Avvenire, 26 aprile 2025
Più donne che uomini tra i medici: certificato il sorpasso
Medici sempre più “rosa”, e andamento promettente dell’ente previdenziale della categoria, l’Enpam, il cui bilancio 2024 si è chiuso con un utile di 1,114 miliardi di euro. Sono dati diffusi in occasione dell’assemblea nazionale della Fondazione Enpam (Ente nazionale di previdenza e assistenza dei medici e degli odon-toiatri) che ha approvato il bilancio consuntivo del 2024. Oltre al dato dell’utile, è emerso che il patrimonio netto al 31 dicembre «ha raggiunto i 26,9 miliardi a valore di libro (29,3 a valore di mercato)» riferisce una nota dell’ente. All’utile dell’ente previdenziale, spiegano dall’Enpam, hanno contribuito in maniera determinante gli investimenti patrimoniali: il saldo della sola gestione finanziaria è stato di quasi un miliardo, con un rendimento di mercato del 7,65% al netto dei costi di gestione e al lordo delle imposte. In più «contrariamente alle previsioni, nel 2024 è stato positivo anche il saldo previdenziale, con le entrate che hanno superato le uscite per 120 milioni».
Proprio dai dati dell’Enpam viene certificato che le donne in camice bianco hanno superato gli uomini: 182.581 rispetto a 175.042. Anche tra gli studenti di Medicina, che sono iscritti in modo facoltativo all’Enpam, si registrano 4.710 studentesse e 2.985 studenti.
In generale, la presenza femminile tende a crescere – in maniera generalizzata – con l’abbassarsi dell’età. Lo segnalava già il mese scorso, in occasione della Giornata internazionale della donna, la Federazione nazionale degli Ordini dei medici e degli odontoiatri (Fnomceo), parlando di “femminilizzazione” della professione: tra i medici di età inferiore ai 50 anni sei su dieci sono donne. La proporzione cresce ancora guardando solo alla fascia tra i 40 e i 49 anni: il 64%. Esaminando le fasce di età, segnalava la Fnomceo, sopra i 60 anni sono in maggioranza gli uomini. Quindi la presenza di donne tra i medici under70, potenzialmente in attività nel Servizio sanitario nazionale (Ssn), attualmente al 53%, è destinata ad aumentare.
Nell’annunciare che la tematica delle femminilizzazione è al centro del programma del Comitato centrale della Fnomceo appena rinnovato, il presidente Filippo Anelli spiegava: «Nel nostro Ssn le colleghe sono ormai, da almeno cinque anni, la maggioranza, soprattutto nelle fasce di età dove va costruita la carriera e in cui aumentano le responsabilità professionali e quelle familiari. I modelli organizzativi, gli orari di lavoro devono sempre più tener conto di questa realtà, valorizzando le professioniste e i professionisti, prevedendo modelli organizzativi che permettano a donne e uomini di conciliare i tempi di lavoro con quelli della vita privata e della famiglia e che tengano in debito conto, non facendole pesare sugli organici già ridotti, le possibili assenze per maternità».
Un argomento su cui insistono i fautori della trasformazione del rapporto di lavoro dei medici di medicina generale da convenzione a dipendenza: consentirebbe di poter contare su ferie, permessi retribuiti per maternità, allattamento, part-time, congedi, malattia, eccetera.