La Stampa, 27 aprile 2025
La Corsa all’oro
Guardare la maratona di Londra è un po’ scegliere un avenger: il saggio Eliud Kipchoge che a 40 anni ha ancora la forza di domare i chilometri, il debuttante Jacob Kiplimo che a 15 anni stava già alle Olimpiadi e a 24, al primo colpo, pare possa andare addirittura a caccia di record. Il campione olimpico Tamirat Tola, il detentore del titolo Alexander Mutiso, uno sfidante che porta in dote il miglior tempo del 2024, Sebastian Sawe. A seguire, l’indistruttibile Sifan Hassan con tre medaglie ai Giochi di Parigi contro la velocità di Tigist Assefa, secondo miglior tempo di sempre. Per la categoria instancabili, in carrozzina, partono Susannah Scaroni e Marcel Hug che neanche una settimana fa hanno gareggiato a Boston. E poi c’è la massa, 56 mila persone che propagano energia.
Non è una maratona qualsiasi è quella super e si candida a infiniti inseguimenti. Si sogna addirittura una gara sotto le due ore e del resto Kipchoge ne ha già firmata una, a Vienna, nel 2019, la sua competizione preferita: 1 ora 59 minuti e 40 secondi, non omologati perché non ufficiali. Qui ci si muove per andare sotto le 2 ore e due minuti in campo maschile, sotto le 2 ore e 15 in quello femminile, l’etiope Assefa lo ha già fatto, ha un personale da 2 ore 11 minuti e 53. Si parla di gente capace di imprese in serie, di scatenare stupore continuo. Kipchoge tenta di reggere il ritmo di una generazione che è partita dai suoi risultati migliori e si è scatenata per superare il maestro. Kiplimo arriva dall’Uganda, non ha mai corso una 42 km e sta tra i favoriti perché ha strizzato il tempo della mezza distanza in 56’42. Ha un manager italiano, Federico Rosa, così come Tola e Assefa sono seguiti da Gianni Demadonna mentre Sawe, uomo da 2h02’05 con serissime ambizioni, ha un tecnico italiano, Claudio Berardelli. Due azzurri al via: Yeman Crippa, alla prima maratona major in carriera e Sofiia Yaremchuk, primatista italiana: 2h23’16, a Valencia, nel 2023. Una schiera di atleti straordinari in piena età dell’oro della specialità, condivisa da tutti quelli che oggi hanno un pettorale.
È il momento migliore per trovare un obiettivo da mettere sulla strada. Che sia un risultato da professionista o un pegno da amatore. Dietro c’è la stessa miscela: un livello di preparazione arrivato all’attenzione della Formula Uno. Crippa fa 200 chilometri a settimana e Leonardo Bonucci, uno degli 800 italiani iscritti, di sicuro no, ma entrambi hanno seguito tabelle di carico e di recupero, entrambi hanno valutato il meteo e scelto una super scarpa. Siamo al secondo fattore: la tecnologia. Ormai qualsiasi marchio ha sviluppato modelli ultra performanti e la concorrenza ha spinto la ricerca ancora oltre. Lo studio dell’alimentazione ha scoperto come dosare il carburante senza caricare di lavoro lo stomaco e ognuno può tarare la dieta sul proprio corpo in funzione dello sforzo programmato. Più la maratona viene praticata e più c’è interesse a scoprire come migliorarla. Si aggiungono gli integratori di ultima scoperta. Va di gran moda il bicarb, protagonista della stagione indoor, consumato da diversi atleti arrivati a un record. Avrebbe il dono di diminuire l’impatto della fatica. Per qualcuno è un effetto placebo attribuito a un rigenerato bicarbonato: quello originale aveva una serie di fastidiosi effetti collaterali, quello rivisitato da una ditta svedese avrebbe superato ogni aspettativa.
Ancora esistono quelli che corrono con l’ingombrante costume dei Teletubbies, ma se vedete uno infilato nella carcassa di un dinosauro o una che si corre dentro un tronco d’albero è probabile che sia per una delle tante raccolte fondi che dal 1981 a oggi hanno tirato su 1, 3 miliardi di sterline (1 miliardo e 516 milioni di euro). Londra è in competizione con New York e ha un circuito che attira i migliori e una città dedicata. Quest’anno la medaglietta consegnata a chi finisce la prova vale come contante da presentare in un gran numero di ristoranti, saune, locali in cambio di pasti gratuiti è benessere a costo zero. È l’età dell’oro.