repubblica.it, 28 aprile 2025
Germania, la lista dei ministri di Merz: tante donne e la prima ebrea a capo di un dicastero
Un gabinetto “alla Kohl”, che rappresenta tutte le correnti del partito, e non solo i fedelissimi di Friedrich Merz. E un governo che pesca nei governi regionali e ai vertici delle aziende per issare sulla poltrona di ministro molti volti sconosciuti, dando l’impressione di guardare soprattutto alle competenze. Il cancelliere in pectore ha presentato i nomi dei sette ministri della Cdu (la Spd li renderà noti nei prossimi giorni) e dalla lista emergono alcune novità, anche rispetto alle speculazioni della vigilia. Quello di Merz è un governo “ecumenico” e a tratti tecnocratico. E vuol dare un segnale forte ai tedeschi: il prossimo sarà un governo “‘del fare”, per citare un’espressione un tantino abusata. Poco dopo Merz, anche la Csu ha reso noti i suoi papabili. Di seguito, ecco i più importanti.
Anzitutto, tra i nomi scelti da Merz ci sono più donne del previsto. E a una di esse sarà affidato un ministero chiave come l’Economia: Katherina Reiche. Brandeburghese, 51 anni, chimica di formazione, donna e scienziata dell’Est, come Angela Merkel, vanta però una biografia che somiglia più a quella di Merz. Dopo una lunga carriera nella Cdu, anche due volte come sottosegretaria, Reiche decise anni fa di accettare un incarico nel settore privato come capa dell’Associazione delle municipalizzate tedesche (Verband kommunaler Unternehmen) ed è considerata una grande esperta di energia. La nomina segna il suo ritorno alla politica, ma l’euforia è comunque contenuta, almeno tra i funzionari del suo dicastero. Non per la sua nomina, ovviamente, arrivata totalmente a sorpresa. Ma perché il ministero è stato talmente depotenziato da Merz che uno dei candidati, il segretario generale della Cdu Carsten Linnemann, ha rumorosamente rinunciato alla nomina, scontento dello “scippo” di alcune deleghe, tra cui quella sul lavoro.
A proposito di donne, a ottant’anni dalla fine del nazismo finalmente la Germania nominerà la prima ministra ebrea, e in un dicastero importante: quello dell’Istruzione. Sarà Karin Prien, 59 anni, da otto anni ministra dell’Istruzione nello Schleswig-Hostein, discendente di una famiglia fuggita in Olanda dai nazisti, e rappresentante dell’ala sinistra della Cdu. Negli anni scorsi si è impegnata soprattutto a contrastare la deriva a destra nel suo partito, capitanata proprio da Merz. Che l’ha voluta, però, affianco a sé nel futuro governo “della responsabilità”, per citare il contratto di coalizione.
Un ministero chiave, soprattutto nella dialettica con un cancelliere che vuole riportare la Germania al centro dell’Europa e della geopolitica sconquassata da Trump, sarà quello degli Esteri. Per la prima volta in sessant’anni torna nelle mani della Cdu e sarà affidato a un altro volto sconosciuto, anche lui dello Schleswig-Holstein: il 62enne Johann Wadephul, avvocato, finora vicecapogruppo della Cdu e grande appassionato di politica estera. Per Merz, in realtà, è un ripiego, secondo indiscrezioni il cancelliere in pectore avrebbe voluto per quel ruolo l’europarlamentare di origine scozzese David McAllister. Ma il presidente della Commissione Esteri del Parlamento europeo sembra che non volesse mollare il suo incarico a Strasburgo.
Wadephul, 62 anni, si è fatto notare nelle scorse settimane per il suo iper attivismo sul fronte internazionale e molti scommettevano già sulla sua nomina. È volato a Parigi, Varsavia, Londra a Roma per incontrare i suoi futuri omologhi, ha lasciato intendere che con lui e con Merz il sostegno all’Ucraina sarà più deciso rispetto al governo Scholz e ha segnalato di voler ristabilire un legame forte con la Francia e la Polonia nel formato “Weimar”. Dopo che Merz ha annunciato nelle scorse settimane di voler istituire un Consiglio per la sicurezza alla cancelleria, è chiaro che la politica estera sarà interamente nelle mani della Cdu.
Un altro ruolo tradizionalmente importante sarà affidato a un fedelissimo di Merz: il capo della cancelleria sarà Thorsten Frei, 51enne ex sindaco di Donaueschingen, un altro volto piuttosto ignoto che proviene da una delle regioni più ricche della Germania, l’”Autoland” Baden-Wuerttemberg. In questi ultimi anni come segretario generale al Bundestag della Cdu si è ritagliato un ruolo di primo piano nel partito, anche profilandosi come “falco” sui migranti.
Interessante è anche la scelta del ministro per il Digitale: Merz è il primo cancelliere che ha preso atto del mostruoso ritardo accumulato dalla prima economia manifatturiera europea in questo ambito cruciale e ha creato un dicastero ad hoc, affidato a un “tecnocrate”, il top manager 56enne Karsten Wildberger. Capo di Ceconomy e delle catene di prodotti elettronici Media-Saturn. Avrà la responsabilità enorme di rilanciare la Germania in un settore dov’è ancora debole.
Poco dopo la Cdu, anche la sorella bavarese del partito di Merz, la Csu di Markus Soeder ha annunciato stamane i suoi ministri. E i due che faranno sicuramente parlare di sé sono Alexander Dobrindt, che assumerà il dicastero degli Interni e lo spinoso dossier dei migranti. La Csu è ancora più restrittiva sulle politiche migratorie della Cdu. Il 54enne era già stato ministro dei Trasporti sotto Merkel, e non aveva brillato. Ma durante le complicatissime trattative per il contratto di coalizione e per il varo del maxi pacchetto di riarmo e di rilancio delle infrastrutture, il sociologo si è ritagliato un ruolo da abilissimo mediatore. E ha guadagnato la fiducia di Merz. L’altra figura importante che viene dalle fila dei bavaresi è Dorothee Baer, anche lei ex ministra: assumerà il ruolo di responsabile di Ricerca, tecnologia e spazio. E quest’ultimo attributo non è secondario: Merz intende investire moltissimo nell’industria dei satelliti e nelle tecnologie dello spazio, recuperando anche qui anni di ritardi sugli Stati Uniti ma anche su alcuni partner europei