il Fatto Quotidiano, 28 aprile 2025
Le panchine maledette. Nel calcio italiano il record degli allenatori che durano meno
Gli allenatori della Serie A italiani sono come il pesce fresco, o il latte, o lo yogurt: scadono subito. Ma anche quelli di Serie B non se la passano meglio: pure loro sono altamente deperibili con data di scadenza a brevissimo termine. È a dir poco interessante l’ultimo studio compiuto dall’ Osservatorio internazionale sul calcio del CIES (Neuchatel, Svizzera) che ha studiato qual è la permanenza media degli allenatori nei 47 Paesi d’Europa (e in 65 nel mondo) mettendo i campionati a confronto. Il risultato è stato stupefacente. E se il movimento calcistico italiano avesse un po’ di sale in zucca dovrebbe interrogarsi e compiere un’analisi seria dei risultati di questa indagine.
Sapete qual è il Paese d’Europa in cui gli allenatori durano meno in panchina? Ebbene sì: l’Italia. In Serie A il 90% degli allenatori (18 su 20, fanno eccezione Gasperini che lavora all’Atalanta da 9 stagioni e Simone Inzaghi all’Inter da 4) sono in carica da meno di un anno al pari di quanto accade campionato croato (HNL); al terzo posto c’è il campionato portoghese (Primiera Liga) con una percentuale dell’88,9% e al quarto la Serie B italiana con l’85% degli allenatori al servizio del proprio club da meno di un anno. La durata media della vita di un allenatore in un club di Serie A italiana è di 392 giorni (in B addirittura di 209); se non ci fossero i 3.285 giorni portati in dote da Gasperini, immaginate a cosa si ridurrebbe la durata media di un allenatore nostrano. Poiché quello italiano fa parte del ristretto club dei 5 “top campionati” europei, sono andato a vedere cosa succede negli altri quattro che vanno per la maggiore; e ho scoperto che in Francia gli allenatori in servizio da meno di un anno sono il 61% (la Ligue 1 è 25ma in questa classifica), in Inghilterra sono il 45% (la Premier League è 38ma), in Germania sono il 44,4% (la Bundesliga è 39ma) e in Spagna sono il 40% (la Liga è 42ma su 47 campionati europei).
In Premier League la durata media in panchina di un allenatore è di 777 giorni, in Bundesliga di 797 giorni, in Liga di 834 giorni; e ciò significa che in Inghilterra, in Germania e in Spagna un allenatore lavora tra le due e le tre stagioni di media, mentre in Italia dura una stagione al massimo e in Serie B meno di una stagione. Per la cronaca: la nazione in cui gli allenatori resistono più a lungo al servizio dei propri club, immagino lavorando più tranquillamente, è l’Uzbekistan dove solo il 25% siede sulla panchina su cui si trova oggi da meno di un anno. In media un allenatore del campionato uzbeko resta in sella al proprio club per 926 giorni, praticamente per tre campionati di fila.
Se l’Italia è il Paese europeo che brucia e consuma più rapidamente e voracemente i propri allenatori, ciò non è però sufficiente a spedire la Serie A e la Serie B italiane nel Guinness dei Primati. Peggio di noi (o se preferite meglio, dipende dai punti di vista) stanno facendo infatti la Primera División del Costarica, che ha il 91,7% degli allenatori al lavoro nei club da meno di un anno, e soprattutto la Liga Pro dell’Ecuador dove il 100% degli allenatori – il che significa tutti – siedono sulla panchina dei rispettivi club da meno di un anno. In Ecuador la durata media di un allenatore è di 125 giorni, resistono cioè per non più di un terzo di una stagione calcistica; in Costarica la durata media è ancora inferiore, di soli 116 giorni. Sempre per la cronaca: l’allenatore con l’anzianità di servizio più lunga dell’intero mondo è Frank Schmidt che guida l’Heidenheim (Bundesliga di Germania) da 18 anni. Incredibile ma vero.