La Stampa, 27 aprile 2025
Sei italiani su 10 vogliono un "nuovo" Francesco trasversale e con una visione globale
Con le celebrazioni per la morte di papa Francesco, nell’ultima settimana il mondo politico si è mosso come se fosse stato chiamato a dare una lettura “definitiva” del suo mandato terreno. Le persone nei loro commenti a caldo hanno offerto una lettura diversa interpretando tutto quello che è accaduto come un riflesso delle agende politiche dei singoli partiti piuttosto che come un’interpretazione delle verità del papa stesso e del suo pontificato. Anche se non tutti i politici sono credenti o cattolici, il papa ha sempre rappresentato qualcosa che va oltre la religione: è un’autorità morale, una figura pubblica globale e una voce che ha parlato di donne, giustizia, pace, diritti umani, ambiente. Insomma, di temi che toccano direttamente la politica. E allora “tirare per la giacchetta” la figura del pontefice serve a dire: «Ecco, anche lui era con noi». È un modo per legittimare la propria visione del mondo, appropriandosi – post mortem – della sua autorevolezza.
Un po’ paradossale se pensiamo che la morte di un papa dovrebbe essere un momento di commozione, silenzio e riflessione. E invece sono fioccate dichiarazioni in sua memoria che spesso parlano più di chi li pronuncia che di chi è appena scomparso.
Per gli italiani intervistati nel sondaggio di Euromedia Research, la figura di papa Francesco è stata apprezzata indistintamente da tutti (56,1%), laici cattolici, credenti e no, anche per il suo modo, a volte meno convenzionale, di affrontare il suo incarico. La conferma della sua trasversalità si legge sia nelle lunghe code per la visita al feretro sia, per il 50,5% del campione, nella presenza di molti leader in arrivo da Paesi di tutto il mondo ai suoi funerali. Da questa lettura si discosta un cittadino su 3 a livello nazionale (34,7%) tra cui il 45,7% degli elettori della Lega e quasi il 70% di quelli di Avs – Alleanza Verdi e Sinistra.
L’attesa è anche per tutto quanto è accaduto – in segreto – durante e dopo la celebrazione della sacra liturgia. Il 38% degli italiani, infatti, era convinto che questo solenne appuntamento potesse essere anche una buona occasione per avere degli incontri informali per discutere la complicata situazione geopolitica ed economica mondiale. Su questa visione apparivano più scettici gli elettori di Forza Italia (58,5%) della Lega (43,5%), del Partito Democratico (48,3%) e del Movimento 5 Stelle (45,2%) che si univano al coro del 40,9% degli intervistati che si dichiarava poco propenso a credere che, al di là degli scambi internazionali di convenienza e delle foto carpite, la giornata di ieri potesse essere un utile momento di conversazione politica.
Del resto, il 36,1% dei cittadini italiani è convinto che il presidente americano Donald Trump, nelle scelte di politica internazionale, voglia imporre le sue idee e le sue preferenze al di là dei convenevoli con Giorgia Meloni. Questa è la tesi sposata praticamente in toto da tutti i partiti delle opposizioni, mentre le forze di governo si polarizzano nella convinzione che Trump possa sfruttare il momento solenne con Giorgia Meloni e il suo carisma per “fare breccia” nel complicato dialogo con l’Unione Europea (dato nazionale 23,8%).
Secondo il 16,7% degli intervistati, Trump, muovendosi sul principio del divide et impera, cercherà di stringere accordi con i singoli Paesi, a partire dal nostro, per mettere in difficoltà e creare delle crepe nella Ue, che, quando si presenta come un’entità unica, ha un peso contrattuale molto forte.
Non sappiamo chi sarà il nuovo papa, ma di sicuro il tema della “guerra mondiale a pezzi”, espressione coniata da Bergoglio, sarà ancora al centro della storia. Francesco è stato il primo papa non europeo da secoli, e ha aperto a una visione più ampia e “periferica” della Chiesa. La sua visione è diventata una chiave di lettura potente per comprendere il nostro tempo, e difficilmente scomparirà con il suo successore. Anche se non possiamo ancora sapere chi sarà, è probabile che questa visione, che interpreta i conflitti moderni come frammenti di una guerra globale più ampia e meno dichiarata, continuerà a influenzare il pensiero della Chiesa e del mondo. Gli italiani, mossi anche dalla grande commozione del momento, desiderano comunque un pontefice in continuità con l’opera di papa Francesco (60,6%), con picchi del 93,1% fra gli elettori di Avs e dell’83% fra quelli di Forza Italia. Unica eccezione la Lega, i cui elettori vorrebbero per il 47,8% un papa di rottura rispetto a Bergoglio.