Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2025  aprile 27 Domenica calendario

In calo gli incidenti sul lavoro Ma morti e malattie crescono

Ancora non sappiamo se l’Intelligenza artificiale e la digitalizzazione del mondo del lavoro riusciranno davvero a ridurre il numero di morti sul lavoro. Quello che sappiamo – alla vigilia della Giornata mondiale per la sicurezza sul lavoro, proclamata dall’Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo) per domani, sul tema, appunto, Rivoluzionare la salute e la sicurezza sul lavoro. L’intelligenza artificiale e la digitalizzazione nel mondo del lavoro – è che di lavoro si continua a morire. Addirittura a un ritmo superiore rispetto anche al recente passato. E ciononostante il numero complessivo di incidenti sia in costante diminuzione.
Lo dicono i dati Inail relativi al primo bimestre dell’anno. Tra gennaio e febbraio all’Istituto di assicurazione contro gli infortuni sul lavoro sono arrivate 89.556 denunce di infortunio, in calo del 3,4% rispetto alle 92.711 del primo bimestre del 2024. I casi mortali, però, sono in aumento: 138 contro 119 (+16%). Considerando soltanto le denunce di infortunio mortale in occasione di lavoro, «si nota come l’incidenza passi da 0,36 decessi denunciati ogni 100mila occupati Istat del febbraio 2019 a 0,40 del 2025 (+11,1%) e aumenti del +5,3% rispetto a febbraio 2024 (da 0,38 a 0,40)», si legge nel report dell’Inail. Rispetto al primo bimestre del 2024, aumentano anche i lavoratori morti in itinere, cioè in incidenti stradali durante il tragitto casa- lavoro e viceversa: le denunce sono state 36, 9 in più rispetto alle 27 registrate nel 2024, con un aumento del 33,3%. Infine, è preoccupante l’impennata delle denunce di malattia professionale protocollate dall’Inail: nel primo bimestre 2025 sono state 14.917, 818 in più rispetto allo stesso periodo del 2024 (+5,8%). L’aumento è del 43,4% sul 2023, dell’84,6% sul 2022, del 91,2% sul 2021, del 41,5% sul 2020 e del 50,1% sul 2019. Numeri che destano allarme tra quanti si occupano di sicurezza e di tutela della salute dei lavoratori. Come l’Anmil, che, proprio in occasione della Giornata del 28 aprile, ricorda, con commozione, il Magistero di papa Francesco che, più volte, si era espresso sulla tragedia delle morti sul lavoro. «Non possiamo abituarci agli incidenti sul lavoro, né rassegnarci all’indifferenza verso gli infortuni. Non possiamo accettare lo scarto della vita umana», disse il Santo Padre, ricevendo in udienza i vertici dell’Anmil, nel 2023, in occasione dell’80° di fondazione dell’Associazione degli infortunati e delle famiglie delle vittime del lavoro. «Non dimenticheremo il messaggio di impegno sociale che ci ha lasciato – aggiunge il presidente Antonio Di Bella – e, con profonda riconoscenza alla sua garbata e sorridente vicinanza alla missione dell’Anmil, promettiamo il nostro impegno quotidiano nel prevenire gli infortuni sul lavoro e nel prenderci cura, sul piano fisico e morale, di chi ha subito le conseguenze traumatiche dell’insicurezza lavorativa».
Al Magistero di papa Francesco, in questa Giornata mondiale, fa riferimento anche l’Osservatorio Vega Sicurezza e Ambiente di Mestre. «La sicurezza sul lavoro è come l’aria che respiriamo: ci accorgiamo della sua importanza solo quando viene tragicamente a mancare, ed è sempre troppo tardi», è la frase del Pontefice scelta per celebrare adeguatamente questa ricorrenza. «Abbiamo scelto di rilanciare il nostro appello partendo da una delle sue riflessioni più incisive», ricorda Mauro Rossato, presidente dell’Osservatorio mestrino. «Siamo solo all’inizio del nuovo anno – sottolinea Rossato – ma i dati non preannunciano alcuna virtuosa inversione di rotta. Anzi. Ci rammarica constatare come, nel corso degli ultimi anni, non sia mai emerso alcun evidente segnale di risoluzione». E i numeri e le incidenze di mortalità dei lavoratori elaborati dall’Osservatorio Sicurezza e Ambiente Vega danno, da oltre 16 anni, forma e contenuti al dramma: nell’ultimo quadriennio, dal 2021 al 2024, sono 4.442 le persone hanno perso la vita sul lavoro in Italia.

Una strage in cui rientrano le 200 denunce che, sempre domani, l’Unione sindacale di Base (Usb) presenterà al Ministero del Lavoro. Le denunce sono state raccolte dai Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (Rls) in tutto il Paese. «Troppo spesso si taglia sulle misure di sicurezza per aumentare i profitti», denuncia l’Usb. Ricordando i casi più eclatanti degli ultimi mesi, tra cui la strage del lago di Suviana del 9 aprile 2024, in cui morirono sette operai per l’esplosione della diga di Enel Green Power di Bargi, in provincia di Bologna. A un anno di distanza le famiglie delle vittime rilanciano la richiesta di giustizia.