivo da solo nella mia tana. Ho un letto di legno su cui ho messo un materassino e dormo tre ore a notte. Mia moglie sta bene ma ci vediamo ben poco perché sono un individuo egoista e mi piace stare da solo. Se lei l’ha capito bene, altrimenti dovrà farsene una ragione». Pensiero che ha suscitato una reazione spontanea nella conduttrice che ha esclamato: «Povera donna». Corona ha poi continuato il racconto del rapporto con la consorte: «Ho voluto farla ingelosire, ma volevo anche apparire ed essere notato. Io ho solo la terza media, la mia era vanità onesta. Ho cercato nella tv quello che sto trovando in lei, Silvia, lei mi sta facendo sfogare. Bianchina impariamo». Le sue paure più grandi, però, restano la malattia e la morte: «Ho molta paura della morte, ma non per il fatto di non esserci più. Ogni cosa arriverà a suo tempo – temo anche che il mio cervello venga meno. Mia mamma soffriva di demenza senile, mi tirava bastonate, mi diceva che ero un ladro che rubavo le crocchette al cane. Io qualche crocchetta l’ho mangiata, ma da sbronzo e non quelle del cane».