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 2025  aprile 27 Domenica calendario

Fabriano cerca la rinascita: con la carta si fa cosmetica

«Era una città ricca, in cui si stava molto bene e non esisteva disoccupazione», si sente ripetere a Fabriano quando si passa davanti ai cancelli chiusi degli stabilimenti industriali. Il tono è amaro, carico del peso della crisi che ha colpito il territorio. La Antonio Merloni, storica azienda di elettrodomestici, è entrata in amministrazione straordinaria nel 2008, lasciando migliaia di lavoratori senza impiego. Anche la Indesit, un tempo Merloni Elettrodomestici, ha progressivamente spostato la produzione all’estero dopo l’acquisizione da parte di Whirlpool. Più recentemente, il piano di ristrutturazione di Beko ha portato nuovi tagli e chiusure.
L’ultimo colpo è arrivato con la chiusura della Giano, divisione delle Cartiere di Fabriano specializzata nella produzione di carta per ufficio. La cessazione delle attività, avvenuta lo scorso gennaio dopo un altro anno in perdita, ha coinvolto 195 dipendenti. «La chiusura della Giano ha un impatto, ma non significa che la cartiera stia scomparendo. Al contrario, si sta trasformando e sta puntando su prodotti di alta qua-lità, come carte per arte e sicurezza», spiega Sandro Tiberi, artista di Fabriano e docente di tecnologia della carta all’Accademia delle Belle Arti di Roma, che nel 1986 ha iniziato la sua carriera proprio lì, alla Giano. Poi è passato al reparto dove si produceva la carta a mano: «Nessuno voleva andarci perché era un lavoro faticoso, io invece mi ci sono buttato subito», racconta. Lì ha imparato i segreti di un mestiere che ha radici secolari, ma si è presto reso conto che la tradizione, da sola, non sarebbe bastata a garantire il futuro. «La frase che sentivo ripetere sempre era: “Si è sempre fatto così”. Ecco, io volevo fare diversamente».
Ha lasciato la cartiera nel 1999 e ha aperto il proprio laboratorio, iniziando a sperimentare con la carta fatta a mano per esplorarne le potenzialità al di là dell’uso tradizionale. Nel tempo ha dato vita a oggetti di design, opere d’arte, lampade, borse. «L’eccellenza può dialogare benissimo con la grande azienda, perché dà quell’immagine di qualità che solo l’artigianato italiano può offrire». Oggi collabora con marchi internazionali come Faber e Moleskine, per cui ha realizzato le pareti del negozio di Milano utilizzando carta fatta a mano a partire dalle agende invendute.
Lavorando con la carta, ha imparato a conoscerne tutte le caratteristiche: la sua particolare capacità di trattenere l’umidità, la texture morbida, la resistenza. Così, quando Mario D’Alesio ha condiviso la sua intuizione con Tiberi, tutto è sembrato perfettamente logico. «Durante una manifestazione ho rivisto un mastro cartaio che non vedevo da anni. Stringendogli la mano, ho percepito una morbidezza particolare», racconta D’Alesio, promotore e ideatore del progetto Acqua di Carta. Iniziano studi e ricerche insieme a Piero Guidarelli, medico chirurgo e presidente dell’Accademia Chirurgica Durante Scacchi. I risultati confermano l’idea. D’Alesio decide di sperimentare un nuovo impiego della cellulosa, dando vita a un trattamento di benessere nella Spa del resort Il Marchese del Grillo, di cui è titolare. Nuvola, così si chiama, è un’immersione in una vasca di carta che lascia la pelle particolarmente morbida. Da lì il passo successivo: una linea cosmetica di nove prodotti, in cui tra gli ingredienti naturali compare l’idrolizzato enzimatico di cellulosa, una sostanza derivata dalla carta che conferisce ai prodotti una texture setosa. Il progetto sta ora esplorando le potenzialità della cellulosa in ambito estetico e dermatologico, con studi rivolti anche al trattamento di patologie come la dermatite atopica. «L’idrolizzato di cellulosa, oltre ad avere un’azione emolliente, è utile nel trattamento di pelli secche e irritate, grazie alla sua capacità di trattenere l’umidità e ripristinare il film idrolipidico cutaneo», spiega Roberta Censi, docente e ricercatrice della Scuola del Farmaco e dei Prodotti della Salute all’Università di Camerino. I test scientifici preliminari indicano un miglioramento dell’idratazione cutanea fino al 30% e una riduzione della sensibilità agli agenti irritanti. Il progetto è solo agli inizi, ma la carta sta già dimostrando di poter uscire dai confini tradizionali della produzione industriale. La capacità di sfruttare il knowhow artigianale che ha reso Fabriano un’eccellenza mondiale fin dal XIII secolo in tanti ambiti diversi sembra essere la giusta strada. Tiberi non ha dubbi: «Ho imparato un mestiere all’interno delle cartiere Miliani, che ringrazio perché mi hanno dato la base da cui partire. Ma non mi sono mai accontentato, mi sono spinto sempre in avanti. Non voglio essere una rievocazione storica. Voglio essere presente oggi e in futuro con un lavoro che ha una tradizione di 800 anni». Nonostante i tanti impegni ha già in mente il prossimo progetto: un mappamondo interamente realizzato in carta a mano, di due metri di diametro, illuminato dall’interno. «Lo farò, ne sono sicuro», sorride. «Quando ho un’idea, prima o poi la realizzo».