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 2025  aprile 27 Domenica calendario

Morsi di leone sul bacino: così ossa trovate a York raccontano la verità sui gladiatori romani

Era risaputo che i gladiatori dell’antica Roma combattevano contro bestie feroci al Colosseo e in altre arene sparse nei territori dell’impero, ma finora la testimonianza di questi sanguinosi spettacoli si basava soltanto su antichi testi e raffigurazioni in mosaici o bassorilievi. Adesso, per la prima volta, studiosi inglesi hanno trovato la prova concreta che quei “morituri”, quei combattenti in procinto di morire, affrontavano dei leoni: la conferma scientifica che le scene ricreate dalla narrativa e dal cinema in film come “Il gladiatore” rappresentano la realtà di due millenni orsono. Lo dimostrano le impronte dei morsi lasciati sul bacino di un giovane uomo, rinvenuto in un cimitero vecchio di secoli in Inghilterra.
La straordinaria scoperta non sarebbe stata possibile senza la passione dei sudditi di Sua Maestà per il giardinaggio. Nel 2004 una coppia di pensionati ha iniziato dei lavori nel retro della propria casa di York per seminare piante e fiori: senonché, dopo un po’, scavando sono emerse dal terreno delle ossa. Un’indagine preliminare ha verificato che sottoterra c’era un intero cimitero, con i resti di un’ottantina di persone. In seguito, esperti di archeologia hanno appurato tre caratteristiche interessanti: gli scheletri erano tutti di giovani uomini, molti dei corpi mostravano segni di traumi e risalivano tutti a 1800 anni or sono, l’epoca in cui York era un avamposto della Britannia romana. Il modo in cui quegli individui erano stati sepolti, sotto le ossa di cavalli, e altri dettagli, tra cui il tipo di ferite riportate, indicava che si trattava di gladiatori.
Oggi il sito archeologico di York è considerato l’unico cimitero di gladiatori romani al mondo conservato in perfette condizioni.Uno scheletro in particolare, identificato dai ricercatori come 6dt19, evidenziava ferite insolite: piccole impronte di denti, ciascuna larga circa mezzo centimetro, lungo le ossa del bacino. Gli studiosi hanno pensato subito che potessero essere morsi di un animale feroce. Ci sono voluti due decenni per identificare che animale fosse.
L’età del gladiatore è stata stimata fra i 26 e i 35 anni. Le ossa hanno lasciato intendere muscoli grossi e poderosi. Varie ferite alle spalle e alla schiena provano che era sopravvissuto a numerosi combattimenti. Le impronte dei denti suggeriscono che fosse un Bestiarius, i gladiatori che combattevano contro animali. Ma come averne la certezza?
Tim Thompson, il docente di medicina legale all’università irlandese di Maynooth a capo dell’indagine, ha avuto l’idea di presentare una richiesta fuori dal comune allo zoo di Londra e ad altri giardini zoologici: la possibilità di esaminare i resti dei pasti dei loro animali carnivori. “Abbiamo analizzato i segni lasciati dai morsi di ghepardi, tigri, leoni e altre specie sulle carcasse del cibo”, dice lo scienziato. Creando una mappa delle impronte dei denti e confrontandola con i fori nelle ossa di 6dt19, gli studiosi sono giunti alla conclusione che poteva averlo morso soltanto un leone. “Probabilmente senza ucciderlo subito”, afferma il professor Thompson. “Altre ferite indicano che il leone, dopo averlo azzannato al bacino, ha trascinato il corpo dell’uomo nell’arena. È stata una lotta per la vita. Alla fine, l’ha vinta l’animale”.
Riportata sull’ultimo numero del Journal of Science and Medical Research, ripresa in questi giorni dalla Bbc e dal New York Times, la scoperta “è di enorme importanza per gli storici che studiano l’antica Roma”, commenta Malin Host, archeologa dell’università di York. Sebbene non ne siano rimaste tracce, nella città inglese fondata dai romani doveva esserci un anfiteatro, pieno di gladiatori e leoni portati nell’isola britannica apposta per spettacoli circensi. “È incredibile”, osserva il professor David Jennings, un altro archeologo della York University, “che la prova di questi combattimenti sia saltata fuori così lontano dal Colosseo di Roma: l’arena che per il mondo antico era l’equivalente di Wembley per il calcio odierno”.