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 2025  aprile 28 Lunedì calendario

Marco Cecchinato: «Proverò a tornare in top 200 entro la fine dell’anno, altrimenti mi rititerò. Stare lontano dalla mia famiglia è difficile. Sinner tornerà più carico»

Era l’estate 2018 e un ambizioso Marco Cecchinato batteva in 4 set il campione serbo Novak Djokovic, raggiungendo la semifinale del Roland Garros. Era da 40 anni che un italiano non si qualificava per la semifinale di uno Slam, non era ancora iniziata l’ascesa di Sinner e “Ceck” aveva tutti i riflettori del tennis italiano puntati.
Sono passati 7 anni da quella storica partita che rimarrà sempre nella memoria del tennista palermitano classe 1992. Oggi ha 32 anni e una vita che va oltre il tennis, soprattutto perché ha costruito una famiglia.
Il tennis però fa sempre parte di lui e per questo vuole provare a tornare ai livelli che gli competono. Dopo una carriera di alto livello nel circuito maggiore, condita da tre titoli Atp e una semifinale al Roland Garros, il tennista palermitano ha dovuto fare i conti con diversi problemi fisici che lo hanno costretto a fermarsi svariate volte. Marco è sempre ripartito, forte della grande passione per il tennis e adesso vuole giocarsi le sue ultime carte. Cecchinato ha parlato a Il Messaggero raccontando la sua storia e le tappe della sua carriera, ma soprattutto il grande obiettivo che si è prefissato per il 2025.
L’intervista esclusiva a Marco Cecchinato
Che anno sarà il 2025 per la tua carriera?
«Mi alleno a Vicenza ma vivo a Brescia. Questo è un anno fondamentale per me perché è l’anno in cui mi sono dato l’ultima possibilità per tornare ad alto livello e quindi numericamente in top 200. L’anno scorso volevo fare un’esperienza in Spagna ma non mi sono trovato bene, quindi sono tornato da Sartori che è il mio allenatore storico. Ero quasi pronto a smettere di giocare perché ero fuori dai 200 e non mi sentivo bene ma il mio coach mi ha convinto a fare un ultimo tentativo. Ad agosto mi sono lesionato gli estensori del gomito e sono stato out 4 mesi. Ho un anno di tempo dove spero di stare bene fisicamente per darmi la possibilità di tornare in top 200 e quindi poter fare le qualy Slam e Atp».
Come si è rivelato il tuo percorso ai Challenger?
«Dopo il torneo in Ruanda ho fatto 4 challenger (Zadar, Napoli, Barletta e Monza) e ho perso tutte e 4 volte al primo turno. Adesso mi allenerò due settimane per prepararmi ai prossimi tornei».
Quali saranno i prossimi tornei che disputerai?
«Ripartirò dal 29 aprile. Sicuramente farò i Challenger di Mauthausen (Austria), Francavilla e Torino. Dovrò cercare di vincere più partite possibili e fare punti. Giocherò solo tornei sulla terra rossa perché è la superficie sulla quale mi trovo meglio e mi concentrerò su questo».
Come ti senti a livello mentale?
«A livello mentale sto veramente bene, ho tanta voglia di tornare ai miei livelli e mi sto impegnando tanto per provare a raggiungere l’obiettivo che mi sono prefissato per il 2025».
La tua carriera ti ha regalato delusioni ma anche tante gioie. Hai rimpianti?
«Mi sono tolto tante soddisfazioni che non pensavo di togliermi. Sono entrato in top 100, sono stato numero 16 del mondo e numero uno d’Italia che era uno dei miei grandi obiettivi. Ho vinto 3 titoli Atp, poi è normale che ogni tanto penso al fatto che avrei potuto fare qualcosa di più ma sono comunque orgoglioso di tutto quello che sono riuscito a raggiungere nella mia carriera. Mi ritengo felice».
Cosa ti spinge a riprovarci?
«Stare lontano dalla famiglia non è facile. Spesso mi chiedono “ma chi te lo fa fare” avendo anche una moglie e un figlio a casa. Per me è una sfida con me stesso. Voglio farlo per me».
Cosa pensi dell’exploit del palermitano Federico Cinà?
«Ho giocato l’anno scorso contro di lui a Milano. La palla gli esce in un modo veramente facile, la colpisce con grande naturalezza. Secondo me deve migliorare tanto fisicamente perché oggi i tennisti sono molto più strutturati fisicamente e quindi potrebbe far fatica in questo senso. Sul cemento colpisce la palla in un modo fantastico e può crescere molto».
Come vedi il tuo futuro quando smetterai di giocare?
«Una volta che smetterò di giocare mi vedo nel mondo del tennis. Secondo il mio coach sarò un bravo allenatore perché sono cresciuto con professionisti del calibro di Piatti, Sartori, Vagnozzi e ho acquisito molte competenze”.
Pensi che Sinner risentirà dei tre mesi di stop?
«Jannik tornerà velocemente al suo livello, assolutamente. Tre mesi non è un periodo così lungo di stop, soprattutto se hai avuto la possibilità di allenarti. Non si tratta di uno stop per infortunio, Sinner non avrà perso un giorno di allenamento e anche mentalmente tornerà più carico. Questo stop non lo toccherà in modo negativo, anzi in modo positivo. Anche perché gli avversari non hanno approfittato più di tanto della sua assenza».
Cosa pensi della nuova generazione di tennisti italiani?
«Musetti è mio amico e a livello tennistico mi piace molto guardarlo. È bello da vedere, fa il rovescio a una mano, palle corte, back, ha un gioco vario ed è ancora giovane. Tolto lui non mi entusiasmano particolarmente gli altri a livello di gioco, spesso preferisco guardare il calcio. Cobolli e Darderi possono crescere, anche perché sono convinto che rispetto al passato la qualità generale è calata molto; di conseguenza nel tennis di oggi loro due possono dire la loro, anche se non sono sicuro che riusciranno a mantenere il livello».
Segui il calcio? Che pensi della lotta scudetto?
«Amo il calcio, sono grande tifoso del Milan ma anche del Palermo. Non seguo solo la mia squadra del cuore, mi piace guardare tutte le partite. Scudetto? Purtroppo credo che lo vincerà l’Inter, per il Milan spero che almeno riesca a raggiungere un piazzamento in Europa e magari a vincere la Coppa Italia».