corriere.it, 27 aprile 2025
Il tunnel privato dell’erede di Porsche fa arrabbiare la città di Salisburgo: «Simbolo dei privilegi degli ultra ricchi»
L’81enne Wolfgang Porsche, nipote di Ferdinand, il fondatore dell’omonima casa automobilistica tedesca, è riuscito a fare arrabbiare una buona parte degli abitanti della città di Salisburgo, con una di quelle pretese che, prontamente, i suoi concittadini hanno stigmatizzato come «arrogante roba da ricchi».
La vicenda
Wolfgang, la cui azienda di famiglia vanta un patrimonio stimato attorno ai 30 miliardi di dollari, nel 2020 ha acquistato un’antica villa sulle colline di Salisburgo, per la bellezza di 9 milioni di dollari. L’edificio è considerato un simbolo storico della città, che ha ospitato personaggi del calibro di James Joyce e Thomas Mann. I Porsche, dal canto loro, hanno uno stretto legame con la città che ha dato i natali a Mozart, non foss’altro perché qui ha sede la loro holding. L’acquisto di questa casa del XVII secolo, degna del presidente milionario del marchio, non aveva dunque stupito nessuno. Finché la popolazione non è venuta a sapere dell’ambizioso progetto di Wolfgang: costruire un tunnel privato di 500 metri, scavato nella viva roccia, per collegare la suddetta magione a un enorme garage sotterraneo (dove alloggiano le sue tante Porsche, ça va sans dire).
«Il tunnel d’oro»
La galleria, soprannominata dai media locali «il tunnel d’oro», oltre a scatenare l’indignazione di cittadini comuni e politici, ha sollevato anche una serie di interrogativi su svariati temi, allargando le critiche ambientaliste sull’uso di suolo pubblico per scopi privati al dibattito sui privilegi assicurati ai super-ricchi e all’equità nelle scelte urbanistiche. Mentre alcuni salisburghesi, come Doris Rüggeberg, una vicina di Porsche, lodano l’investimento, affermando che se «Salisburgo è celebre, la è grazie agli edifici che i ricchi hanno costruito», un numero maggiore di concittadini del magnate 81enne la pensano diversamente. La Sinistra e i gruppi ambientalisti sono ora sul piede di guerra e accusano Porsche di aver approfittato delle sue immense risorse per ottenere favori politici e rapidi permessi di costruzione che mai un salisburghese comune avrebbe anche soltanto potuto sognare.
L’attacco dei Verdi
I Verdi, in particolare, hanno chiesto una perizia indipendente per stabilire se il diritto di scavo fosse stato correttamente valutato. Il risultato della perizia ha rivelato che Porsche ha pagato solo 35.304 euro per il permesso, una cifra irrisoria per il milionario e che, pur essendo conforme alle normative, non ha placato le polemiche, anzi le ha rinfocolate. «Quello che stupisce è che un privato possa scavare liberamente una montagna a ridosso della città», ha dichiarato Ingeborg Haller, leader dei Verdi in consiglio comunale, sottolineando la rapidità con cui il progetto ha ricevuto le approvazioni, mentre progetti pubblici simili faticano a vedere la luce.
Simbolo della disuguaglianza di Salisburgo
In realtà, fino a poco tempo fa, tutto sembrava procedere senza intoppi. L’ex sindaco conservatore aveva già concesso a Porsche il permesso di costruire sotto il monte, accedendo dal parcheggio municipale per quei 35 mila euro di cui sopra. Tuttavia, dopo le elezioni comunali dello scorso marzo, che hanno visto un forte successo della sinistra, soprattutto del Partito Comunista, la situazione si è ribaltata. E così, il progetto Porsche è diventato il simbolo della disuguaglianza nella città della musica, soprattutto in un periodo in cui il caro-affitti e la crisi abitativa stanno mettendo a dura prova la popolazione (il problema, come vedete, non è solo italiano!).
La decisione al sindaco e alla sua giunta
Porsche ha provato a lasciare intendere che potrebbe essere disposto a concedere un accesso pubblico alla villa o, almeno, a condividere il tunnel con altri residenti del Kapuzinerberg, che attualmente devono affrontare una strada ripida e stretta per raggiungere casa. Ora, la palla passa al sindaco socialista Bernhard Auinger, che però si trova in una posizione a sua volta scomoda, essendo stato in passato nel consiglio di amministrazione della holding dei Porsche come rappresentante dei lavoratori. Salisburgo, intanto, si prepara a un confronto politico che deciderà se il lusso di pochi privati potrà continuare a sovrastare la gente comune e le esigenze collettive.