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 2025  aprile 28 Lunedì calendario

“March to Gaza”, crescono le adesioni al progetto di una marcia di cittadini verso la Striscia per fermare i massacri

Una marcia pacifica di comuni cittadini di tutto il mondo verso Gaza. Una risposta popolare all’inazione dei governi di fronte ai quotidiani massacri che i bombardamenti israeliani provocano nella Striscia. L’iniziativa ha preso forma in Francia e si sta diffondendo in diversi paesi, tra cui l‘Italia. “March to Gaza” sta raccogliendo adesioni in tutto il mondo, in Italia sono attivi il canale Telegram, che conta già un migliaio di iscritti, un profilo Instagram ed uno su TikTok.
Il 9 aprile scorso è stata pubblicata una lettera aperta alle ambasciate di Egitto ed Israele, i due paesi interessati dalla marcia. “Noi, cittadini francesi e cittadini del mondo, donne e uomini liberi, provenienti da molteplici paesi, religioni, lingue e culture, vi scriviamo per annunciarvi che il popolo si solleva. Di fronte all’inazione dei governi, di fronte alla sofferenza insostenibile del popolo palestinese, di fronte al blocco disumano imposto a Gaza, migliaia di persone, ovunque nel mondo, si organizzano per una marcia senza precedenti. Una Marcia verso Gaza“, si legge nella lettera che poi precisa “Marceremo fino al terminal di Rafah, con un solo obiettivo: aprire la frontiera, far entrare gli aiuti umanitari ed esigere la fine dell’assedio”.
L’intenzione è quella di far partire la marcia all’inizio del prossimo giugno, sebbene non esista ancora una data precisa. I preparativa sono in corso. L’organizzazione si è strutturata in diversi gruppi di lavoro: logistica, gruppo sanitario, dipartimento finanziario, ufficio legale, comunicazioni Idee/Proposte, relazioni pubbliche, a cui i può aderire in base alle proprie competenze.
“Abbiamo bisogno di tutti i tipi di competenze: medici, autisti, traduttori, esperti in logistica, comunicatori, avvocati, attivisti”, si legge sul canale Telegram. Quanto alle risorse viene spiegato che il movimento è finanziato esclusivamente dai contributi dei cittadini e in modo trasparente. “Abbiamo istituito un dipartimento finanziario per garantire una gestione etica dei fondi, e pubblicheremo i nostri resoconti di spesa. Nessuna azienda, nessuno stato, nessun partito finanzia la nostra azione”.