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 2025  aprile 28 Lunedì calendario

Il «battito cardiaco» della Terra: la micro-scossa ogni 26 secondi impercettibile all’uomo di cui non si sa ancora la causa

Ogni 26 secondi la Terra pulsa, come un battito cardiaco. Non trema molto, non abbastanza da essere percepito dall’uomo, ma abbastanza per far sì che i sismografi  di tutto il mondo riescano a rilevare il misterioso «blip». Questo lieve movimento tellurico, diverso dai comuni terremoti o dalle eruzioni vulcaniche è uno dei più affascinanti misteri geologici del nostro tempo. Sebbene questo impulso sia stato osservato per decenni, i ricercatori ancora oggi non concordano sulla sua causa. Al fenomeno, che mantiene una straordinaria regolarità, è stato addirittura  dedicato un fumetto.
I primi rilevamenti
L’impulso – o «microsisma» nel gergo geologico – fu documentato per la prima volta nei primi anni ’60 da un ricercatore di nome Jack Oliver, allora al Lamont-Doherty Geological Observatory, negli Stati Uniti.  Oliver capì che l’impulso proveniva da qualche parte «nell’Oceano Atlantico meridionale o equatoriale» e che era più intenso nei mesi estivi dell’emisfero settentrionale (o durante l’inverno dell’emisfero meridionale).

L’origine nel Golfo di Guinea
All’epoca le tecnologie di rilevamento erano ancora rudimentali, si lavorava con registrazioni su carta e questo rese impossibile un’analisi dettagliata del fenomeno. Eppure quel segnale forte, proveniente da un luogo molto lontano, ha solleticato la curiosità di fisici e geologi per molti anni. Passi avanti vennero fatti nel 2005 quando un team di ricerca dell’Università del Colorado riuscì a triangolare l’impulso fino ad arrivare alla sua origine, il Golfo di Guinea, a largo della costa occidentale dell’Africa. Quando le onde non sono generate da un terremoto è molto più difficile stabilirne l’origine, ma oggi, con tecnologie molto più moderne è diventato possibile. Antonio Piersanti, geofisico, ricercatore dell’INGV, sottolinea però che la pulsazione di cui parliamo, pur non essendo ancora un fenomeno completamente compreso, non è globale ed è un po’ fuorviante definirlo battito della terra: «Le onde sismiche, che si misurano con un sismografo e non sono per forza legate a un terremoto, quando sono sufficientemente energetiche si propagano in tutto il globo. I 26 secondi sono il periodo dell’onda, ovvero il tempo che intercorre da quando l’oscillazione parte dal suo punto di origine e torna indietro con una forma sinusoidale».
Le ipotesi: fenomeno legato ai vulcani o alle onde marine
Ma qual è la fonte di questo impulso di 26 secondi che si mantiene costante indipendentemente dalle condizioni meteorologiche e marine? Nonostante il fenomeno sia conosciuto da anni, il dibattito tra gli scienziati è tutt’altro che chiuso. La gran parte degli esperti concorda sul fatto che la causa sia da cercare nei vulcani, altri sono più orientati a un fenomeno legato alle onde marine. «Dal momento che il fenomeno è estremamente regolare e persistente, la spiegazione più probabile – spiega Antonio Piersanti – è che ci sia una camera vulcanica di circa 20 chilometri che periodicamente viene riempita e svuotata di magma o gas, innescando così una risonanza ogni 26 secondi. Saremmo così di fronte a un particolare fenomeno vulcanico o idrotermale». Il punto di origine dell’impulso è infatti sospettosamente vicino a un vulcano sull’isola di São Tomé, nella Baia di Bonny. Ma perché proprio qui? Ci sono molti altri vulcani in tutto il mondo che però non causano impulsi sismici: che cosa c’è di speciale nella Baia di Bonny?
Altri geofisici e sismologi sono più propensi ad una interpretazione legata ad attività atmosferiche come tempeste marine o uragani che si formano in mezzo all’oceano: le onde di bassa frequenza che si creano, quando colpiscono la costa della Guinea, si trasferiscono sulla terra e la fanno vibrare ogni 26 secondi.  
Mentre nei primi decenni in cui fu scoperto il fenomeno si pensava che avesse una frequenza fissa di 26 secondi, un più recente articolo pubblicato sulla rivista Nature Communications ha evidenziato che in realtà questa frequenza varia leggermente: da 26 secondi diventa 28, 30 e poi torna a 26. E proprio perché la modulazione della frequenza varia, lo studio ipotizza che possa esserci una sorta di interazione tra i due fenomeni: quello legato a un sistema idrotermale-vulcanico e quello legato alle onde marine.
Le onde particolarmente lunghe ed energetiche
Ma cosa rende unico questo misterioso «battito terrestre»? «In realtà – risponde Piersanti – esistono diverse attività idrotermali e vulcaniche: sono tutti fenomeni energetici, ma non così energetici tali da produrre onde che si propagano lungo la superficie terrestre e che possono essere rilevate in qualunque punto della terra. In questo specifico caso le onde, particolarmente lunghe ed energetiche, (con un periodo sopra i 20 secondi, contro i più tipici 5-15 secondi), si propagano di tutta la Terra e questo rende il fenomeno piuttosto raro».